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Terrorismo, il folle progetto neonazista: "Uccidere Meloni"

Da quanto emerge dall'inchiesta, coordinata dalla Procura di Bologna, nel mirino era finita la presidente del Consiglio. Il gruppo voleva arrivare a provocare una "guerra civile"

Giorgia Meloni (Fotogramma/Ipa)
Giorgia Meloni (Fotogramma/Ipa)
04 dicembre 2024 | 19.12
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"Trovami un cecchino e attueremo il tuo piano" che sarebbe stato quello di uccidere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L'intercettazione riporta quanto si sono detti due indagati di un gruppo neonazista, smantellato questa mattina nel corso di un'operazione coordinata dalla Procura di Bologna che ha portato all'arresto di 12 persone. La premier, si legge nell'ordinanza, era ritenuta "asservita al potere ebraico" e contro di lei era in corso "una vera e propria attività di dossieraggio" da parte dei capi dell'organizzazione. Un modo, questo, per condividere "strenuamente il progetto di uccidere la Presidente del Consiglio", progetto condiviso con gli altri membri della Werwolf Division, e paventato anche "in modalità autonoma" con il fenomeno dei cosiddetti "lupi solitari". Nel corso delle indagini sono emersi riferimenti all'acquisto di armi e all'utilizzo di poligoni di tiro abusivi per testare pistole.

I componenti della Werwolf Division stavano proseguendo nel "progetto di uccidere Meloni" con l'obiettivo dichiarato di "sovvertire l'ordine democratico" e arrivare alla "guerra civile". E' loro convinzione - si evince dall'ordinanza - che la premier sia "traditrice", in quanto "amica di Sion" e quindi "una schifosa".

La formazione neonazista - secondo l'accusa - era impegnata nella formazione di guerriglieri, istigati a cercare e acquistare armi tramite canali telematici. In una intercettazione, uno dei "guerriglieri" dice chiaramente che "allenavo cinque persone potenzialmente guerriglieri da dargli un'arma in mano, andare davanti alla Meloni e sparargli in testa".

Cellula neonazista cercava alleanze per attacco a Parlamento

Non solo l'uccisione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tra le folli ambizioni della cellula neonazista c'era anche, si legge nell'ordinanza, un attacco al Parlamento da compiere con una nuova alleanza da stringere. "Allora tu sei d'accordo con me che sia ora di formare due eserciti, uno davanti alle guardie del Parlamento Italiano, uno alle spalle delle guardie stesse che lo prenderebbe di sorpresa poco dopo il primo attacco, e un terzo fronte che attacca frontalmente il Parlamento ed entra dentro, portando fuori i politici?", si legge ancora nello scambio di messaggi riportato nell'ordinanza. "Non ha senso attendere ancora", "bisogna trovare armi e persone che sappiano usarle". "Allora tenete presente che avrete dei soldati pronti quando sarà che attaccheremo il palazzo del governo per togliere di mezzo le pedine dei Massone farli venire allo scoperto! Noi ci stiamo preparando alla battaglia, mentalmente e fisicamente, e aspettiamo solo di trovare delle armi da poter usare" scrivono nell'ordinanza.

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