Dalla psiche al corpo all'ambiente, scegliere un cammino per la vacanza estiva aiuta a 'ripulirsi' e ritrovare sé stessi
Primo: camminare aiuta a liberare la mente dagli stress facendo emergere la soluzione ai problemi e a scaricare l’energia negativa accumulata in mesi di lavoro. Secondo: per scoprire la pace interiore della lentezza consapevole, si impara a camminare con passo lento, guardandosi intorno. Terzo: camminare è un atto curativo in sé che predispone alla guarigione.
Quarto: i viaggi a piedi sono utili per imparare a distinguere tra superfluo e necessario. Si mette a fuoco, infatti, cos’è indispensabile e cosa si può evitare. Quinto: il cammino ci insegna l’incontro, con le persone e con la natura.
E ancora: il cammino allena ad accettare gli imprevisti; richiede buono spirito d’adattamento; è una bella occasione per conoscere il territorio in cui viviamo e ci insegna a superare le crisi. Dopo i primi tre giorni di cammino, in cui il corpo (e la mente) eliminano le tossine per ripulirsi, infatti, ci si predispone per il nuovo stato di camminanti e allora si inizia a comunicare più in profondità. Infine, camminare fa riscoprire il silenzio, ascoltando i propri passi, il respiro, i suoni della natura.
“L’esperienza del cammino sicuramente va modulata secondo le proprie capacità e il proprio grado di allenamento ma non deve essere necessariamente essere agonistica – spiega Luca Gianotti, coordinatore della Compagnia dei Cammini - Si può infatti fare sulle alture della montagna, ma anche seguendo le antiche vie dei pellegrini, di paese in paese o seguendo i tanti itinerari segnalati e, ancora, partendo in viaggi di gruppo organizzati in famiglia o con gli amici. Quello che è certo è che a livello psichico il camminare è un forte riequilibratore, i pensieri negativi ossessivi che ristagnano nella nostra vita stanziale scompaiono camminando".