
Il primo a comparire davanti al gip è stato l'ex presidente della Commissione per il paesaggio, che tace e deposita una memoria. Sei a processo per Park Towers, c’è anche l'imprenditore Bezziccheri
Interrogatori preventivi per l'inchiesta sull'urbanistica che sta segnando un terremoto politico e giudiziario a Milano. Al settimo piano del Palazzo di giustizia sempre vietato alle telecamere, hanno sfilato i sei indagati per i quali la procura di Milano ha chiesto gli arresti (due domiciliari e quattro in carcere). Le accuse ipotizzate, a vario titolo, vanno dalla corruzione al falso, dall'abuso edilizio alla lottizzazione abusiva fino all'induzione indebita.
Il primo a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini è stato Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione per il paesaggio che guida - per volere del sindaco Giuseppe Sala (indagato) - fino al 2024. "Sono sereno, mi fido della giustizia italiana", le parole di Marinoni prima di entrare a Palazzo di giustizia. Il conflitto di interesse al centro dell'interrogatorio. "Per la Procura c'è, sarà mio compito dimostrare che non è così". A chi gli chiedeva se è intenzionato a rispondere su tutto, Marinoni non si sbilanciava: Vedremo". E ai giornalisti che seguono l'inchiesta, l'uomo ritenuto centrate nell'indagine sul presunto sistema corruttivo ha aggiunto: "Qualora si dovesse risolvere tutto, tra cinque anni vi voglio qui quando le acque si saranno calmate e probabilmente si saranno chiarite molte cose".
“Sì è avvalso della facoltà di non rispondere. Abbiamo depositato una breve memoria che attiene solo alla mancanza di esigenze cautelari che motiverebbero la richiesta del pubblico ministero”, ha poi spiegato Eugenio Bono, difensore di Marinoni. “La nostra tesi è che non c’è nessun episodio corruttivo nel sistema delineato dalla Procura di Milano, non c’era nessun sistema”, conclude il legale che decide di non rispondere ad altre domande sull’inchiesta che vede 74 indagati.
Per l'accusa, il titolare dell'omonimo studio di architettura (chiesto il carcere) si occupava di dare pareri non vincolanti su progetti urbanistici presentati da imprese che gli avevano affidato incarichi professionali. Un 'conflitto di interessi' che avrebbe dovuto dichiarare, per poi astenersi. Non averlo fatto gli costa l'accusa di false dichiarazioni su qualità personali e di corruzione perché, per i pm, quei compensi rappresenterebbero "una forma di retribuzione della 'messa a disposizione' della funzione di presidente" rendendolo uno "spregiudicato faccendiere" che avrebbe incassato oltre 400 mila euro per parcelle, in gran parte da Federico Pella, tra i progettisti che più hanno cambiato il volto e l'altezza della città.
Anche Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione, è accusato di false attestazioni e di tre corruzioni con altrettanti imprenditori e società. Anche per lui è stato chiesto il carcere e comparirà per secondo davanti al giudice per le indagini preliminari, prima di lasciare la sedia a Giancarlo Tancredi (chiesti i domiciliari), da lunedì ex assessore alla Rigenerazione Urbana della giunta Sala, l'uomo che ha seguito tutte le partite strategiche per il futuro della città. Da Porta Nuova a Citylife, passando per la riqualificazione degli ex scali ferroviari, il Portello, Mind, Expo, per arrivare alla saga infinita dello stadio San Siro.
Tancredi, “si è difeso e ha risposto a tutte le domande” spiega la procuratrice aggiunta di Milano Tiziana Siciliano al termine dell’interrogatorio preventivo di circa un’ora e mezza. “Ha presentato anche una memoria e ci ha detto che ha chiesto una sospensione anche dall’incarico dirigenziale” dal Comune, aggiunge la rappresentante della pubblica accusa che ha rinnovato la richiesta di arresti domiciliari per l’ex assessore. Sulle esigenze cautelari deciderà, non oggi, il giudice Fiorentini.
Negli atti dell'inchiesta emerge che Tancredi - difeso dall'avvocato Giovanni Brambilla Pisoni - avrebbe fatto "pressioni" su Marinoni per ottenere il parere favorevole della Commissione paesaggio su alcuni interventi urbanistici che coinvolgevano, tra gli altri, l'architetto Stefano Boeri (indagato e coinvolto in altri filoni d'indagine sull'urbanistica) e l'imprenditore Manfredi Catella, fondatore di Coima. Assistito dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, Catella è pronto a presentare al gip Fiorentini una memoria con tutte le prove documentali per ribattere alle accuse della Procura che per lui ha chiesto gli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione.
Il 're del mattone' sarà il quinto a varcare la porta del giudice per le indagini preliminari, dopo l'architetto Federico Pella, progettista anche delle terme in zona San Siro, e prima del costruttore Andrea Bezziccheri per i quali i pm hanno chiesto il carcere. L'imprenditore immobiliare di Bluestone, la Guardia di finanza ha sequestrato circa 120mila euro in tagli da 200 euro trovati in una cassetta di sicurezza, sarà l'ultimo dei candidati all'interrogatorio preventivo. Un tour de force per il giudice Fiorentini che non ha termini perentori per decidere, sebbene incomba la pausa feriale.
