Daniela Casulli è stata assolta "perché il fatto non costituisce reato", potrà tornare a insegnare
E' stata assolta in Corte di Appello a Bari, "perché il fatto non costituisce reato" Daniela Casulli, la maestra che nel 2021 era stata arrestata e sottoposta ai domiciliari con le accuse di produzione di materiale pedopornografico e corruzione di minorenne e poi condannata a sette anni e tre mesi nel 2024 in primo grado.
Sul web era conosciuta come 'zia Martina'. Secondo le accuse avrebbe adescato dei minorenni nel capoluogo pugliese. Con uno di loro avrebbe fatto sesso in un bed and breakfast alla presenza di altri due più piccoli. Le immagini sarebbero state filmate e trasmesse su un social. Ora la maestra, che non era docente dei ragazzi, potrebbe tornare a insegnare.
"Quel tipo di video chiamate non le farei mai più, purtroppo era un periodo un po' immaturo. Non ho più neanche nessun interesse o piacere ad avere contatti o chat con persone molto giovani, provo un senso di fastidio. Non per quello che è successo e per il processo ma perché sono maturata: un ragazzo giovane mi sembra infantile e insignificante, ci sono arrivata lentamente", dice Casulli all'Adnkronos.
La maestra, oggi 48enne nel 2021 era stata arrestata e sottoposta ai domiciliari. A luglio del 2024 è arrivata la condanna in primo grado a sette anni e tre mesi. Secondo le accuse avrebbe adescato dei minorenni nel capoluogo pugliese (in quel periodo insegnava in una scuola elementare in Trentino). Con uno di loro, sopra i 14 anni (l'età del consenso) avrebbe fatto sesso in un bed and breakfast, secondo l'accusa, alla presenza di altri due minorenni, più piccoli, accusa che ha sempre respinto. Inoltre le immagini sarebbero state filmate e trasmesse su un canale social.
La donna non ha mai negato di aver avuto incontri di natura sessuale con minorenni sopra i 14 anni ma si è sempre difesa sostenendo di non aver commesso reati relativi ai filmati e alla loro diffusione sui social. Non ci sarebbe stata, secondo quanto sostenuto dalla difesa, la consapevolezza del fatto che ai video assistevano in videochat anche ragazzi sotto quell'età, né la donna avrebbe istigato qualcuno a diffondere i filmati. "Forse in quel periodo avevo la testa da ragazzina e da adolescente - aggiunge - cosa che poi ho abbandonato totalmente". Dunque la maestra ammette le leggerezze di quelle videochat che non ripeterebbe mai più. Tuttavia sottolinea che "il meccanismo delle videochiamate di gruppo su Instagram prevede la possibilità per chiunque di aggiungere chi vuole che può entrare senza permesso e all'improvviso all'insaputa delle altre persone. E così è stato".
Infatti su quel capo di imputazione si è sempre difesa sostenendo che controllava sempre le persone che si collegavano dall'altra parte ma che non poteva sapere che invece ce n'erano altre sotto i 14 anni. "Per quel capo di imputazione il pm aveva chiesto l'assoluzione in primo grado", evidenzia. Infine lamenta, oltre alla produzione tra le prove di "video incompleti e senza audio", il fatto che "nel corso delle indagini e del processo quei ragazzi non sono mai stati sentiti".