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Omicidio Carol Maltesi, Fontana condannato all'ergastolo in appello bis

Il verdetto dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza all'ergastolo chiedendo di valutare l'eventuale sussistenza dell’aggravante della premeditazione, oggi riconosciuta

Carol Maltesi. A destra l'abitazione di Rescaldina, luogo del delitto, durante i rilievi della scientifica - Fotogramma /Ipa
Carol Maltesi. A destra l'abitazione di Rescaldina, luogo del delitto, durante i rilievi della scientifica - Fotogramma /Ipa
15 maggio 2025 | 17.08
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Davide Fontana, imputato dell'omicidio di Carol Maltesi, è stato condannato all’ergastolo senza isolamento diurno dalla corte d’Assise d’Appello di Milano, nell'appello bis dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza all'ergastolo chiedendo di valutare nuovamente solo l'eventuale sussistenza dell’aggravante della premeditazione. I giudici hanno riconosciuto l’aggravante della premeditazione accogliendo in pieno la richiesta della Procura generale. Le motivazioni saranno rese note tra 60 giorni.

L'11 gennaio del 2022, l’ex bancario di 45 anni aveva fatto a pezzi la fidanzata nella sua abitazione di Rescaldina (Milano) poi si era liberato del corpo della 26enne, fatto a pezzi.

Nel primo appello i giudici avevano riconosciuto l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, oltre che per la distruzione e l’occultamento di cadavere, aggravanti che avevano fatto aumentare la pena dai 30 anni del primo grado all'ergastolo. La Cassazione ha confermato l’aggravante della crudeltà stabilendo invece un annullamento con rinvio su quella della premeditazione.

Quello di Maltesi fu un omicidio particolarmente crudele. La coppia aveva deciso di girare un video hard da vendere su OnlyFans: Carol fu colpita alla testa con un martello per 13 volte mentre era legata a un palo della lap dance e poi finita con una coltellata alla gola. Il 44enne non avrebbe accettato l'imminente trasferimento della giovane in provincia di Verona. Dopo l’omicidio Fontana aveva fatto a pezzi il corpo tenendo i resti nel congelatore per settimane e infine gettandoli in quattro sacchi di plastica da un dirupo a Paline di Borno, in provincia di Brescia.

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