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Caso Diciotti, governo dovrà risarcire i migranti trattenuti. Meloni: "Decisione Cassazione non avvicina cittadini"

Gli 'Ermellini' accolgono il ricorso dei profughi a cui nel 2018 fu impedito di sbarcare dalla nave della Guardia Costiera che li aveva soccorsi in mare a Catania. Le reazioni della maggioranza e la replica dei magistrati

Nave Diciotti
Nave Diciotti
07 marzo 2025 | 11.54
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Il governo dovrà risarcire i migranti trattenuti a bordo dalla nave Diciotti, che li aveva soccorsi in mare nel 2018. E' quanto deciso dalle sezioni unite della Cassazione, che hanno accolto il ricorso presentato da alcuni profughi che, dopo essere stati salvati dalla nave della Guardia Costiera, sono stati trattenuti a bordo dal 16 al 25 agosto 2018 perché gli fu vietato lo sbarco nel porto di Catania.

Nella richiesta i migranti chiedevano la condanna del governo italiano a risarcire i danni non patrimoniali "patiti in occasione dell’illegittima restrizione della libertà personale avvenuta a bordo della nave della Guardia Costiera italiana “U. Diciotti”, dal 16/8/2018 al 25/8/2018, a causa del mancato consenso all’attracco della nave nei porti italiani, del mancato consenso allo sbarco sulla terra ferma e per il forzato ed arbitrario trattenimento sulla nave nel porto di Catania’’. Le sezioni unite civili hanno ‘cassato’ la sentenza della Corte d’appello di Roma del 13 marzo 2024 rinviando il procedimento a un altro collegio per la quantificazione del danno.

Le reazioni

''Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con ministro dell’Interno Matteo Salvini, non li fece sbarcare immediatamente in Italia. Lo fanno affermando un principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata e con le conclusioni del Procuratore Generale", scrive la premier Giorgia Meloni sui social.

"In sostanza, per effetto di questa decisione - sottolinea Meloni - il governo dovrà risarcire - con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse - persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni, e confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante".

"Credo sia dovere del governo difendere i confini nazionali, tutti gli immigrati irregolari che chiedono di essere risarciti fanno fallire le casse dello Stato. È una sentenza che non condivido, non condivido le basi giuridiche”, dice dal canto suo Antonio Tajani, ministro degli Esteri, vicepremier e segretario di Forza Italia, che aggiunge: "Mi pare una sentenza con poche fondamenta giuridiche. Non la condivido. Siamo impegnati nella lotta contro l'immigrazione clandestina, siamo favorevoli all'immigrazione regolare. Se ogni migrante clandestino che non entra in Italia fa una causa al governo italiano e il governo italiano deve pagarlo, faremmo saltare i conti pubblici perché tutti cercheranno di venire in Italia per speculare da questo punto di vista. E' una sentenza che non condivido. Le sentenze naturalmente si rispettano, ma io non condivido né la base giuridica né i contenuti".

Il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, definisce "vergognosa la sentenza” della Cassazione. “Mi sembra un’altra invasione di campo indebita. Se quel governo come altri governi riteneva che la difesa dei confini, il contrasto all’immigrazione clandestina, il contrasto ai trafficanti di esseri umani era una priorità, ritengo che ad anni di distanza chiedere che siano i cittadini italiani a pagare per la difesa dei confini, di cui ero orgogliosamente protagonista, sia indegno”, afferma Salvini, aggiungendo: “Pagassero i giudici. Se c’è qualche giudice che ama così tanto i clandestini, li accolga un po’ a casa sua e li mantenga. Chissà se di fronte allo splendido palazzo della Cassazione allestissero un bel campo rom e un bel centro profughi, magari qualcuno cambierebbe idea”.

"Le sentenze innanzitutto si eseguono, si rispettano poi si possono commentare - sottolinea il ministro della Giustizia, Carlo Nordio - Io sono un po' perplesso sulle conseguenze che una simile interpretazione del diritto potrebbe avere". "Sappiamo che in Africa ci sono centinaia di migliaia di potenziali migranti, forse addirittura milioni, gestiti da organizzazioni criminali e che aspettano di arrivare in Italia solo in base alle convenienze di questi gruppi e alla capacità degli Stati limitrofi di fermarli. Se producessimo il principio che queste persone, anche entrando illegalmente, hanno diritto a dei risarcimenti finanziari, le nostre finanze andrebbero in rovina".

