Caso Garlasco, Andrea Sempio revoca l'incarico all'avvocato Lovati

La decisione arriva dopo le plurime dichiarazioni sopra le righe rese dal legale nelle scorse settimane in tv, in varie trasmissioni e talk show

Caso Garlasco, Andrea Sempio revoca l'incarico all'avvocato Lovati
14 ottobre 2025 | 13.17
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Massimo Lovati non è più il difensore di Andrea Sempio, indagato per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi. Una decisione che arriva dopo le plurime dichiarazioni sopra le righe rese dall’avvocato nelle scorse settimane in tv, in varie trasmissioni e talk show. Da quanto si apprende Sempio comunicherà il nome de nuovo legale venerdì.

Lovati: "Resto convinto dell'innocenza di Sempio"

“Mi dispiace. Avrei voluto continuare a difendere Andrea Sempio, resto convinto della sua innocenza”. Massimo Lovati si aspettava di vedersi revocato il mandato, ma non nasconde il rammarico per l’uscita di scena dal caso Garlasco. L’avvocato, che ha già difeso Sempio dall’indagine per il delitto di Chiara Poggi, paga le sue dichiarazioni a ruota libera. L'istrionico legale è stato a lungo sotto i riflettori per i sogni sopra le righe, le affermazioni bizzarre e i modi piuttosto sbrigativi. All’inizio, Lovati ha pagato la frase infelice sui Giarda, gli ex difensori di Alberto Stasi (condannato in via definitiva per il delitto del 13 agosto 2007) e ora è indagato a Milano per diffamazione aggravata.

È di pochi giorni fa, invece, l'ultimo scivolone. Vittima questa volta Yara Gambirasio, la tredicenne per il cui omicidio è stato condannato all'ergastolo Massimo Bossetti. Parole inopportune per le quali il collega Claudio Salvagni, difensore del detenuto a Bollate, si è detto "disgustato". Per le sue affermazioni contro alcuni dei protagonisti del caso Garlasco, Lovati - iscritto al foro di Pavia - rischia un provvedimento disciplinare. E rilievi deontologici potrebbero nascere anche per il suo nuovo ‘incarico’: dopodomani volerà a Tirana, in Albania, per un intervento dentistico presso una clinica di cui di recente è diventato testimonial.

Venditti: "Nulla contro di me, mi hanno distrutto con illazioni"

"Rifarei tutto quello che ho fatto. Assolutamente. Tutto quello di cui sono accusato è frutto di illazioni, di suggestioni, niente di concreto e di certo. Questa è la tragedia che mi sta colpendo”. L’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti investito da un doppio ciclone - è indagato per corruzione in atti giudiziari nel caso Garlasco e deve rispondere di peculato e corruzione nell’inchiesta su un presunto ‘sistema Pavia’ - risponde così in un’intervista a Sky Tg24.

Presente oggi al Tribunale del Riesame di Brescia, Venditti non nasconde il momento difficile. “Professionalmente e umanamente la vicenda mi ha distrutto, sono veramente a terra. Il mio pretesto è assolutamente innocente, non ho mai preso soldi e nessuno me ne ha mai offerti, conoscendomi e, soprattutto, se le cose contestate sono quelle che ho letto negli atti giudiziari che fino a ora mi sono stati contestati, è ben poca cosa”. Sull’accusa di aver favorito nel 2017 l’archiviazione di Andrea Sempio, oggi nuovamente indagato per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi, in cambio di 20-30mila euro la sua risposta è netta: “Dicono che sono un corrotto, ma non mi dicono chi è il corruttore, quando mi ha corrotto, come mi ha corrotto”.

E se l’ex carabiniere Giuseppe Spoto, sentito come testimone parla di una certa fretta per trascrivere e consegnare le intercettazioni su Sempio, l’ex magistrato precisa: “Non ho mai esercitato pressioni, chiedevo soltanto, in quello che era il mio stile professionale, di avere le cose prima di subito, perché per me i tempi della giustizia erano tempi brevi, a me le lungaggini non piacevano e non piacciono”. L’ex procuratore aggiunto di Pavia Venditti rivendica anche la scelta, suggerita dall’avvocato Domenico Aiello, di non fornire le password dei suoi dispositivi elettronici, finiti sotto sequestro lo scorso 26 settembre e di cui chiede al Riesame di Brescia la restituzione. “Sono responsabilità del mio difensore, è anche giusto che chi indaga deve fornire i dati, deve fornire i criteri, deve dire che cosa cerca. Ci dicano che cosa cercano e non ci sono problemi”.

E in attesa del ricorso al Riesame anche sull’inchiesta Clean, Mario Venditti attende di capire pienamente le accuse. “‘Sistema’ significa associazione a delinquere, sono proprio curioso che qualcuno mi contesti di essere stato a capo o promotore o partecipe di un’associazione a delinquere finalizzata a che cosa? Dicono a pranzi, cene. E questa è un’associazione a delinquere?”.

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