L'uomo, positivo ma non sotto effetto di cannabinoidi, è indagato per omicidio colposo
È risultato positivo ai cannabinoidi, ma non sotto effetto, il lavoratore della Culmv alla guida della ralla che la notte tra il 17 e il 18 dicembre, con una manovra azzardata ha causato la morte del collega Giovanni Battista Macciò nel terminal Psa del porto di Genova Pra'. Le analisi sono state fatte al Galliera nell'immediatezza dell'incidente, il portuale, da un primo controllo della polizia locale è risultato negativo all'alcol test, ma prima dell'incidente avrebbe assunto cannabis, il cui effetto si era però esaurito nel frattempo, probabile quindi che l'assunzione risalga ad alcuni giorni prima dell'incidente
L'uomo, difeso dall'avvocato Paolo Scovazzi, è indagato per omicidio colposo, la procura ha acquisito le immagini delle telecamere in porto. In un video, pubblicato dai giornali, si vede la ralla cambiare direzione all'improvviso, impattando sull'altro mezzo e travolgendo Macciò che stava verificando alcuni containers. Una manovra strana, su cui indagano gli inquirenti che però non contestano per ora l'aggravante per l'uso di cannabinoidi. Inoltre non risulta che il portuale stesse utilizzando il cellulare mentre era alla guida della ralla.
Le indagini sono coordinate dalla pm Arianna Ciavattine e seguite dalla capitaneria di porto e dal gruppo Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro di Asl3. Oltre al video già trasmesso ne sono stati sequestrati altri, insieme allo stato di servizio, l'idoneità e le verifiche periodiche del mezzo, che però risulterebbe essere nuovo e perfettamente funzionante. Rimane da capire il perché di quella manovra costata la vita al collega e il ferimento di un altro che era a bordo della ralla con cui si è scontrato il mezzo.
"Ho avuto un colpo di sonno, sono distrutto", ha derro P.R. il portuale indagato per omicidio colposo per aver provocato la morte di Giovanni Battista Macciò. Le parole sono state riferite telefonicamente al suo avvocato. "Ci ho parlato velocemente al telefono, domani lo incontrerò", spiega l'avvocato Scovazzi all'Adnkronos. Il portuale all'avvocato ha smentito anche le voci su una presunta lite che avrebbe scatenato l'incidente. "Assolutamente no", ha detto e su Macciò: "Era un amico fraterno". L'uomo è indagato, ma la procura non gli contesta l'aggravante per l'uso di stupefacenti nonostante sia risultato positivo al test effettuato al Galliera. "Non era sotto effetto e lo ha sottolineato la stessa procura", spiega Scovazzi.
Il suo assistito che, come emerso subito dopo l'incidente ha alcuni precedenti, "ma non specifici e comunque di poco conto, si tratta di alcune liti in ambito stradale", precisa l'avvocato, che aggiunge: "Sicuramente non è una persona dal temperamento mite, ma da lì a ipotizzare che abbia fatto apposta quello che ha fatto ce ne vuole".