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Studentessa violentata a Roma, domiciliari per Simone Borgese: nel 2015 stuprò una tassista

Trentanove anni, ha scontato 7 anni di carcere: era tornato in libertà a novembre 2021. La vittima: "Non sarei mai salita sull'auto di uno sconosciuto, mi ha manipolata"

Nel riquadro Simone Borgese  - (Fotogramma)
Nel riquadro Simone Borgese - (Fotogramma)
06 giugno 2024 | 13.04
LETTURA: 3 minuti

Il gip di Roma ha disposto gli arresti domiciliari per Simone Borgese, l'uomo arrestato dalla polizia con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una studentessa a Roma. I pm capitolini avevano chiesto il carcere per Borgese, che aveva finito di scontare una condanna a sette anni e mezzo di carcere per violenza sessuale, compiuta sempre l’8 maggio, nel 2015, ai danni di una tassista ed era tornato in libertà il 10 novembre 2021. Il giudice ha invece concesso i domiciliari al 39enne.

L'aggressione

Il 39enne, l'8 maggio scorso, ha fatto salire sulla sua auto, con la scusa di chiedere indicazioni stradali, una studentessa che stava aspettando l'autobus in via della Magliana. L'uomo con la giovane a bordo ha poi raggiunto una zona isolata costringendola a subire una violenza. Infine l'ha riaccompagna nei pressi di Villa Bonelli. La giovane ha sporto denuncia e gli investigatori hanno fatto immediatamente scattare le indagini.

La vittima: "Io manipolata, mi faceva sentire in colpa"

"Io continuavo a dirgli nella tua macchina non salgo. E lui ha iniziato a farmi sentire in colpa perché non lo stavo aiutando - ha raccontato la studentessa vittima dello stupro - . Mi diceva 'non mi stai aiutando in una situazione come questa', poi continuava a ripetere che aveva il telefono scarico. E ancora 'se io mi perdo come faccio'. E' stato veramente un attore, un manipolatore. Non sarei mai salita sulla macchina di uno sconosciuto. Non sono stata abbastanza lucida per la situazione che si era creata, vedevo le macchine ferme da un lato e dall'altro della strada, il traffico, lui con lo sportello aperto".

Incastrato dalla targa dell'auto

Sono stati alcuni numeri della targa e il modello dell'auto a permettere agli investigatori di risalire all'autore dello stupro. La vittima è riuscita a fornire solo una parte della targa e il modello. Incrociando questi dati è stata individuata la vettura usata dall'arrestato, Simone Borgese. La macchina era intestata al marito della madre del presunto stupratore.

Oltre alle informazioni e alle descrizioni fornite dalla vittima gli investigatori hanno analizzato le immagini del sistema di videosorveglianza cittadino presente sul tragitto percorso dall’uomo. Infine grazie al riconoscimento fotografico hanno identificato e arrestato il 39enne.

La condanna a 7 anni e 6 mesi

Condannato a 7 anni e 6 mesi per aver violentato una tassista che lo aveva accompagnato a Ponte Galeria, Borgese è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e anche condannato al risarcimento dei danni. In particolare 30mila euro all'aggredita e 10mila euro al Comune di Roma. Le accuse contestate erano aggressione, rapina, violenza sessuale.

Borgese, dopo l'arresto, aveva ammesso le sue responsabilità e si giustificò affermando di essere stato colto da un raptus. L'aggressione avvenne in una strada sterrata, dove la tassista, di 43 anni, lo aveva accompagnato.

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