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Consiglio Ue, Zelensky ai leader europei: "Non è il momento delle mezze misure"

Il premier ungherese Orban dice no ai colloqui di adesione con l'Ucraina. Sul tavolo del summit, oltre a Kiev, la questione dell'allargamento ai Balcani occidentali e la revisione del Quadro finanziario pluriennale 2021-27

Consiglio Ue, Zelensky ai leader europei:
14 dicembre 2023 | 07.00
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla ai capi di Stato e di governo dell'Unione riuniti nel Consiglio Europeo a Bruxelles in videoconferenza. "Sapete tutti che ora non è il momento delle mezze misure o delle esitazioni. L’Europa ha preso decisioni forti e le ha attuate in modo efficace. Sono grato per questa forza in Europa. Ed è molto importante che oggi l’Europa non ricada nell’indecisione. Nessuno vuole che l’Europa venga vista come inaffidabile. O come incapace di prendere decisioni che lei stessa ha preparato", ha detto.

Il presidente ucraino e il capo del Consiglio europeo Charles Michel hanno avuto intanto un colloquio telefonico prima della riunione. L'auspicio di Zelensky, ha detto lui stesso a Michel, è che nel summit si esprima ''l'unità'' dei Ventisette e venga riaffermato il ''sostegno incrollabile'' nei confronti di Kiev. Questi due approcci sono ''necessari'' per garantire all'Ucraina di affrontare l'aggressione russa e di avanzare rispetto all'adesione all'Unione europea, ha sottolineato Zelensky sui social.

L'Ucraina confida nell'approvazione di un pacchetto di aiuti di 50 miliardi di euro e del dialogo formale che consentirà in futuro l'ingresso di Kiev nella Ue. Ma il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha ribadito oggi il suo ''no''.

Orban incontra Meloni, poi vertice con leader Ue insieme a Macron e Scholz

Il Consiglio è iniziato con due ore di ritardo, con il via ai lavori previsto inizialmente alle 9.30 poi slittato. Il rinvio è stato deciso per consentire incontri bilaterali tra i leader, confermano fonti Ue. La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, ha incontrato intanto il Primo Ministro dell'Ungheria, Viktor Orban, per uno scambio di vedute sui principali temi all'ordine del giorno prima dell'inizio dei lavori, rende noto Palazzo Chigi.

Anche il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno incontrato stamani il premier ungherese, che minaccia il veto sull'avvio dei colloqui di adesione con l'Ucraina e altri capitoli legati a Kiev. L'incontro è avvenuto insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz, informano fonti Ue.

Il 'no' di Orban all'Ucraina

"L'allargamento è un processo basato sul merito. Non ci sono eccezioni!", twitta intanto il primo ministro dell'Ungheria, Viktor Orban, postando una foto dell'incontro di questa mattina con Michel, von der Leyen, Macron e Scholz a margine del Consiglio europeo. Prima dei lavori Orban ha nuovamente ribadito la sua posizione di Budapest, contraria all'avviamento dei negoziati di adesione di Kiev alla Ue.

"L’allargamento non è una questione teorica. L’allargamento è un processo giuridicamente dettagliato, basato sul merito e che presenta dei presupposti. Ne abbiamo stabiliti 7 e, anche secondo la valutazione della Commissione, tre dei sette non sono soddisfatti, quindi non c’è motivo di negoziare l’adesione dell’Ucraina", ha detto il premier ungherese a margine del Consiglio.

"Le precondizioni non sono state stabilite dall'Ungheria - prosegue -, le precondizioni sono state stabilite dalla Commissione: sette punti che sono pubblici. Su sette tre non sono stati soddisfatti: secondo me ancora di più, ma anche tre sono sufficienti per dire 'ragazzi, non sono soddisfatte le precondizioni, quindi non c'è alcuna possibilità di avviare i negoziati'", aggiunge.

Per quanto riguarda gli aiuti finanziari, "i soldi per l'Ucraina a breve termine sono già nel bilancio. Se si vogliono dare soldi a lungo termine e in quantità maggiori, dobbiamo gestirli fuori dal bilancio. E noi siamo a favore", conclude.

I macro-temi del summit

Da un lato la questione dell'allargamento della Ue ai Balcani occidentali e il sostegno all'Ucraina nella guerra di aggressione iniziata dalla Russia nel febbraio del 2022; dall'altro, la revisione del Quadro finanziario pluriennale 2021-27. Questi i due macro-temi che la premier Giorgia Meloni troverà sul tavolo del Consiglio. Un appuntamento preceduto dal vertice Ue-Balcani occidentali che ha visto impegnata ieri sera l'inquilina di Palazzo Chigi insieme agli altri leader.

Incontro Meloni-Macron-Scholz nella notte

Al termine del vertice c'è stato un lungo faccia a faccia informale tra la premier e il presidente francese Emmanuel Macron. La presidente del Consiglio e il numero uno dell’Eliseo, che alloggiano nello stesso hotel, si sono incontrati in una sala per fare il punto sui principali dossier europei. Al colloquio si è aggiunto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Un colloquio informale quello tra i tre leader.

