Applicare quanto prima le nuove regole concordate per rafforzare la sicurezza delle infrastrutture chiave contro il rischio di sabotaggio o attacchi informatici
La Commissione europea ha invitato i Paesi dell'Unione europea ad applicare quanto prima le nuove regole concordate per rafforzare la sicurezza delle infrastrutture chiave contro il rischio di sabotaggio o attacchi informatici, regole sulle quali i 27 hanno due anni di tempo per adeguare la loro legislazione nazionale ma la cui implementazione Bruxelles chiede di accelerare. "Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream ha reso molto chiaro che le nostre infrastrutture critiche sono minacciate", ha detto in conferenza stampa la portavoce per gli affari interni, migrazione e sicurezza interna della Commissione europea, Anitta Hipper, ricordando che sono passati due anni da quando l'esecutivo della comunità ha ha proposto le modifiche alle direttive sulle infrastrutture che entrano in vigore oggi e che le autorità nazionali devono applicare entro un periodo di 21 mesi.
"Le nuove regole rafforzeranno la nostra sicurezza informatica e la nostra resilienza, anche contro attacchi terroristici, minacce interne o sabotaggi", ha spiegato la Hipper per sottolineare l'importanza che i paesi recepiscano la riforma "rapidamente". L'obiettivo della revisione delle direttive sulla cybersicurezza e sulla resilienza delle infrastrutture critiche è quello di armonizzare gli standard minimi nella protezione contro nuove forme di minacce, nonché di ampliare la classificazione dei settori considerati 'critici' per includervi , ad esempio, le infrastrutture energetiche e di trasporto. L'ambito di applicazione del regolamento sarà così esteso a undici settori in modo da dare copertura, insieme a energia e trasporti, al settore bancario, ai mercati finanziari, alla sanità, agli impianti di potabilizzazione e di gestione dei rifiuti, alla pubblica amministrazione, all'alimentazione, alle infrastrutture digitali e spazio. Gli operatori delle infrastrutture considerate in questa categoria devono effettuare essi stessi valutazioni del rischio e segnalare eventuali incidenti, fermo restando che gli Stati membri devono elaborare strategie nazionali per migliorare la resilienza ed effettuare valutazioni periodiche del rischio. Secondo le nuove norme, le autorità nazionali potranno effettuare ispezioni "in situ" delle infrastrutture critiche e applicare sanzioni se fossero rilevate violazioni gravi.