
Le dichiarazioni all'Adnkronos del consulente Pasquale Linarello, il primo ad aver individuato il match tra il Dna dell'amico del fratello di Chiara Poggi e il materiale trovato sotto le sue unghie
La difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio dell'ex fidanzata Chiara Poggi, presenterà una relazione in procura a Pavia - come anticipato dal Tg La7 - per chiedere "approfondimenti non solo sull'impronta 33" che una consulenza tecnica dei pubblici ministeri attribuisce al nuovo indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, "ma anche sull'impronta 10 che sarà al centro dell'incidente probatorio" che prenderà il via il 17 giugno - e "su una serie di approfondimenti digitali".
In particolare "ci concentriamo sull'impronta 33 alla ricerca di sangue e sull'impronta 10 per cercare un Dna ignoto" svela all'Adnkronos il consulente Pasquale Linarello, il primo ad aver dichiarato il match tra il Dna di Sempio e il materiale trovato sulle unghie della vittima.
L'impronta 33 repertata dal Ris di Parma pochi giorni dopo il delitto di Garlasco è stata sottoposta a reagente, la ninidrina, che restituisce il colore rossastro dell'ormai famosa foto. Già sottoposta nel 2007 dai carabinieri ai test per rilevare le tracce ematiche il combur test ha dato esito dubbio e l'Obti test (più specifico per il sangue umano, ndr.) ha restituito esito negativo. Di quella traccia palmare, che oggi la procura attribuisce a Sempio, è stata asportata una parte, grattando dal muro l'intonaco.
"Sulle scale della villetta dei Poggi dove viene trovato il corpo di Chiara sono state rinvenute diverse impronte, ma solo quella traccia - sottolinea Linarello che affianca Ugo Ricci - ha ricevuto quel trattamento, vuol dire che ha attirato l'attenzione: c'era un alone o un qualche elemento che li ha indotti a fare il test". Sulla parte asportata - ma forse andata persa, dopo quasi 18 anni e una condanna definitiva - "la nostra intenzione è di chiedere nuovi esami, anche se i test per rilevare la presenza di sangue sono sostanzialmente identici nonostante siano passati degli anni. L'impronta di Sempio non è databile - ammette il consulente della difesa Stasi -, ma vogliamo capire se c'è solo l'indagato o anche il sangue di Chiara. Anche l'eventuale traccia della vittima non sarebbe databile, ma per logica, l'impronta di Sempio e il sangue di Chiara nello stesso punto, avrebbero un valore maggiore".
Quanto alla traccia 10, invece, trovata sulla porta interna dell'ingresso dell'abitazione in via Pascoli a Garlasco sicuramente non è un impronta di Sempio, né degli amici della compagnia di Sempio, dei familiari di Chiara o delle gemelle Stefania e Paola Cappa secondo la stessa Procura di Pavia. La traccia - su cui ci sarà l'incidente probatorio alla presenza delle parti - "è sicuramente sangue, bisogna capire se la traccia ematica palmare è riconducibile solo a Chiara" brutalmente colpita a pochi passi dall'ingresso o, invece, se "potrebbe restituire la presenza di un Dna maschile ignoto" - sulle unghie della vittima per la difesa Stasi ci sono due profili maschili, di cui uno di Sempio - "o addirittura la presenza di una Ignota, cioè di una donna", possibilità più complicata dal fatto che il sangue di Chiara 'copre' con la sua traccia femminile altri possibili cromosomi X.