Il presidente di Aepi, in rappresentanza delle piccole imprese e dei professionisti, indica all'Adnkronos quali sono i punti di forza e quali criticità del Piano, fermo restando un'orizzonte per l'attuazione che vada l'attuale legislatura con un ruolo cruciale degli enti locali
"Sosteniamo governo e regioni nell’attuazione del Pnrr e valutiamo sia essenziale garantire la continuità dell’azione delle task force e delle amministrazioni oltre l'orizzonte dell’attuale legislatura. Questo è un punto fondamentale: dobbiamo ragionare in prospettiva e con un’ampia visione d’insieme". E' quanto afferma Minoi Dinoi, presidente di Aepi, in rappresentanza delle piccole imprese e dei professionisti, nel sottolineare all'Adnkronos l'importanza dell'attuazione del Pnrr da parte dei soggetti in campo. "Siamo ben consapevoli che esistono criticità e gap che si trascinano da tempo e che non è possibile risolvere nell’arco di un solo mandato. Ed è proprio per questo che - conclude - alla politica tutta chiediamo uno sforzo di lungimiranza, determinante per il raggiungimento di risultati concreti e di una vera svolta".
Anche se è auspicabile una collaborazione pubblico-privato in tema di progettazioni, "il problema semmai è che, nonostante le carenze infrastrutturali note da decenni, abbiamo toccato con mano il fatto che enti regionali o locali non avessero progetti pronti da finanziare e far partire. E questo è a dir poco paradossale" osserva Dinoi. "Senza dimenticare che città metropolitane e province - aggiunge - hanno un deficit di programmazione dovuto alla loro natura e quindi incontrano difficoltà maggiori rispetto ai comuni. L’inghippo sta a monte: dovremmo finalmente tornare a dare una struttura a questi enti che, anziché essere aboliti, sono stati svuotati e invece potrebbero rivestire un ruolo importante sia per i cittadini che per le imprese nella convinzione che l'ambito ottimale di gestione dei servizi sia proprio quello provinciale".
"Anche perché, nella ripresa del Paese, diventa cruciale il ruolo degli enti locali: comuni, province e città metropolitane svolgono una funzione determinante per la loro prossimità ai cittadini. Estremizzando il concetto- ma neanche troppo- converrebbe più ridurre le regioni che l’operatività degli enti locali".
Ed inoltre, più che ricalibrare il Pnrr sulla base delle esigenze emerse negli ultimi mesi, farne uno nuovo e con risorse fresche, un "Pnrr energetico". "Una provocazione? Non credo. - afferma - È solo una lucida analisi della situazione attuale. Il vero problema è che il Piano era nato per rispondere all’emergenza Covid, ma ora di emergenza ne abbiamo un'altra che - per alcuni settori- ha la stessa portata. Per questo riteniamo la necessità di un 'Pnrr energetico'".
Giudizio positivo arriva poi in merito al fatto che siano stati raggiunti 22 obiettivi e 10 siano vicini al raggiungimento, ovviamente degli step intermedi completati al 31 marzo scorso. Riguardo i progetti previsti per il 2022, dei 167 ne sono stati avviati oltre i 2/3. Innegabilmente un buon risultato, anche se molto resta da fare", secondo quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Aepi. "È in atto uno sforzo colossale e, secondo le nostre valutazioni, anche ben coordinato. - aggiunge - La vera criticità è che sono invece totalmente fermi sia i progetti che riguardano infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore che quelli in ambito di energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile.
Mentre "la vera svolta potrà essere una grande opera di digitalizzazione della Pa" aggiunge Dinoi ricordando che "tra i professionisti reclutati ci sono 1000 esperti con competenze operative che stanno lavorando per integrare il personale degli uffici regionali. Una sinergia -aggiunge - che sta dando buoni risultati e che sicuramente avrà ulteriori riscontri anche alla luce dei nuovi bandi delle regioni - in corso di emissione o aperti da poco - per il reclutamento di altri esperti".