"Le sentenze giudiziarie a maggior ragione quelle della Cassazione, si rispettano ma si posso commentare - dice anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi - Siamo in un regime democratico, io dico che con profondo rispetto eseguiremo in qualche modo questa sentenza, in quanto è una sentenza della Cassazione, ma non la condivido affatto, per una serie di motivi e proprio conoscendo nella profondità quel caso. Ricordo innanzitutto un giudizio del Senato che stabilì l'inesistenza del reato in quanto si perseguiva un superiore interesse pubblico".

"Quelle persone erano state salvate da mezzi italiani in acque Sar maltesi, quindi in un'area che non sarebbe stata neanche di sua competenza, quindi il diritto della salvezza delle vite umane era stato abbondantemente rispettato, anche oltre gli obblighi - sottolinea Piantedosi - Diverso il caso dei sei giorni in cui la nave fu tenuta nel porto di Catania, per una serie di motivi. Le sentenze si rispettano ma sono commentabili e giudicabili e in questo caso non la trovo condivisibile".

Cassazione e Anm

''Le decisioni della Corte di Cassazione, al pari di quelle degli altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono, invece, inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto’’, dice la prima presidente della Corte di Cassazione. Margherita Cassano.

Interviene anche la Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati, Sezione Cassazione, sottolineando come, "ancora una volta, il normale ed ordinario esercizio dell’attività giurisdizionale, questa volta anche in sede di legittimità, diventi un pretesto per attaccare frontalmente la Magistratura, senza considerare che le pronunce giurisdizionali rappresentano il risultato finale di un complesso iter in cui il caso concreto viene valutato alla luce delle norme vigenti e dei principi elaborati dalla giurisprudenza".

La Giunta dell'Anm "ribadisce, con forza, ancora una volta, che la Magistratura, in un ordinamento democratico, ispirato al principio della separazione dei poteri, è solo interprete imparziale delle norme interne ed internazionali, qualsiasi sia il soggetto, cittadino o migrante irregolare, che lamenti la violazione di un suo diritto e ne chieda la tutela, anche nei confronti dell’autorità pubblica".

"Divieto sbarco sindacabile da giudici, soccorso in mare è dovere"

Nell'ordinanza i giudici scrivono che "va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale’’. "Si è in presenza, piuttosto - si legge - di un atto che esprime una funzione amministrativa da svolgere, sia pure in attuazione di un indirizzo politico, al fine di contemperare gli interessi in gioco e che proprio per questo si innesta su una regolamentazione che a vari livelli, internazionale e nazionale, ne segna i confini. Le motivazioni politiche alla base della condotta non ne snaturano la qualificazione, non rendono, cioè, politico un atto che è, e resta, ontologicamente amministrativo. Non vi è dunque difetto assoluto di giurisdizione’’, sottolineano i supremi giudici. ''Nella misura in cui l’ambito di estensione del potere discrezionale, anche quello amplissimo che connota un’azione di governo, è circoscritto da vincoli posti da norme giuridiche che ne segnano i confini o ne indirizzano l’esercizio, il rispetto di tali vincoli costituisce un requisito di legittimità e di validità dell’atto, sindacabile nelle sedi appropriate. E tra tali vincoli rilievo primario ha certamente il rispetto e la salvaguardia dei diritti inviolabili della persona. L’azione del Governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale - si legge - quando si ponga al di fuori dei limiti che la Costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati’’.

La Cassazione sottolinea infine che "l’obbligo del soccorso in mare corrisponde ad una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere di tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità; come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare’’.

Migrante Diciotti: "Non mi interessa risarcimento ma accertamento responsabilità"

Commenta un migrante eritreo, assistito dall’avvocato Alessandro Ferrara: “Non mi interessava il risarcimento ma che fosse accertata la responsabilità di chi ha messo in atto quelle decisioni: è stata una ingiustizia, ci hanno privato della libertà e di poter chiedere asilo senza che avessimo compiuto alcun reato”.

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