Così la presidente della Commissione Europea alla conferenza annuale dell'Eda, l'Agenzia europea per la difesa
"Diciamo spesso che la nostra Unione è nata come un progetto di pace, ed è vero, ma la pace richiede sicurezza. Ed è per questo che l'Ue è nata anche come un progetto di sicurezza". Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, alla conferenza annuale dell'Eda, l'Agenzia europea per la difesa.
L'Asap, il piano con cui la Commissione Europea ha cercato di spingere la produzione di munizioni e armamenti per aiutare l'Ucraina, ha consentito di produrre "480mila colpi di artiglieria" che sono stati o già "consegnati" a Kiev, oppure "sono in procinto" di esserlo, dice. Già l'anno prossimo, secondo von der Leyen, l'Ue sarà in grado di produrre "1 mln di munizioni" pesanti all'anno. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha detto ieri di aver ricevuto circa 300mila colpi di artiglieria dall'Ue finora. L'obiettivo annunciato dall'Ue prima dell'estate era di consegnare all'Ucraina 1 mln di munizioni da 155 mm entro fine marzo 2024.
Nell'Ue "dobbiamo rimediare a decenni di sottoinvestimenti e di frammentazione" nelle spese per la difesa. Dobbiamo spendere di più, spendere meglio e spendere insieme".'Questione di trasparenza, ma possibile minore sforzo fiscale per chi spende' Le spese per la difesa vanno "conteggiate" nel deficit e nel debito, per "trasparenza", ma è possibile prevedere un minor sforzo fiscale a breve termine per i Paesi Ue che aumentano le spese militari, se gli Stati membri, che stanno negoziando la riforma del patto di stabilità, saranno d'accordo. Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, intervenendo alla conferenza annuale dell'Eda. "Per una questione di trasparenza - afferma - la spesa per la difesa deve essere conteggiata nel debito pubblico e nel deficit, come qualsiasi altra categoria. Ma il nostro quadro fiscale può e deve raggiungere due obiettivi compatibili: garantire finanze pubbliche sostenibili, sostenendo al tempo stesso gli sforzi di investimento degli Stati membri in beni pubblici strategici".
"Questo - continua - vale anche per le capacità di difesa, in risposta al contesto geopolitico sempre più minaccioso. Soprattutto perché gli Stati membri hanno punti di partenza molto diversi in questo settore. Già nella proposta della Commissione dello scorso aprile avevamo individuato la difesa tra le priorità dell'Ue in materia di investimenti e riforme: ciò potrebbe sostenere l’estensione del periodo di aggiustamento fiscale di uno Stato membro. In Consiglio vi è ora un ampio sostegno nel considerare gli aumenti della spesa per la difesa come un fattore rilevante nel valutare se uno Stato membro presenta un disavanzo eccessivo".
"E c’è spazio - aggiunge - per ulteriori adattamenti mirati e limitati nel tempo, per ridurre lo sforzo fiscale a breve termine richiesto per gli Stati membri che stanno contemporaneamente aumentando la spesa per la difesa. Ciò potrebbe essere particolarmente rilevante per gli investimenti nelle lacune critiche in termini di capacità. Inoltre, questi investimenti dovrebbero essere progetti di collaborazione europei: ciò genererebbe un incentivo specifico per i progetti transfrontalieri in Europa. I colegislatori potrebbero prendere in considerazione questi suggerimenti, mentre finalizzano le attuali proposte. Potrebbe rappresentare un punto di svolta per la difesa dell’Unione e la sua politica industriale di difesa, in questi tempi eccezionali", conclude.