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Arrivano i batteri 'mangia plastica' per riciclare i rifiuti organici

Il team di Micro-Val
Il team di Micro-Val
21 aprile 2021 | 11.44
LETTURA: 3 minuti

Liberare i rifiuti organici dai residui di plastica a base di polietilene grazie ai batteri in grado di 'digerirla'. È l’obiettivo di Micro-Val (Microrganismi per la VALorizzazione di rifiuti della plastica), il progetto ideato da un team tutto al femminile dell’Università di Milano-Bicocca, guidato da Jessica Zampolli, assegnista di ricerca presso il laboratorio di Microbiologia diretto dalla professoressa Patrizia Di Gennaro del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze.

Si tratta del quarto progetto lanciato quest’anno da Biunicrowd, il programma di finanza alternativa dell’Ateneo, promosso per consentire a studenti, ex studenti, docenti, ricercatori e dipendenti di realizzare progetti innovativi e idee imprenditoriali attraverso campagne di raccolta fondi su Produzioni dal basso, prima piattaforma di crowdfunding e social innovation. L’obiettivo economico di Micro-Val è di 9500 euro, risorse che serviranno per la messa a punto del primo trattamento italiano di trasformazione e degradazione microbiologica della plastica a base di polietilene applicabile negli impianti di gestione dei rifiuti.

Il 65% dei composti plastici prodotti globalmente è rappresentato dalle plastiche a base di polietilene, sia per le ottime caratteristiche chimico-fisiche e meccaniche, sia per i bassi costi di produzione del materiale. Purtroppo, questi materiali plastici contaminano anche i rifiuti organici, nella fase della loro raccolta differenziata. Spesso, infatti, per errore i materiali non biodegradabili si ritrovano nei rifiuti dell’umido perché non vengono correttamente differenziati all’origine.

"Una soluzione per la riduzione di queste plastiche che contaminano i rifiuti organici urbani – spiega Jessica Zampolli - è la rottura e la trasformazione delle catene del polimero. Questo processo può avvenire grazie all’utilizzo di microrganismi in grado di biotrasformare e biodegradare, almeno parzialmente, il polietilene". Micro-Val si articolerà in due fasi. Le prove in laboratorio serviranno a studiare le proprietà dei batteri mangia-plastica e a valutarne la loro efficacia per liberare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu) dalla componente di rifiuto indesiderato, costituita per lo più da polietilene (circa 5%).

Nella seconda fase, il team di ricerca verificherà la possibilità di applicare il trattamento biologico per uno scale-up in un impianto in collaborazione con un’azienda leader nel settore del recupero e il riciclo di rifiuti. Il progetto prevede anche lo sviluppo di un’applicazione per smartphone che fornirà consigli all’utente nello svolgimento della raccolta differenziata, permettendo a ogni cittadino di contribuire all’ambizioso obiettivo del team di ricerca. Micro-Val ha ottenuto il sostegno di Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. Se la campagna raggiungerà almeno la metà dell’obiettivo fissato, scatterà il cofinanziamento da parte del consorzio.

"La partnership con l'Università Bicocca per il progetto #BiUniCrowd conferma l'impegno di Corepla a supportare attività di open innovation e sostenere e condividere nuove idee e tecnologie – afferma Antonio Protopapa, direttore ricerca e sviluppo di Corepla – anche al di fuori dell'ambito consortile. Il tema dell'innovazione nel suo complesso è per il Consorzio un nodo centrale e particolarmente sfidante e la sinergia con il mondo accademico rappresenta il terreno ideale per la crescita della sostenibilità ambientale come valore condiviso. Oggi più che mai è necessario puntare sui giovani, che saranno i cittadini del domani, e che sono portatori di cambiamenti positivi e promotori di azioni che possono rendere concreto il concetto di economia circolare".

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