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Giovanni Brusca, libero il boss pentito che azionò il telecomando a Capaci

Lo scorso 31 maggio ha terminato la misura della libertà vigilata ed è diventato un uomo libero dopo 25 anni di carcere

L'arresto di Giovanni Brusca nel 1996 - Alessandro Fucarini
L'arresto di Giovanni Brusca nel 1996 - Alessandro Fucarini
05 giugno 2025 | 11.01
LETTURA: 2 minuti

Giovanni Brusca, il boss che azionò il telecomando nella strage di Capaci, è dal primo giugno un uomo libero.

Lo scorso 31 maggio, come si apprende in ambienti giudiziari, ha terminato la misura della libertà vigilata ed è diventato libero, senza più debiti con la giustizia. L'ex boss di San Giuseppe Jato ha fatto 25 anni di detenzione. Ha iniziato a collaborare dopo l'arresto.

Tina Montinaro: "Amareggiati, come se non fosse successo niente"

"Il ritorno in libertà di Giovanni Brusca ci amareggia molto, moltissimo. Questa non è giustizia per i familiari delle vittime della strage di Capaci e di tutte le altre vittime. Lo so che è stata applicata la legge ma è come se non fosse mai successo niente...". E' l'amaro sfogo con l'Adnkronos di Tina Montinaro, la vedova del capo scorta di Giovanni Falcone, Antonio Montinaro, morto nella strage di Capaci insieme con due colleghi e con il giudice e la moglie.

"Sì, è vero, ha iniziato a collaborare con la giustizia- dice Tina Montinaro, a capo dell'associazione Quarto Savona Quindici, il nome dell'auto di scorta del marito saltata in aria quel 23 maggio di 33 anni fa - ma non bisogna assolutamente dimenticare che anche i collaboratori sono dei criminali. Non sono diventate persone per bene E noi familiari delle vittime in questo modo non ci sentiamo rispettati".

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