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Autonomia, Sardegna impugna la legge davanti alla Consulta

Todde: "La legge rappresenta una minaccia per il principio fondamentale di uguaglianza tra tutti i cittadini". Conte: "Dalla Sardegna messaggio chiaro a Palazzo Chigi"

Alessandra Todde (Fotogramma)
Alessandra Todde (Fotogramma)
21 agosto 2024 | 17.58
LETTURA: 2 minuti

La Sardegna impugna l'autonomia differenziata davanti alla Corte Costituzionale, "una legge che mina la nostra specialità, che ci danneggia e che rappresenta una minaccia per il principio fondamentale di uguaglianza tra tutti i cittadini". Così Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna.

"Sono orgogliosa che la Sardegna sia capofila in questa battaglia, in difesa di chi ha di meno e contro la volontà di questo governo di aumentare una disparità inaccettabile tra i territori", prosegue la governatrice del M5S, che sottolinea: "La Sardegna non può tollerare una legge che favorisce le Regioni più ricche, a discapito dell'equità e della solidarietà nazionale oltre che delle prerogative costituzionali che ci sono state riconosciute attraverso il nostro Statuto. Stiamo lottando per garantire che ogni sardo e ogni cittadino italiano siano trattati con la stessa dignità e avere le stesse opportunità, ed è nostro dovere opporci a scelte politiche che indeboliscono il nostro Paese, vorrebbero silenziare le Regioni più povere e metterci gli uni contro gli altri", conclude.

"La Regione Sardegna guidata dalla nostra Alessandra Todde ha deciso di impugnare il disegno di legge sull'autonomia differenziata davanti alla Corte Costituzionale - scrive su Facebook il leader del M5S, Giuseppe Conte - È un atto di grande coraggio e forza politica, un segnale che arriva proprio nel giorno in cui la spinta popolare per promuovere il referendum contro questo scellerato progetto del Governo Meloni fa registrare quota 500 mila firme raccolte solo sulla piattaforma ufficiale".

"Dalla Sardegna arriva un messaggio chiaro indirizzato a Palazzo Chigi e a tutta la maggioranza di centrodestra, la testimonianza che gli italiani non permetteranno che vengano compromesse l'unità e la coesione nazionali. Dignità e pari diritti di cittadinanza per tutti! Nessun passo indietro!", conclude l'ex premier.

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