Urbanistica a Milano, richiesta di arresto per assessore Tancredi e immobiliarista Catella

La Procura ha chiesto sei arresti: indagato l'architetto Stefano Boeri. Perquisizioni nel Comune. L'accusa: "Incontrollata espansione edilizia, da Boeri toni di comando su sindaco". Sala: "Non ci riconosciamo in lettura pm"

Giancarlo Tancredi e Manfredi Catella - (Ipa)
Giancarlo Tancredi e Manfredi Catella - (Ipa)
16 luglio 2025 | 10.50
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La Procura di Milano ha chiesto sei arresti, tra cui quello di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana di Palazzo Marino, e Manfredi Catella, l’immobiliarista fondatore di Coima, in uno dei filoni dell'inchiesta sulla gestione dell'urbanistica.

Oltre ai domiciliari per Tancredi, la procura di Milano ha chiesto gli arresti in casa anche per Catella. I pubblici ministeri hanno invece chiesto il carcere per un altro costruttore, Andrea Bezziccheri, già indagato per altri progetti edilizi; e per due ex componenti della Commissione per il paesaggio del Comune: Giuseppe Marinoni, che l’ha presieduta, e l’architetto Alessandro Scandurra. Stessa misura è stata chiesta anche per l'architetto Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S specializzata anche nella realizzazione di strutture sportive.

Le accuse ipotizzate dalla procura diretta da Marcello Viola sono a vario titolo di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. Il gip Mattia Fiorentini dovrà decidere sulle sei richieste di custodia cautelare. Gli interrogatori preventivi sono fissati per il prossimo 23 luglio.

Una ventina gli indagati, tra cui Stefano Boeri

Sono invece una ventina gli indagati nel nuovo filone di inchiesta sull’urbanistica su cui lavora la Procura. Tra questi c'è anche l’architetto Stefano Boeri, già coinvolto nell’indagine Beic e nel BoscoNavigli.

“Sono convinto che io e il mio studio abbiamo operato in maniera corretta a proposito di un’architettura (la cosiddetta Torre Botanica) che da tempo, come è noto, è stato deciso di non realizzare. Confido che l’autorità giudiziaria accerterà al più presto la mia totale estraneità alle scorrettezze che mi vengono imputate”, le parole di Boeri in una dichiarazione.

Procura Milano: "Incontrollata espansione edilizia"

La richiesta di sei arresti e di una ventina di acquisizioni e perquisizioni nel campo dell’urbanistica è legata - si legge nella nota della Procura di Milano - a un “fenomeno legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia” che ha assunto “dimensioni di rilievo notevolissimo”, tant'è che le indagini, coordinate dalla Procura ed eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano, “hanno già portato nei mesi scorsi al sequestro preventivo di diversi cantieri e all'adozione di misure cautelari personali” si legge nel comunicato della procura guidata da Marcello Viola.

Un “patto corruttivo” tra pubblico e privato con l’obiettivo di un ‘Pgt ombra’ e di una trasformazione urbanistica fuori dalle regole è quello di cui si sarebbero resi protagonisti alcuni degli indagati, oltre venti, coinvolti in un filone d’indagine della Procura di Milano sulla rigenerazione cittadina poco incline al verde ma pronta a far svettare il cemento.

“L'accordo corruttivo” sarebbe stato remunerato – si legge nel decreto di perquisizioni e sequestro – “anche attraverso contratti di collaborazione e di partenariato di fatto'”. In sostanza Marinoni, usando la sua funzione pubblica, avrebbe favorito – secondo l’accusa - gli interessi economici della società privata, “favorendone l'ottenimento di incarichi professionali” e favorendo “gli interventi edilizi” sottoposti alla valutazione della Commissione paesaggio, “in cambio della partecipazione di Marinoni ai conseguenti affari e guadagni”. In forza di tale “intesa corruttiva” Marinoni “si proponeva di condizionare le scelte amministrative di trasformazione urbanistica oggetto di valutazioni della Commissione per il paesaggio, condivise con l'assessore Tancredi, il quale dava contributo alla realizzazione del patto corruttivo”, da un lato agevolando l'attività svolta dal Marinoni “in conflitto di interessi”, dall'altra fornendo “specifico supporto all'affare Nodi e Porte metropolitane, accordando il patrocinio del Comune di Milano e partecipando e stimolando incontri con gli operatori privati interessati alla realizzazione dei progetti urbanistici elaborati dalla J+S srl e dalla Studio Marinoni”.

Catella e Boeri si sarebbero rivolti a Tancredi per farlo “interferire” nelle valutazioni della Commissione per il paesaggio, “così inducendo indebitamente il presidente della Commissione Paesaggio Marinoni a orientare la Commissione (stessa, ndr) a esprimere parere favorevole” sull'intervento edilizio denominato P39-Pirellino e Torre botanica, è uno dei passaggi del decreto di perquisizioni e sequestro della Procura di Milano.

In particolare Tancredi, “facendo proprie le richieste di Boeri e Catella che minacciavano la ‘rottura’ delle relazioni che la mancata approvazione avrebbe provocato e riferendo che ‘ovviamente’ anche il sindaco Sala (estraneo, ndr) era stato informato da Boeri per averne l'appoggio, faceva pressioni su Marinoni, affinché facesse esprimere la Commissione in modo favorevole sull'intervento così da garantire gli interessi di Catella e Boeri”.

All’esito di queste “ripetute pressioni” su Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione per il paesaggio, nella seduta del 5 ottobre 2023, la Commissione esprimeva il parere favorevole, utilità indispensabile per ottenere le autorizzazioni edilizie, come richiesto da Tancredi che sponsorizzava gli interessi di Boeri e Catella” sostiene la pubblica accusa.