L'incontro con Meloni e Scholz è andato "molto bene", c'è stata "un'ottima discussione", ha detto ai cronisti Macron, al termine dell'incontro. Il veto di Orban sull'ingresso della Ucraina nella Ue? "Sono ottimista, siamo tutti volenterosi", ha aggiunto il numero uno dell'Eliseo.

I temi in agenda e quelli sullo sfondo

Sullo sfondo del summit Ue resta il tema della riforma della governance economica europea: l'argomento non è all'ordine del giorno del Consiglio europeo, ma potrebbe essere menzionato dopo l'ultimo Ecofin dell'8 dicembre e in vista della riunione straordinaria della prossima settimana.

Ma è la questione dell'allargamento della Ue il primo grande 'topic' in agenda. Come sottolineato da Meloni in occasione delle sue comunicazioni alle Camere, il governo italiano sostiene con convinzione la raccomandazione della Commissione di aprire i negoziati per l'adesione di Ucraina e Moldova, paesi pesantemente colpiti dalla guerra scatenata da Vladimir Putin. Roma è d'accordo anche con la concessione dello status di candidato alla Georgia, che ha presentato domanda di adesione alla Ue, e per quanto riguarda i Balcani occidentali appoggia "fermamente" il cammino europeo della Bosnia Erzegovina. Infatti, sottolineano fonti diplomatiche italiane, il governo Meloni è impegnato a Bruxelles "a far valere un approccio strategico" ai Balcani occidentali, che tenga conto, "pur nella complessità delle sfide che l'area presenta", della necessità di fornire ai paesi della regione una chiara prospettiva di integrazione europea.

Venendo al dossier ucraino, nel vertice di Bruxelles sarà ribadito il sostegno comune a Kiev. L'Italia in particolare continuerà a rimarcare la sua vicinanza al paese di Volodymyr Zelensky, altro punto evidenziato da Meloni nel suo intervento alla Camera e al Senato. La premier, alla vigilia del Consiglio europeo, ha avuto una conversazione telefonica con Zelensky. Meloni - viene riferito da Palazzo Chigi - ha confermato il sostegno del Governo italiano in ogni ambito alle Autorità e alla popolazione ucraine.

Ma su temi come l'ingresso di Kiev nella Ue non c'è affatto unanimità tra i 27. Il veto del premier ungherese Viktor Orban potrebbe infatti impedire l'entrata dell'Ucraina nella famiglia europea. Sulla questione è intervenuto ieri il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, al suo arrivo all'Europa Building: "Incontrerò il primo ministro Orban oggi. Sto lavorando notte e giorno per raggiungere delle decisioni positive, perché i temi in agenda sono estremamente importanti per il futuro del progetto politico dell'Unione europea. Dobbiamo tenere conto di tutte le sensibilità, ma essere uniti ed esprimere il nostro supporto per l'Ucraina e per fare dei passi avanti verso l'allargamento della Ue", le parole di Michel. Ma il capo del governo ungherese per ora non arretra: "La rapida adesione dell'Ucraina all'Unione europea" secondo Orban "avrebbe conseguenze devastanti". Nel frattempo, anche per 'agevolare' le trattative, la Commissione europea ha sbloccato 10,2 miliardi di fondi di coesione per Budapest.

L'Ucraina sarà centrale anche nei negoziati sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale. Le priorità per l'Italia sono: il sostegno finanziario a Kiev; risorse aggiuntive adeguate per attuare il nuovo Patto asilo e migrazione e investimento nelle collaborazioni con le nazioni del Vicinato Sud "per costruire partenariati paritari di lungo periodo"; maggiore flessibilità nell'utilizzo dei fondi di Coesione.

Nel 'menu' del summit anche il conflitto in Medio Oriente: l'Italia continuerà a spingere per la soluzione dei due Stati, con l'obiettivo di garantire "un orizzonte politico solido" al popolo palestinese insieme alla sicurezza per Israele. Si parlerà inoltre di sicurezza, difesa (tra i leader c'è un sostanziale consenso sulla necessità di aumentare gli investimenti nel settore) e migranti, tema cruciale per il governo Meloni, impegnato a costruire, sia in Italia sia a Bruxelles, una risposta "strutturale" uscendo dalla logica dell'emergenza.

Da sciogliere anche l'annoso tema della riforma del Patto di stabilità. In vista del nuovo Consiglio Ecofin straordinario della prossima settimana, non è escluso che il tema possa essere sollevato a grandi linee anche in sede di Consiglio europeo, in particolare per dare mandato ai ministri di chiudere i negoziati entro la fine dell'anno. La premier Meloni ha affermato anche ieri che sulla trattativa ci sono "spiragli" ma non ha escluso l'arma del veto: "Credo che alla fine si debba dare una valutazione di ciò che è meglio per l'Italia, sapendo che se non si trova un accordo noi torniamo sui parametri precedenti", ha detto in Senato la leader di Fratelli d'Italia.

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