
Avviso di garanzia per omicidio in concorso con ignoto o con Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Disposto il test salivare e il tampone coattivo. Il legale: "E' allibito e sconvolto"
Colpo di scena nel delitto di Garlasco. Andrea Sempio torna oggi, martedì 11 marzo, sotto i riflettori per l'omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco nel pavese il 13 agosto 2007. Per il suo assassinio è stato già condannato in via definitiva a 16 anni l'ex fidanzato Alberto Stasi che a breve finirà di scontare la sua pena nel carcere milanese di Bollate. Sempio, all'epoca dei fatti diciannovenne, amico del fratello di Chiara, tra il 2016 e il 2017 era già stato al centro di ulteriori indagini sollecitate da parte dei legali di Stasi sul Dna, ritrovato sotto le unghie della vittima. Accuse, poi, archiviate dalla procura di Pavia.
Oggi attraverso una nuova indagine sul Dna si sarebbe arrivati, secondo quanto anticipa il Tg1, a un avviso di garanzia, notificato dai carabinieri nei giorni scorsi a Sempio. L'accusa contestata, si legge nelle carte in possesso del Tg1, è omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi.
"Il mio assistito è allibito e sconvolto" afferma l'avvocato Massimo Lovati che difende Andrea Sempio. Giovedì (e non domani come comunicato in un primo momento) il giovane dovrà presentarsi nella sede dei carabinieri a Milano, reparto Scientifica, per sottoporsi all'esame salivare e al tampone. Gli esami, dopo che Sempio ha negato l'assenso, sono stati 'imposti' dal giudice per le indagini preliminari di Pavia, competente per l'omicidio di Garlasco. Da quanto si apprende l'operazione sarà piuttosto breve, solo successivamente si procederà al confronto tra le due tracce genetiche.
La decisione arriva dopo che la scorsa settimana l'indagato ha ricevuto l'informazione di garanzia con cui è stato invitato a sottoporsi ai prelievi per compararli con quelli, trovati sotto le unghie della vittima.
E' una nuova consulenza, affidata a un tedesco esperto in genetica, che potrebbe riaprire il caso sul delitto Poggi. Proprio i risultati di questa nuova tecnica per estrarre e analizzare il Dna potrebbe consentire di tornare a indagare, come già fatto nel 2016, su Andrea Sempio. Una consulenza della difesa, poi supportata da nuove analisi della Procura di Pavia, porta a 'riaprire' l'omicidio di Chiara Poggi.
A fine del 2016 la difesa di Stasi - allora guidata dal professor Angelo Giarda e dal figlio Fabio - aveva provato a fare indagini autonome nel tentativo di arrivare a una revisione. Sotto inchiesta finì Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Il suo Dna fu 'rubato' da una bottiglietta d'acqua e da una tazzina di caffè, poi comparato con una traccia genetica maschile trovata sotto le unghie di Chiara Poggi. Il tentativo non portò a nulla: la procura di Pavia allora guidata da Mario Venditti archiviò criticando la metodologia d'indagine. Oggi, a distanza di otto anni, e dopo un lavoro durato circa 30 mesi, la difesa di Stasi - avvocati Antonio De Renzis e Giada Bocellari - con la consulenza affidata al genetista tedesco Lutz Roewer e al professor Ugo Ricci ha "rivalutato in modo accurato" le analisi già fatte in prima battuta dalla precedente difesa e che avevano portato a puntare il dito su Sempio. La difesa di Stasi parla di una traccia di Dna "straleggibile" diversamente dal genetista Francesco De Stefano il quale, incaricato dagli inquirenti di analizzare alcuni reperti della vittima, aveva sostenuto di essere di fronte a una prova 'contaminata'.
La rinnovata valutazione, complice la nuova tecnologia nel campo della genetica, sembra ora aver convinto la Procura di Pavia che ha fatto una propria consulenza ed è tornata ad approfondire la posizione di Sempio, il quale aveva fornito lo scontrino di un parcheggio di Vigevano per la mattina del delitto. Dopo una prima 'bocciatura' del gip a riaprire il fascicolo già archiviato è stato un secondo giudice per le indagini preliminari (dopo una sentenza della Cassazione). Sempio, oggi 37enne, si è rifiutato di sottoporsi all'esame salivare per estrarre il Dna e così il giudice gli ha imposto l'esame (giovedì) con un avviso di garanzia. Difeso dall'avvocato Massimo Lovati, l'uomo deve difendersi dall'accusa di omicidio con il concorso di altri soggetti o con Alberto Stasi (già giudicato separatamente), "perché cagionava la morte di Chiara Poggi, colpendola al capo e al volto con reiterati colpi inferti con un corpo contundente", determinandone la morte.
Il pm 'smontava' le presunte incongruenze di Sempio relative al giorno dell'omicidio, così come l'ipotesi che lui - amico del fratello e che frequentava la villetta a due piani - si fosse invaghito di Chiara. "In conclusione, se è (non condivisibile ma) umanamente comprensibile l'intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l'esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie - sottolineava il gip di Pavia - ci si deve tuttavia arrestare di fronte all'inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi" per trovare un colpevole alternativo all'omicidio di Chiara Poggi. "Escluso - scrive il gip nelle dieci pagine del decreto di archiviazione - qualunque valore" della consulenza genetica realizzata dalla difesa, "non residuano elementi indiziari a carico di Sempio".
"Accogliamo con estremo favore l’iniziativa e l’attività della Procura di Pavia e attendiamo sviluppi con la ragionevole speranza che possa finalmente emergere la verità e possa essere fatta giustizia" affermano gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, difensori di Alberto Stasi.
"Io e mio marito abbiamo saputo la notizia oggi guardando il Tg1. Non abbiamo e non vogliamo dire niente" ha commentato Rita Preda insieme al marito Giuseppe.