La decisione dovrà tener conto delle richieste della Procura e delle memorie difensive e dovrà fornire la prima risposta all'impianto accusatorio che racconta di un 'Pgt ombra', di una "degenerazione della gestione urbanistica dell’amministrazione comunale", la quale, invece di essere "presidio di tutela dell'interesse pubblico", sarebbe "asservita alle utilità di una cerchia ristretta elitaria di soggetti" in un "sistema gravemente corruttivo che ha come risultato lo svilimento dell’interesse pubblico".
"Ho risposto a tutte le domande, mi è stata data la possibilità di spiegare. Tutto quello che potevo dire l'ho detto" afferma l''imprenditore immobiliare e fondatore di Coima Manfredi Catella che, per circa due ore, ha risposto alle domande che gli sono state poste dal giudice per le indagini preliminari di Milano Mattia Fiorentini che deve decidere sulla richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla procura nell'inchiesta sull'urbanistica che lo vede indagato per corruzione. Decisione che potrebbe arrivare già la prossima settimana.
La difesa ha anche depositato una memoria "corredata di tutte le evidenze documentali fattuali a supporto dell’insussistenza dei presupposti dei capi di imputazione promossi dalla Procura". Inoltre, "con senso di responsabilità e ferma volontà nel far prevalere innanzitutto gli interessi dell’organizzazione aziendale", Catella rende noto che ieri 22 luglio 2025 ha "proposto al Consiglio di amministrazione di Coima sgr di rimodulare le deleghe assegnatemi in qualità di amministratore delegato, escludendo tutte le attività esecutive aventi a oggetto rapporti con la Pubblica amministrazione, ivi inclusi professionisti che rivestano anche ruoli nell’ambito della Pubblica amministrazione". Il Cda ha deliberato positivamente in tal senso. Catella si dice pronto, infine, ad aggiornare gli stakeholders appena ricevuta la decisione del giudice e li ringrazia per "la fiducia espressa anche con le migliaia di messaggi di solidarietà e stima ricevuti da tutto il mondo".
La giudice dell’udienza preliminare di Milano Alessandra Di Fazio ha deciso intanto di mandare a processo i sei imputati coinvolti nell’inchiesta Park Towers di via Crescenzago tra cui l'imprenditore Andrea Bezziccheri. L’inchiesta sul progetto delle torri, in zona Lambrate, riguarda reati che vanno dagli abusi edilizia al falso. Processo al via il 12 novembre.
A processo anche all'architetto e progettista Sergio Francesco Maria Asti, i funzionari e dirigenti di Palazzo Marino e dello Sportello unico edilizia, Carla Barone, Maurizio De Luca e Francesco Rosata, e l'imprenditore Roberto Verderio, rappresentante legale della Devero Costruzioni che ha eseguito i lavori delle due torri residenziali che fronteggiano il parco Lambro, una con un'altezza di oltre 80 metri e l'altra di quasi 60 e di un terzo stabile per un totale di 113 appartamenti. Per i pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini si tratta di "un'operazione speculativa a favore dell'investitore privato" che non è qualificabile quale ristrutturazione edilizia ma, invece, come un intervento “destinato a incidere sul carico urbanistico dell'intera zona interessata in ragione dell'elevato numero di abitanti in più” – circa 600 alloggi per 1500-2000 inquilini - e che, in quanto tale, “richiedeva l'adozione di un piano attuativo". Sulla nuova costruzione si era già espressa la giudice Daniela Cardamone che pur negando il sequestro delle due torri quasi ultimate aveva accolto l'impianto della procura, riconoscendo l’operazione come “speculativa” con un presunto mancato incasso di quasi 4,5 milioni di euro per Palazzo Marino.
Potrebbe arrivare la prossima settimana la decisione del gip di Milano Mattia Fiorentini sui sei indagati dell'inchiesta sull'urbanistica per cui la Procura ha chiesto una misura cautelare. Lo si apprende da ambienti giudiziari. Il giudice, dopo gli interrogatori, avrà a sua disposizione il materiale probatorio raccolto dai magistrati nel corso delle indagini e il materiale difensivo, quest'ultimo costituito da memorie o dichiarazioni rese oggi dagli stessi indagati. "Sulla base di tutti questi elementi, in un tempo congruo rispetto alla complessità del procedimento e alle valutazioni giuridiche a esso sottese, non essendovi un termine fissato dalla legge, il giudice provvederà a definire con ordinanza il giudizio cautelare, accogliendo o rigettando le richieste di misure formulate dalla pubblica accusa" si legge in una nota del Tribunale di Milano firmata dal presidente Fabio Roia e dalla presidente della sezione Gip-Gup Ezia Maccora.
In caso di accoglimento - i pm hanno chiesto gli arresti domiciliari per Tancredi e Catella e il cercare invece per gli altri quattro - "l'ordinanza sarà eseguita dalla Procura e solo in quel momento sarà notificata alle parti interessate e non sarà più coperta da segreto".