
Oggi la seconda udienza. Si cerca un match tra impronte e dna: continua l'incidente probatorio
Anche le impronte delle gemelle Cappa, Stefania e Paola, entrano nella nuova inchiesta sul delitto che vede indagato Andrea Sempio per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Insieme alle due sorelle, cugine della vittima, sono una decina le persone che entrano nell'inchiesta: i nuovi protagonisti - come chiesto dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli - forniranno la loro traccia biologica in modo spontaneo, nessuno è indagato. La decisione della gip arriva al termine della discussione tra le parti e accoglie la richiesta di ‘allargare’ quanto più possibile la ricerca per evitare - tra qualche anno - di ritrovarsi ad analizzare ancora tracce e reperti del delitto di quasi 18 anni fa.
L’elenco delle persone che saranno invitate a fornire il proprio Dna sono Marco Panzarasa, l’amico con cui Alberto Stasi - condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi - trascorre nel luglio 2007 una vacanza in Inghilterra e che (da alcune foto) tocca il computer di Stasi usato anche dalla vittima; tre amici di Marco Poggi (fratello della vittima) tra cui Mattia Capra e Roberto Freddi (non indagati) di recenti perquisiti nell’inchiesta su Sempio; tre carabinieri e un paio di soccorritori intervenuti subito dopo il delitto del 13 agosto 2007. La ricerca sul Dna riguarda solo i maschi dato che sulle unghie della vittima ci sono due tracce parziali della linea paterna (cromosoma Y) che verranno comparate con quelle consegnate dai nuovi protagonisti in modo volontario o coatto se si oppongono. Le cugine Cappa, le gemelle Stefania e Paola che già hanno messo a disposizione il Dna nella prima indagine che ha portato alla condanna di Stasi, verranno invece sottoposte all’analisi delle impronte, traccia che potrebbe essere recuperata da alcuni reperti (fruttolo, pacco di biscotti, bottiglietta del tè) mai analizzati dopo il delitto.
I tempi sono lunghi per chiudere la nuova indagine sul caso Garlasco. Il prossimo 17 giugno l'appuntamento è a Milano per iniziare a lavorare su quale sarà il modo di procedere all'analisi delle due tracce parziali di Dna maschili trovate sulle unghie della vittima Chiara Poggi e come procedere all'analisi degli oggetti mai analizzati trovati nella spazzatura, tra cui un fruttolo, una scatola di biscotti e un brick del té, usati per la colazione del 13 agosto 2007.
Ci vorranno ufficialmente almeno tre mesi per il deposito dei risultati ufficiali sul Dna trovate sulle unghie della vittima - verrà comparato con l'indagato Sempio e con quelli maschili chiesti dal giudice -, sugli oggetti poi bisognerà scegliere se cercare le impronte o il Dna: i reagenti sono diversi a seconda della ricerca e il reagente finisce per 'contaminare' l'oggetto, spiegano i genetisti. Un elemento che rende impossibile una doppia ricerca sullo stesso punto dell'oggetto e che potrebbe essere ovviato (ipotesi tutta da verificare) tagliando il reperto, nonostante il rischio di perdere eventuali elementi presenti.
"Questa valutazione - è certo l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi - verrà fatta con trasparenza da parte di tutti come è sempre stato in questa vicenda, quindi in contraddittorio: ci sarà il perito e i vari consulenti che decideranno oggetto per oggetto". Si tornerà in aula, davanti al gip di Pavia, il prossimo 24 ottobre.
Si riparte da tre impronte senza nome sul cartone di due pizze e da un Dna maschile che finora è stato ritenuto inaffidabile per Andrea Sempio, dopo la perquisizione e la convocazione in caserma per semplici formalità. Al via la seconda udienza dell'incidente probatorio nella nuova inchiesta della Procura di Pavia affidata ai carabinieri di Milano.
Per la Procura e la difesa Stasi è suo il Dna trovato sulle unghie della vittima. Ora i periti nominati dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli - la genetista Denise Albani e il sovrintendente tecnico Domenico Marchigiani della polizia scientifica - dovranno stabilire se la traccia genetica trovata sulle unghie della vittima sia compatibile con il patrimonio genetico dell'amico del fratello della vittima.
