Garlasco, indagato ex procuratore di Pavia: "Per Sempio archiviazione troppo rapida, ipotesi corruzione"

Il decreto di perquisizione: anomalie in indagini, passaggi di intercettazioni omessi, assegni delle zie e contanti ritirati. Il sospetto da un appunto a penna di papà Sempio. La notizia anticipata dai social del Tg1

Andrea Sempio - Fotogramma /Ipa
Andrea Sempio - Fotogramma /Ipa
26 settembre 2025 | 09.03
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L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti risulta indagato per corruzione in atti giudiziari. Il fascicolo della Procura di Brescia nasce da alcuni atti di indagini dei colleghi di Pavia che stanno indagando su Andrea Sempio come possibile assassino (in concorso) di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Il sospetto è che Venditti abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa nella villetta di via Pascoli.

Sospetto corruzione da un biglietto, gli assegni delle zie di Sempio e i contanti ritirati

Un sospetto che nasce da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes ‘Venditti / gip archivia X 20-30 euro’ con la data ‘febbraio 2016’. Un promemoria che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre del nuovo sospettato del delitto della ventiseienne, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva solo nel 2017.

Il biglietto è stato sequestrato lo scorso 14 maggio in casa dei genitori Sempio, durante il blitz dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano che conducono le nuove indagini.

Un appunto scritto a mano da cui - secondo i pm di Brescia che indagano - emergerebbe che all'inizio del mese di febbraio 2017, quando Sempio era indagato la prima volta per l'omicidio di Chiara Poggi, "fosse stata proposta o comunque ipotizzata la corresponsione al procuratore aggiunto Mario Venditti di una somma di denaro correlata all'archiviazione del procedimento". L'archiviazione - ricordano i pm nel decreto di perquisizione - è stata richiesta il 15 marzo 2017 e accolta dal gip il 23 dello stesso mese.

A dimostrare la corruzione sarebbe anche il passaggio di un'intercettazione non trascritto in cui il padre di Andrea Sempio farebbe riferimento alla necessità di "pagare quei signori lì" con modalità non tracciabile. Per i pm bresciani competenti nelle indagini su eventuali reati commessi dai magistrati del distretto di Corte d'Appello di Milano "appare necessario comprendere perché fu omessa la trascrizione di quelle frasi, di forte valenza indiziaria", ma soprattutto perché allora "fu omessa ogni verifica bancaria", per cercare di ricostruire chi fossero i beneficiari dei pagamenti a cui faceva riferimento Giuseppe Sempio.

Accertamenti bancari che la Procura di Brescia, nell'ambito dell'attuale indagine per corruzione, ha chiesto di fare alla guardia di finanza e da cui sarebbero emerse "una serie di movimentazioni anomale" tra il dicembre 2016 e il giugno 2017.

In particolare le zie paterne di Andrea Sempio (oggi anche loro perquisite) avrebbero emesso assegni per un totale di 43mila euro in favore del fratello, che a sua volta insieme al figlio avrebbe prelevato in contanti un totale di 35mila euro "del tutto incongrui rispetto alle loro ordinarie movimentazioni bancarie", sottolineano i pm nel decreto di perquisizione. Giuseppe Sempio avrebbe anche versato a un suo parente un assegno da 5mila euro, subito prelevati in contanti.

Oggi in casa dei genitori di Andrea Sempio e degli altri parenti coinvolti in queste "movimentazioni anomale", oltre che nell'abitazione di Venditti e dei militari ora in congedo che indagarono nel 2017, carabinieri e fiamme gialle stanno cercando "ogni possibile elemento utile" a dimostrare la necessità di denaro da parte della famiglia Sempio 9 anni fa e il versamento di quei soldi agli inquirenti "per influire" sulle indagini. Lo cercano nei pc, nei tablet, sui telefoni e su supporti di archiviazione, ma anche tra gli appunti conservati in casa e nelle agende di allora.

Ipotesi corruzione per 20-30mila euro

L'ex procuratore di Pavia nel 2017 avrebbe ricevuto "una somma indebita di denaro, nell'ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio", si evince - apprende l'Adnkronos - dal decreto di perquisizione nei confronti dello stesso Venditti, dei carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, di Andrea Sempio, i suoi genitori e una serie di parenti, firmato dal pm di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete.

