cerca CERCA
Venerdì 28 Febbraio 2025
Aggiornato: 14:28
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Papa, cardinal Ravasi: "Dimissioni possibili se compromessa possibilità di contatti diretti"

Il porporato: "Da parte del Pontefice c'è sempre stata la tendenza a combattere e a reagire". Gli arcivescovi di Marsiglia e Barcellona: "Tutto è possibile"

Cardinale Gianfranco Ravasi - Fotogramma
Cardinale Gianfranco Ravasi - Fotogramma
20 febbraio 2025 | 11.34
LETTURA: 5 minuti

Papa Francesco, ricoverato al Gemelli e in condizioni che appaiono in miglioramento, potrebbe rassegnare le dimissioni "se si trovasse in una situazione in cui fosse compromessa la sua possibilità di avere contatti diretti". Ne è convinto il cardinale Gianfranco Ravasi che ne ha parlato a 'Non Stop News' su Rtl 102.5. Il Pontefice, in ospedale dal 14 febbraio, viene curato per una polmonite bilaterale. Le parole di Ravasi innescano un dibattito sul tema.

Gli arcivescovi di Marsiglia e Barcellona: "Tutto è possibile"

"Tutto è possibile ma io non so nulla, non ho ascoltato Ravasi, tutto è possibile. Stiamo vivendo tutto ciò con una certa preoccupazione", ha osservato il card. Jean Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, a margine di una iniziativa dedicata alla pace in Vaticano.

Anche l'arcivescovo di Barcellona, il card. Juan Josè Omella, ha osservato: "Se Ravasi sa qualcosa non so, io non lo so. Non sono un indovino, sappiamo che nella chiesa tutto è previsto, anche la rinuncia. Che farà Francesco? Neanche io so nulla e in questi giorni non ho parlato col Papa. Spesso perdiamo troppo tempo a fare ipotesi, viviamo questo momento e accogliamo ciò che viene senza avere paura. Spesso ci dimentichiamo il valore della vita. Le supposizioni non portano da nessuna parte".

Il presidente dei canonisti: "Sempre pensato che si sarebbe dimesso"

Pierluigi Consorti, presidente dei canonisti italiani, all'Adnkronos osserva: "Io ho sempre pensato che Bergoglio prima o poi si sarebbe dimesso". A modo di vedere del presidente dei canonisti, le espressioni che il Papa ripete con una certa frequenza ('Si governa con la testa, non si governa con le gambe'; il papato è una 'carica a vita') non sono in contraddizione con la possibilità di rinuncia al soglio di Pietro. "La rinuncia di Benedetto XVI - riflette Consorti - ha riportato alla luce un problema enorme che probabilmente nessun Papa riuscirà mai a regolare, e cioè cosa succede quando il Papa è impedito; perché il problema c'è. I papi precedenti avevano i segretari che nominavano vescovi perché in qualche modo 'governavano'. Penso a Stanislao per Wojtyla, e anche a mons. Georg Ganswein per Ratzinger: erano segretari con una loro responsabilità propria. Bergoglio non li ha mai voluti avere perché ha sempre gestito in prima persona".

"Ora, il Papa - osserva ancora il presidente dei canonisti italiani - pure ricoverato al Gemelli, continua a portare avanti il lavoro e ad incontrare" i collaboratori "ma quando non fosse più in grado di portare avanti il governo della Chiesa io credo che lascerebbe. Non è uno attaccato al comando, e la funzione si è anche desacralizzata. Io credo e sono convinto che per come si è sempre comportato se si accorgesse di non essere più in grado di portare avanti questo lavoro, farebbe un passo indietro". Lo stesso Bergoglio due anni fa, in un'intervista al quotidiano spagnolo Abc, rivelò di avere già consegnato una lettera di rinuncia al papato nelle mani dell'allora segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, perché potesse essere usata in caso d'impedimento fisico tale da costringere Francesco a farsi da parte. "Uno strumento - osserva il canonista - che mi auguro non diventi una prassi".

L'intervento integrale di Ravasi

"Le dimissioni del Papa? Io penso che possa farlo, perché è una persona che, da questo punto di vista, è abbastanza decisa nelle sue scelte. Finora - ha ricordato Ravasi - ha ritenuto di continuare la sua attività, anche quando, per esempio, c’è stata la difficoltà del ginocchio, che ha cambiato il normale stile di relazione della figura pubblica con l’intera comunità ecclesiastica mondiale. In quell’occasione, ebbe quella famosa battuta secondo cui si governa con il cervello e non con il ginocchio. Quindi, c’è sempre stata la tendenza a combattere e a reagire, ed è anche una scelta legittima, perché ha potuto affrontare perfino viaggi in condizioni assolutamente difficili e impegnative, come quello nell’Estremo Oriente".

"Tuttavia, è fuori di dubbio che, se si trovasse in una situazione in cui fosse compromessa la sua possibilità di avere contatti diretti - ha sottolineato - come lui ama fare, di poter comunicare in modo immediato, incisivo e decisivo, allora credo che potrebbe decidere di dimettersi".

Quanto alle condizioni di salute del Pontefice "si osserva una sottile ripresa - ha osservato Ravasi - . Considerando un organismo abituato lungamente a combattere, si può dire che tutta la sua vita è stata quasi sempre in tensione. Quindi, è un organismo abbastanza forte. Le notizie verranno fornite di momento in momento, in una situazione che, comunque, rimane complessa. Tuttavia non critica, come sospettato da alcuni mezzi di comunicazione. È una condizione che tutti possono comprendere, considerando l’esperienza di avere parenti anziani che, quando colpiti da una polmonite, non reagiscono come un giovane di 20 o 30 anni".

"L’apprensione c’è stata, è vero, soprattutto quando si è manifestata la sindrome della polmonite bilaterale - ha ammesso il cardinale - che, in una persona con un polmone a cui è stato asportato un lobo in passato, rappresenta evidentemente una situazione piuttosto difficile da superare. Tuttavia, sembra che ora l’orientamento generale sia più positivo, considerando una struttura fisica complessivamente forte e abituata a superare interventi impegnativi".

"Quel momento di preoccupazione è naturale - ha aggiunto - ma è stato anche enfatizzato in modo particolare. Io uscivo dal Vaticano l’altra sera e già una giornalista mi chiedeva se avessi visto rientrare il Papa a Santa Marta per un motivo non positivo. Invece no, tutto normale".

"Presenza forte contro il pontificato di Francesco"

"Sulle speculazioni riguardanti le condizioni di salute del Papa, concretamente - ha affermato Ravasi - non ho un’esperienza così diretta; non percepisco questo clima. Direi che si tratta più di un fenomeno legato alla rete e alla comunicazione di massa, caratterizzato da una tendenza quasi bipolare. C’è una presenza forte che reagisce contro questo pontificato: pensiamo, ad esempio, agli Stati Uniti, dove esistono, soprattutto nell’ambito dell’infosfera, queste reazioni. Tra l’altro, la tensione all’interno della Chiesa è sempre stata un fenomeno presente sin dalle sue origini".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza