"Nessuna delegazione a Roma, incontri on line"
La Commissione Europea non ha mandato alcuna "ispezione" in Italia e nemmeno una "delegazione" di funzionari a Roma, ma sta conducendo "normali interlocuzioni" con le autorità italiane nell'ambito della preparazione del rapporto annuale sullo Stato di diritto, come fa ogni anno, che dovrebbe essere pubblicato prima della pausa estiva. Gli incontri con le autorità italiane sono a livello tecnico e si svolgono "on line", non in presenza. Lo precisa il portavoce dell'esecutivo Ue Christian Wigand, a proposito di indiscrezioni riportate stamani dal quotidiano La Repubblica.
La Commissione, dice Wigand, "non commenta commenti né leak, ma penso che sia importante chiarire una o due cose, anche in relazione ad alcune notizie apparse sulla stampa. Di certo non c'è alcuna indagine o un'ispezione in corso in Italia. Ovviamente, in questo periodo dell'anno, stiamo preparando il rapporto annuale sullo Stato di diritto, che facciamo per tutti i nostri 27 Stati membri. In questo contesto, abbiamo molti incontri con rappresentanti di governi nazionali, con portatori di interesse e Ong".
"Effettuiamo quelle che chiamiamo visite virtuali nei Paesi in cui i servizi della Commissione incontrano i rappresentanti delle autorità nazionali - prosegue - e discutono sulla base di un questionario preparato. Poi ci sono alcune domande di follow-up inviate agli Stati membri e, per quanto riguarda l'Italia, è esattamente come succede per tutti gli altri Stati membri".
"Stamattina - continua Wigand - sono iniziate le riunioni virtuali specifiche per Paese, a livello tecnico, durante le quali abbiamo normali scambi con le controparti, dettagliati, nella preparazione delle relazioni sullo stato di diritto. Niente di più, niente di meno". Quello con l'Italia, aggiunge, "in effetti è un incontro online, non c'è alcuna delegazione in Italia, come avviene con tutti gli Stati membri".
"Non posso entrare nei dettagli delle discussioni - aggiunge - c'è un questionario generale e poi ci sono alcune domande più dettagliate, che vengono discusse in modo condiviso e che coprono i quattro pilastri del rapporto: i sistemi giudiziari nazionali, i quadri anticorruzione, il pluralismo dei media e altri pesi e contrappesi istituzionali. Questo è il normale processo che si sta svolgendo ora".
Alla domanda, infine, se la Commissione sia preoccupata o meno per lo Stato di diritto in Italia, Wigand rimanda al rapporto del 2023, "dove potete leggere la nostra posizione".