Sono 446 mila i beneficiari del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol) presi in carico dai Centri per l’impiego, valore che porta al 148% il tasso di conseguimento del target Pnrr 2022, raggiunto nella prima settimana di ottobre con tre mesi di anticipo rispetto agli impegni con la Commissione europea (300 mila). Lo comunica l'Anpal. Si tratta di individui che hanno presentato una dichiarazione di immediata disponibilità (did) al lavoro e alle misure di politica attiva, si sono recati presso i Centri per l’impiego, hanno ricevuto un assessment quali-quantitativo e un orientamento di base, sottoscrivendo poi il patto di servizio personalizzato, con l’individuazione di uno tra i quattro percorsi previsti in Gol.
La quota del target Pnrr assegnata alle Regioni è stata raggiunta in quasi tutti i territori: 18 Regioni e Province autonome, cioè in quasi tutto il Paese. Alcune Regioni hanno già raggiunto anche il target nazionale (600 mila), pari al doppio di quello europeo: Friuli Venezia Giulia, già a tre volte il target Pnrr, Sardegna, Umbria e Puglia. Se proseguiranno le tendenze attuali di presa in carico, le proiezioni mostrano che tale target sarà presumibilmente raggiunto a livello Paese nell’ultima settimana di novembre, un mese prima di quanto stabilito.
Per quanto riguarda la distribuzione dei presi in carico per tipologia di percorso previsto nel patto di servizio personalizzato, oltre la metà dei beneficiari è inserita nel percorso 1, relativo al reinserimento lavorativo delle persone più vicine al mercato del lavoro. Il resto si distribuisce sostanzialmente tra percorsi 2 e 3, cioè di aggiornamento o di riqualificazione, mentre è pari al 4% è la quota di coloro che necessitano di percorsi complessi di lavoro ed inclusione.
Quanto alle caratteristiche dei beneficiari, la componente femminile rappresenta il 56% dei presi in carico. Quella giovanile è pari al 26% e quella più adulta (55+) al 18%. Gli stranieri sono circa il 14%. Infine, al momento dell’ingresso nel Programma circa il 46% dei beneficiari risultata disoccupato da 6 mesi e oltre e il 38% da 12 mesi e oltre.
La platea del Programma è rappresentata prioritariamente da persone in cerca di occupazione soggette alla cosiddetta condizionalità: il 52,9% dei presi in carico sono disoccupati che hanno fatto domanda di Naspi o DisCol, il 26,5% sono beneficiari di Reddito di Cittadinanza e di questi il 3,9% sono anche beneficiari di Naspi o DisCol. Il restante 20,6% rientrano in altre categorie di disoccupati non soggetti a condizionalità. La distribuzione dei target prioritari per regione presenta, come era lecito aspettarsi, una quota di percettori di RdC più elevata nelle Regioni del Sud Italia, con incidenza che in Sicilia supera il 50%.
Se si analizzano i percorsi cui sono stati indirizzate le diverse tipologie di beneficiari, emerge chiaramente come i percettori di Reddito di Cittadinanza privi di Naspi risultano maggiormente lontani dal mercato del lavoro e quindi indirizzati ai percorsi di reskilling e di lavoro e inclusione con quote decisamente importanti – quasi i due terzi – e più elevate di quanto rilevato per tutti gli altri target del programma. Tale categoria, quindi, si delinea come quella che presenta le maggiori difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro, spesso accompagnate dalla necessità di un intervento più complesso e multidisciplinare.
Dei circa 100 mila beneficiari del solo RdC già entrati nel programma GOL solo 13 mila sono stati valutati vicini al mercato del lavoro e inseriti nel percorso 1.
“Superato il target europeo – dichiara il commissario Anpal, Raffaele Tangorra – adesso dobbiamo concentrarci sul ben più ambizioso obiettivo nazionale. Già quattro Regioni lo hanno raggiunto e altre quattro sono prossime a farlo, in rappresentanza di tutte le aree del paese, incluso il Mezzogiorno. Sono risultati che lasciano ben sperare sul principale obiettivo del programma e cioè la garanzia di livelli essenziali delle prestazioni uniforme sul territorio nazionale. Cominciano anche a delinearsi percorsi appropriati per le platee più lontane dal mercato del lavoro: ad esempio, per i beneficiari del RdC, in oltre metà dei casi si profila un percorso di riqualificazione e per circa un quarto un percorso di formazione più breve di aggiornamento delle competenze. Il 13% più vicino al mercato del lavoro riceverà invece un’assistenza intensiva nella ricerca dell’impiego”.