Il conduttore di Report: "Importante non delegittimare i giornalisti mentre lavorano". Il ministro atteso a Camera e Senato mercoledì. In corso l’analisi delle immagini di decine di telecamere
Dopo l'attentato ai suoi danni avvenuto nei giorni scorsi, Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, vorrebbe ''che si evitasse di strumentalizzare a livello politico perché credo che non abbia senso. La storia d'Italia ci dice che dal dopoguerra noi abbiamo pagato un prezzo altissimo, forse il più alto al mondo, di giornalisti uccisi per fare il loro lavoro, per le loro scelte di informare in maniera completa. Noi abbiamo 30 giornalisti che sono stati uccisi perché hanno raccontato il terrorismo nero, il terrorismo rosso, la criminalità organizzata, i conflitti nel mondo".
"Quindi credo - ha aggiunto il cronista intervenendo oggi ad 'Agorà' su Rai3 - che quando accadono queste cose bisogna liberarsi dalle ideologie intanto e cominciare a capire che è importante non delegittimare i giornalisti mentre lavorano, aiutarli a non sbagliare perché il giornalismo d'inchiesta è anche questo e soprattutto metterli in condizioni anche con gli strumenti di poter realizzare il loro lavoro con tranquillità. E non penso a noi che abbiamo la Rai, che è una grande azienda e ti tutela anche dal punto di vista legale che è tantissimo''.
''Credo che bisogna dare gli strumenti a tutti quei colleghi della stampa locale: ci sono colleghi che sono non pagati, questo ce lo dice anche l'Europa, che non hanno l'equo compenso, che vivono in territori complicatissimi - aggiunge -. Secondo l'associazione Ossigeno ci sono 516 giornalisti minacciati in Italia, che significa non pagati, presi a parolacce, intimidazioni fisiche o peggio ancora sotto tutela o scorta e pluriquerelati e però i giornalisti locali non hanno alla spalle una grande azienda e spesso sono preda del mobbing, di rivalse dell'imprenditore arrogante, del criminale del posto o del politico che non vuole che si facciano inchieste su di lui. Spesso le tre figure coincidono in un'unica che è l'editore''.
Intanto il ministro Ciriani, a nome del governo, ha informato la presidenza di Camera e Senato della disponibilità dell’esecutivo a rendere, come richiesto dai gruppi parlamentari, un’informativa urgente sull’attentato nei confronti del giornalista Rai. Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi riferirà in Parlamento il 22 ottobre, alle ore 12.30 alla Camera dei deputati e alle ore 15 al Senato della Repubblica.
E’ in corso intanto l’analisi delle immagini di decine di telecamere acquisite dagli investigatori alla ricerca di elementi utili per individuare chi ha posizionato e fatto esplodere giovedì sera l’ordigno rudimentale davanti alla casa del giornalista a Campo Ascolano, frazione di Pomezia, distruggendo la sua auto. La ricerca di video utili alle indagini è stata estesa anche nelle zone limitrofe, su sistemi di videosorveglianza sia pubblici che privati.
Un passante avrebbe visto la sera dell’attentato un uomo incappucciato nelle vicinanze e non è escluso che l’autore dell’attentato abbia studiato gli spostamenti del giornalista e il percorso seguito per rientrare a casa. Sempre nei dintorni dell’abitazione è stata ritrovata un’auto, una 500, che risultata rubata a Ostia e anche su questo gli investigatori sono al lavoro.
Analisi, intanto, sono in corso da parte degli esperti del Ris sui reperti dell’ordigno, composto da un chilogrammo di esplosivo. Nell’inchiesta, coordinata dal pm della Dda Carlo Villani che ha delegato le indagini ai carabinieri dei nuclei investigativi di Roma e Frascati, si procede per i reati di danneggiamento e violazione della legge sulle armi in relazioni all’ordigno esploso, entrambi aggravati dal metodo mafioso.
L'attentato che ha semidistrutto le auto della famiglia del giornalista a Ranucci è "allarmante", ragion per cui serve una "reazione forte", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando oggi a Bruxelles i presidenti della Camera e del Senato belgi, Peter de Roover e Vincent Blondel.
Il capo dello Stato ha ringraziato gli ospiti "anche per il riferimento alla bomba, all’attentato di minacce nei confronti di un giornalista. Questo accomuna tutti coloro che hanno la democrazia a cuore. Il giornalismo e la libertà di stampa, il giornalismo di inchiesta, qualunque forma di giornalismo è un presidio ineliminabile della nostra vita democratica. E quindi quanto avviene è allarmante, non è la prima volta che avviene, in tanti Paesi del mondo, ma è allarmante, e richiede una forte reazione, come sta avvenendo", ha concluso.
“Abbiamo condannato l'attentato ma vogliamo anche e soprattutto capire la genesi. Vedevo che anche lui ha escluso piste politiche”. Così il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri a margine del convegno ‘Liberi dalle droghe, Liberi dalle paure’ a Palazzo Madama. “Ci auguriamo che gli investigatori non solo garantiscano la sicurezza di Ranucci, ma ci facciano capire chi ha ordito questa vicenda veramente orrenda”, conclude.