Sono le due figure più forti in questa fase, con Macron, Scholz e Biden in piena bagarre politica
La foto ufficiale di una riunione del G7 racconta sempre molto del passaggio storico e politico che rappresenta. Quella del G7 italiano di Borgo Egnazia vede sette uomini e due donne schierate, con un peso individuale che le ultime elezioni europee, le elezioni americane e gli sviluppi delle prossime settimane, contribuiscono a cambiare profondamente.
Giorgia Meloni, più forte in Italia e determinata a giocare da protagonista la partita in Europa, e Ursula Von der Leyen, candidata a guidare ancora la Commissione europea, possono guardare gli altri da una posizione di forza. Tra loro si è costruito un rapporto che ora è chiamato a misurarsi con un nuovo contesto: l'ipotesi, piuttosto probabile prima del voto, che Meloni fosse pronta ad assicurare consenso a un secondo mandato di Von der Leyen oggi si lega anche alla manovre che servono a delineare il perimetro della maggioranza guidata dal Ppe che dovrà garantirle i voti necessari.
Accanto a loro ci sono, oltre al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, al primo ministro canadese Justin Trudeau, al primo ministro giapponese Fumio Kishida e al primo ministro inglese Rishi Sunak, tre uomini che devono fare i conti con un passaggio complicato della loro storia politica.
Il presidente americano Joe Biden deve giocarsi la permanenza alla Casa Bianca con un avversario difficile, da qualunque punto di vista lo si guardi, come Donald Trump. Il presidente francese Emmanuel Macron deve gestire una fase particolarmente complessa con le elezioni appena convocate, dopo la prepotente avanzata della sua rivale Marine Le Pen, capace per la prima volta di coalizzare buona parte della destra francese. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz deve fronteggiare la perdita di consenso della coalizione che lo sostiene, con i Verdi in caduta libera, i Liberali in calo e i Socialdemocratici superati come secondo partito in Germania dall'estrema destra di AfD.
Tre storie diverse con tratto in comune: la leadership internazionale viene condizionata dalla bagarre politica che caratterizza i rispettivi fronti interni. (Di Fabio Insenga)