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Crisci (Unrae): "Case automobilistiche pronte per la mobilità elettrica"

Michele Crisci, presidente di Unrae
Michele Crisci, presidente di Unrae
09 agosto 2021 | 11.55
LETTURA: 2 minuti

Le case automobilistiche sono fondamentalmente pronte per la mobilità elettrica ma si dovrà capire soprattutto come arrivare organicamente alla data del 2035 dal punto di vista economico e sociale”. Così Michele Crisci, presidente di Unrae (associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione e commercializzazione di autovetture), all’Adnkronos dopo la presentazione del pacchetto di proposte della Commissione europea ‘Fit for 55’ volto a rendere le politiche dell'Ue idonee a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55 % entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

L'Ue propone lo stop alle endotermiche dal 2035, in Italia siamo pronti? (VIDEO)

In particolare, per quanto riguarda il settore auto, le emissioni delle autovetture nuove dovrebbero diminuire del 55% a partire dal 2030 e del 100% a partire dal 2035, rispetto ai livelli del 2021. Quindi, le nuove autovetture immatricolate a partire dal 2035 dovranno essere a zero emissioni.

“Io penso che le case stiano facendo un ottimo lavoro, le aziende dell’auto hanno fatto investimenti impressionanti nel mondo dell’elettrico o dell’idrogeno e come presidente di Unrae dico che fino ad ora la transizione ecologica è stata dettata esclusivamente dalle case automobilistiche”, rimarca. D’altro canto “i tempi che ha dato la Commissione europea sono molto stretti, per arrivare ad un risultato ci dovrà essere una collaborazione totale tra imprese e Governi”.

“Il problema nei prossimi anni - afferma - sarà di come far avvicinare il consumatore finale verso il mondo elettrico e verso anche quelle motorizzazioni che stanno a metà come i plug-in, le ibride e anche le vetture a gas o metano che utilizzano ancora il motore endotermico ma sono un mezzo di transizione fondamentale verso motorizzazioni ad emissione zero. Importante ora che ci sia una strategia europea chiara che vada a cascata sui singoli mercati e sui governi in modo tale da creare dei forti incentivi dal punto di vista infrastrutturale, di eco bonus o defiscalizzazione per portare milioni di persone ad abbracciare la mobilità sostenibile”.

Inoltre “è necessario avere in Italia impianti medi o di altissima potenza per poter dare la possibilità di ricaricare le vetture in un tempo accettabile, vanno infrastrutturate le autostrade, le tangenziali ed infine anche i posti auto nelle proprie abitazioni, quando è possibile”.

Guardando al futuro, “il parco auto circolante in Italia è di oltre 40 milioni e si vendono circa 1,2 milioni di auto all’anno, per un rinnovo del parco auto circolante, fatto anche di elettriche, ma sicuramente composto da vetture più moderne ci vorranno anni di vendite”, prevede.

Quale ruolo per dealer ed officine? “Anche in un prossimo futuro i concessionari cambieranno pelle diventando soprattutto dei veri e propri punti di distribuzione della mobilità - spiega - Tra qualche anno, quando arriveranno le vetture con guida autonoma, queste vetture dovranno essere sempre in movimento e dovremmo avere officine ultra sofisticate capaci di dare assistenza anche in piena notte”.

Quanto all’alimentazione ad idrogeno, “il processo di elettrificazione è già avviato ed è già molto avanti, l’idrogeno invece lo vedo proiettato soprattutto verso il mondo dei mezzi pesanti sia per persone che merci. Sul trasporto privato invece bisogna aspettare un po' di più”.

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