"Anomalie e passaggi intercettazioni omessi in indagini su Sempio"

Le indagini su Sempio condotte nel 2017 dalla procura di Pavia "sono state caratterizzate da una serie di anomalie", scrivono ancora pm e procuratore nel decreto.

In particolare i pm bresciani, competenti per gli eventuali reati commessi dai magistrati del distretto di Corte d'Appello di Milano, evidenziano "l'omissione" da parte della polizia giudiziaria incaricata delle indagini della "trascrizione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali" e "alcuni contatti opachi" tra Sempio e i carabinieri in congedo Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, allora rispettivamente addetto e responsabile della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia. Sapone avrebbe intrattenuto con la famiglia Sempio "dei contatti non relazionati"; mentre quelli di Spoto avrebbero avuto una "durata incongrua rispetto all'attività da svolgere".

Tra le "anomalie" evidenziate nel decreto di perquisizione, eseguito oggi, i pm di Brescia citano anche "la breve durata dell'interrogatorio di Andrea Sempio" e la "verosimile conoscenza anticipata" da parte dei suoi familiari dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pm di Pavia. Nel decreto viene evidenziata la "formula tranchant" con cui si conclude l'annotazione d'indagine del 7 marzo 2017: "Completa assenza di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie a carico di Andrea Sempio".

"Sempio sapeva le domande dell'interrogatorio"

Sempio nel 2017 sarebbe stato "informato da qualcuno delle domande che gli sarebbero state rivolte", evidenziano ancora i pm.

Nel decreto di perquisizione si fa riferimento all'intercettazione ambientale di una conversazione tra Sempio e suo padre Giuseppe, captata a bordo dell'auto dell'indagato il 9 febbraio 2017, il giorno prima dell'interrogatorio. "Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che...", dice il padre; "Sì lo so", risponde il figlio. "Massimo - prosegue Giuseppe Sempio - se ti infila dentro qualche domanda che non... dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni...".

Caso Garlasco, legale Sempio: "Mai dato soldi per archiviazione" - Video

Padre e figlio vengono intercettati anche il giorno successivo, subito dopo l'interrogatorio. I due si confrontano su quanto dichiarato agli inquirenti, con la famosa espressione "ne ho cannata una", rispetto a una domanda su quando Sempio avesse ritrovato lo scontrino del parcheggio di Vigevano della mattina del 13 agosto 2007, quando venne uccisa Chiara Poggi. Dopodiché l'amico del fratello della vittima, confrontandosi con il padre, osservava: "A parte che erano dalla nostra... perché mi han fatto alcune domande che io ho capito perché me le facevano...".

Perquisizioni in casa dei genitori di Sempio

Sono intanto terminate le perquisizioni a casa dei genitori di Andrea Sempio, indagato nel nuovo filone d’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. La notizia era stata anticipata dai social del Tg1. Dalla casa di famiglia, sono usciti poco dopo i carabinieri, le fiamme gialle e anche i genitori del 37enne indagato per omicidio, accompagnati dal legale Massimo Lovati.

Legale Sempio: "Sui pizzini serve perizia calligrafica"

“I pizzini richiedono prima una perizia calligrafica per essere attribuiti a chicchessia”, ha spiegato l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Sempio mentre era in corso la perquisizione.

“Mi sembra un normale preventivo di spesa, vuol dire che il costo per gli avvocati sarà di 20-30mila euro. Come fa la Procura di Brescia a pensare che il magistrato, con il suo stipendio, si accontenti di noccioline?”, ha poi detto Lovati chiudendo così l’ipotesi che qualcuno possa aver pagato tra i 20-30mila euro Venditti.

Quella del 2017, nata su impulso della madre di Alberto Stasi “era un’indagine vuota, gli ho detto subito che sarebbe stata archiviata, la vittoria era in tasca dall’inizio” ha aggiunto il legale a chi gli faceva notare la sicurezza dei Sempio sulla decisione in merito al fascicolo e sui tempi dell’archiviazione.

“Sempio ha saputo dell’indagine a Natale 2016, mentre mangiava il panettone ha saputo di essere indagato dalla tv. È venuto da me e gli ho detto di stare tranquillo perché poi è finita come avevo detto. Era un’indagine investigativa vuota ma quale corruzione? Cosa dovevano pagare un’indagine vuota? Mi sembra sempre di più una macchinazione” conclude Lovati. In questa indagine né Sempio, né i genitori risultano indagati.

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