Il primo punto è il più controverso: valutare l'utilizzabilità del profilo estratto dal materiale trovato sulle unghie della ventiseienne. Nel processo d'appello bis contro Stasi, il perito Francesco De Stefano aveva concluso, in accordo con i consulenti, sull'inutilizzabilità dei risultati. Conclusione sempre condivisa dal genetista Marzio Capra (famiglia Poggi) e dall'ex comandante del Ris Luciano Garofano (Sempio). Di opposto avviso il genetista forense Ugo Ricci consulente di Stasi e Carlo Previderé che nella sua relazione alla Procura di Pavia parla di compatibilità.
La traccia prelevata a Sempio lo scorso 13 marzo potrebbe restituire il match, ma il cromosoma Y (sui frammenti delle unghie della vittima) non è identificativo: indica solo la linea paterna e non è databile. Difficile possa bastare da solo per formulare le accuse contro il giovane che frequentava la villetta di via Pascoli. Inoltre, l'elemento poco si sposa anche con la dinamica dell'omicidio: Chiara Poggi, chiarisce ogni sentenza, è stata sorpresa dall'assassino e non ha provato a difendersi.
L'appuntamento di oggi servirà, oltre che per definire il possibile quesito su cui dovranno lavorare perito e consulenti, anche per verificare la presenza delle impronte di Sempio a casa Poggi: sono 60 le impronte repertate subito dopo il delitto nell'abitazione e gli investigatori hanno dato un nome a tutte, tranne a tre tracce sui cartoni delle due pizze mangiate dalla vittima e dal fidanzato la sera prima dell'omicidio. L'incidente probatorio si estenderà anche ai tamponi custoditi nell'istituto di Medicina legale di Pavia e ai reperti conservati nei laboratori del Ris di Parma. In un'inchiesta che non risparmia sorprese quotidiane anche oggi, in aula, si preannunciano scintille.
Documenti cartacei e informatici - fotografie, filmati, file audio, appunti, chat e email - ma anche telefoni cellulari, tablet, computer, pen drive, hard disk - contenenti file quali fotografie, filmati, file audio, appunti, chat ed email - del periodo dell'omicidio del 13 agosto 2007 "o comunque utili a ricostruire i rapporti tra la vittima, l'indagato e la sua cerchia di amici, le abitudini di vita dell'indagato all'epoca dei fatti, la frequentazione di casa Poggi, e ogni altro elemento utile a collocare l'indagato sulla scena del crimine in eventuale concorso con terzi". E' uno dei passaggi del decreto di perquisizione che la Procura di Pavia ha esibito mercoledì scorso a Sempio Il risultato è che i carabinieri di Milano sono andati via dalla sua casa di Voghera con uno scatolone di cose su cui lavorare, altre sono state acquisite nell'abitazione dei genitori.
Per il delitto di quasi 18 anni fa è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l'allora fidanzato Alberto Stasi a cui solo un processo positivo di revisione (già bocciato due volte) potrà togliere il marchio di assassino. Dallo scorso gennaio Sempio è indagato in una nuova indagine nata anche su input della difesa del condannato che punta a rendere utilizzabile il profilo maschile trovato sulle unghie della vittima, uno attribuibile a loro parere (e della procura) a Sempio, l'altro ancora ignoto.
Contro Sempio, nel decreto di perquisizione che ha riguardato anche l'abitazione di due amici, è citata proprio la relazione sul presunto match della traccia biologica firmata dal genetista Carlo Previderé nella consulenza tecnica voluta dalla Procura di Pavia; gli atti di indagine "in particolare, i tabulati telefonici dell'utenza Poggi (abitazione), le sommarie informazioni assunte da Andrea Sempio, nonché dai suoi familiari e amici e i verbali di sommarie informazioni assunte dai genitori dell'indagato" e infine "il verbale di interrogatorio reso da Sempio nell'ambito del procedimento penale del 2016" conclusosi con l'archiviazione dalle accuse come chiesto dalla stessa Procura di Pavia.