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Bologna, Meloni contro il sindaco Lepore: "Ha una doppia faccia"

La presidente del Consiglio: "Se io sono una picchiatrice fascista non mi chieda di collaborare"

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
11 novembre 2024 | 20.07
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"Diffidate sempre di chi ha una faccia in pubblico e una faccia in privato". La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si esprime così sul sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha accusato il governo e in particolare il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per i disordini avvenuti sabato nella città felsinea dove gli antagonisti hanno cercato di entrare a contatto con una manifestazione della Rete dei Patrioti e di CasaPound. Meloni ha stigmatizzato gli scontri provocati dagli antagonisti e ha espresso solidarietà alle forze dell'ordine.

"Consentite anche a me di esprimere la mia totale solidarietà agli uomini e alle Forze dell'ordine che ieri a Bologna hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità. Perché noi sappiamo benissimo da che parte stare. E guardate ho letto una nota stampa del sindaco di Bologna che diceva, udite-udite, 'il governo ha mandato le camicie nere a Bologna': questa è da sempre la carta della disperazione della sinistra", dice la premier intervenendo in videocollegamento alla manifestazione promossa a Bologna dal centrodestra a sostegno della candidata governatrice per l'Emilia Romagna Elena Ugolini.

"Loro, quando non hanno nulla da rivendicare del loro lavoro, quando non hanno una visione, un progetto da raccontare, allora si giocano la carta dell'avversario impresentabile. Però voglio dire che non so a quali camicie nere si riferisca il sindaco di Bologna perché le uniche camicie che ho visto io sono quelle blu dei poliziotti aggrediti dai centri sociali e dagli antagonisti amici della sinistra", aggiunge.

"E voglio dire un'altra cosa in riferimento al sindaco, con sincerità - va avanti la premier - una cosa che vale per tutti i politici di ogni ordine e grado. E di ogni colore. Voglio dirlo ai cittadini: diffidate sempre di chi ha una faccia in pubblico e una faccia in privato. Perché io diffido di chi in privato mi chiede cortesemente collaborazione e invece a favore di telecamera mi accusa di essere una picchiatrice fascista. Perché se io fossi la fascista che il sindaco Lepore dice, allora lui, se crede in quello che sta dicendo, non dovrebbe chiedermi collaborazione, perché non dovrebbe voler collaborare con me. Un po' di coerenza, sindaco, un po' di coerenza - dice Meloni rivolta a Lepore - oppure è solo campagna elettorale. Il pericolo fascista, si sa, arriva sempre, scatta e più o meno insieme alla par condicio. Arriva sempre insieme alle elezioni. Fortunatamente dopo decenni i cittadini che non sono stupidi hanno capito questo gioco e non funziona più. E a noi interessa altro e ci interessa il futuro dell'Emilia Romagna, non ci interessa il gioco di chi vorrebbe trascinarci nello scontro ideologico, perché non è il nostro scontro".

Piantedosi

"Sono stupefatto dalle dichiarazioni del sindaco Lepore al quale, come doveroso, il governo ha sempre assicurato ogni forma di convinta e leale collaborazione, da ultimo in occasione della recente alluvione della città e delle connesse polemiche che ne sono conseguite. Viene messa in discussione la correttezza dell’operato della prefettura e delle forze di polizia nella complessa e sempre delicata attività di gestione dell’ordine pubblico", dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

"C’è qualche irresponsabilità nell’accreditare la tesi non veritiera della presunta contrarietà allo svolgimento di una manifestazione facendo riferimento a documenti ufficiali che, al contrario, testimoniano che nessun divieto era stato richiesto, ma era stato solo dato mandato alla questura di negoziare tempi e percorsi della manifestazione, come del resto sempre avviene - aggiunge - Ancor più grave insinuare presunte regie o interventi 'da Roma'". "Confido che il termine della campagna elettorale per le imminenti elezioni regionali riporti alla ragione ed all’impegno istituzionale nell’esclusivo interesse dei cittadini", conclude.

Cosa ha detto Lepore

"I fatti sono andati così. Alla riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza noi ci siamo detti contrari allo svolgimento della manifestazione in quella piazza per rischi per l'incolumità delle persone", del resto a Bologna "le manifestazione dell'ultradestra non si sono mai svolte in centro", dice il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, a Tagadà su la7. "Io in quella sede, ho chiesto di evitare" che la manifestazione si svolgesse in centro "e questo ero condiviso da tutti, ma la gestione è stata diversa. Cosa è successo? Evidentemente è intervenuto qualcosa a livello nazionale, forse dal Viminale. Tutto il governo, Meloni e Salvini in testa, hanno passato le ultime 24 ore a fare ramanzine alla città. Ma qui il tema su come si è gestito l'ordine pubblico".

"Chi ha deciso di fare la manifestazione in centro a Bologna? L'hanno deciso i Patrioti e Casapound. Hanno deciso di venire a Bologna, sono venuti dentro la nostra città, hanno fatto questa manifestazione e se ne sono andati. Credo ci sia qualcosa d'importante su cui riflettere", aggiunge.

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