"L’obiettivo di questo primo decreto è rimettere in ordine gli strumenti della governance e individuare delle prime soluzioni sul fronte dell’accelerazione della spesa e della semplificazione”. E' quanto ha affermato il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, durante un'audizione alle commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue di Camera e Senato, in merito alla Relazione sullo stato di attuazione della politica di coesione europea e nazionale-Programmazione 2014-2020. Il decreto legge che è in fase di conversione al Senato "prevede una serie di semplificazioni e di accelerazioni e una nuova governance sul terreno della coesione" ha detto Fitto.
"Non c'è nessun intento di creare una contrapposizione tra il ministero e le regioni. Attendo di sapere dove si sviluppa l'accentramento, in che cosa si con concretizza, perché abbiamo un decreto che prevede un utilizzo e una riorganizzazione sulla parte del Pnrr delle strutture esistenti, e una seconda parte sulla governance, l'Agenzia della coesione, che dipende dallo stesso ministero della Coesione che non prevede un problema di competenze ma un ritorno, come era fino al 2011, dell'Agenzia dentro alle competenze del Dipartimento della Coesione".
"Mi sfugge quale è il ruolo di cui verrebbero svuotate le regioni, tanto è che le regioni hanno espresso positivo sul decreto in conferenza unificata. - ha spiegato - L'obiettivo nostro è collegare il Pnrr con la Coesione cosa che prima non c'era, sia per le tempistiche di rendicontazione sia per la salvaguardia degli interventi. C'è bisogno di questo nesso e abbiamo la necessità di aprire un confronto con le regioni" ha ribadito nel confermare che ci saranno ulteriori confronti in sede parlamentare per "cambiare un sistema che non funziona". In questo contesto il mio auspicio - ha aggiunto - è che ci possa una valutazione collegata allo sblocco del fondo di Sviluppo e coesione 2021-27 per assegnare le risorse".