I pm: "Sistema di corruzione sistemica, ricadute allarmanti"

Parlano di un "sistema di corruzione sistemica e ambientale" i pubblici ministeri milanesi Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, nel richiedere al gip Mattia Fiorentini le sei misure cautelari.

Per i pm sarebbero "elevatissimi" i rischi che i sei indagati reiterino e aggravino le loro condotte, dal momento che i loro comportamenti sono "indubbiamente deviati verso il favore per il conflitto di interessi e la corruzione delle funzioni", con "ricadute allarmanti".

Al centro dell'inchiesta - viene sottolineato dai pubblici ministeri nella richiesta di misure - c'è "fenomeno dell'incontrollato sviluppo immobiliare di investitori privati nel territorio del Comune di Milano, che non accenna a contenersi" ed è anche "appoggiato dalle note iniziative legislative, sollecitate da altri indagati".

La vicenda de il Pirellino e della Torre botanica - con la Commissione per il paesaggio che passa dal negare ad approvare il progetto urbanistico tra i tanti finiti sotto la lente della procura di Milano - "appare emblematico del conflitto di interessi in cui Marinoni (ex presidente della Commissione stessa, ndr) e Tancredi (assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune, ndr) agiscono e dello strapotere dei portatori di interessi privati hanno acquisito sulla pubblica amministrazione e la gestione politica dell'ente esponenziale favorendo la creazione di veri e propri ufficio paralleli che agiscono nell'ombra al servizio di tali interessi economici privati", si legge ancora.

Per i pm, gli interessi di Marinoni e di Manfredi Catella "e quelli pure deviati di Tancredi si intrecciano", e quando la vicenda si risolve il 5 ottobre del 2023 con la Commissione che delibera il parere favorevole sul progetto di via Melchiorre Gioia, "trovando più conveniente sottostare all'imposizione minacciosa e alle pressioni esercitate da Boeri e Catella (il quale coinvolgeva anche il sindaco Sala ed il direttore generale Malangone) e in prima linea dall'assessore Tancredi".

I documenti acquisiti nei diversi filoni d'indagine sulla rigenerazione urbana e finiti in un'informativa dello scorso 15 maggio restituiscono un "sistema urbanistico edilizio deviato di Milano", a dire della Procura, e riconducono "ancora una volta alle eversive degenerazioni in cui opera la Commissione per il paesaggio, nonché alla strumentalizzazione che ne fa la parte politica, principalmente l'assessore Tancredi, in sintonia con il sindaco Sala ed il direttore generale Christian Malangone (servendosi del faccendiere Marinoni), per portare avanti relazioni private con gruppi della finanza immobiliare attivi a Milano e la soddisfazione dei loro interessi", sostiene ancora la procura.

"Ciò avviene - si legge nel provvedimento - nella cornice di un'azione amministrativa viziata da una corruzione circolare, edulcorata all'esterno attraverso il ricorso a fantasiosi e raffinati metodi di maquillage giuridico".

Secondo i pubblici ministeri che ne chiedono l'arresto, i sei indagati con "senso di impunità", "noncuranza e spregiudicatezza" avrebbero "approfittato delle posizioni di potere politico, economico e di influenza" che occupano e avrebbero agito "sinergicamente" in una "rete corruttiva istituzionale e finanziaria".

Una situazione favorita anche - viene evidenziato nella richiesta di misure cautelari - dalla "vulnerabilità sempre più accentuata dell'amministrazione pubblica e del potere legislativo".

"Da Boeri toni di comando su sindaco Sala"

C'è anche un messaggio WhatsApp che l'architetto Boeri avrebbe mandato il 22 giugno del 2023, il giorno prima di una seduta della Commissione paesaggio che doveva dare un parere sul progetto di riqualificazione del Pirellino in Torre botanica, tra gli atti dell'inchiesta della procura di Milano.

"I toni di Boeri nei confronti del sindaco - scrivono i pubblici ministeri - erano molto risoluti e di comando". L'archistar avrebbe ricordato a Sala che "del caso aveva già parlato a lungo con Tancredi" e anche con Malangone. E che in caso di parere negativo al progetto da parte della Commissione paesaggio ci sarebbe stata una "'rottura' e contenziosi da parte di Manfredi Catella", l'immobiliarista.

Il 22 giugno 2023 il progetto ottenne per la prima volta parere favorevole "condizionato". Boeri il giorno prima di quella seduta avrebbe anche mandato, come si legge, un messaggio vocale a Catella nel quale parlava "di un incontro avvenuto in Comune con Tancredi e Malangone, aggiungendo - spiegano i pubblici ministeri - che occorreva far intervenire su Marinoni", presidente della Commissione paesaggio, "il sindaco Giuseppe Sala, a cui lui aveva già mandato un messaggio".

Sala: "Non ci riconosciamo in lettura riportata"

“Ritengo necessario avere un quadro più completo dei rilievi che stanno emergendo in queste ore. Posso solo dire che l'amministrazione non si riconosce nella lettura che viene riportata”, commenta intanto in una nota il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

“Da diversi mesi l’amministrazione comunale ha intrapreso un percorso di riorganizzazione e ha assunto nuovi provvedimenti”, ricorda Sala nella nota. “Gli ultimi accadimenti - aggiunge il sindaco - dovranno essere compresi e valutati perché non venga vanificato il prezioso percorso intrapreso”.

“L’assessore Tancredi si sta confrontando con i suoi legali prima di assumere qualunque iniziativa”, ha fatto poi sapere nella nota mentre era in corso un faccia a faccia tra il primo cittadino e l’assessore alla Rigenerazione urbana.

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