Cultura e turismo rappresentano, insieme, il 12% del pil nazionale. Nel 2018 operavano nel territorio nazionale oltre 400mila imprese creative, 290mila nel settore culturale. A dirlo oggi Angelantonio Orlando, direttore generale Unità di missione per l’attuazione del Pnrr ministero della Cultura, nel corso del suo intervento nell’ambito del tavolo tecnico del progetto 'Next Generation Eu – EuroPa Comune', 'Il settore della cultura oltre il Pnrr: Fondi e opportunità di finanziamento aggiuntive al Piano nazionale di ripresa e resilienza', organizzato da Centro studi enti locali in collaborazione con il dipartimento di Economia e management dell’Università di Pisa.
Orlando ha evidenziato la bontà del lavoro svolto dagli enti locali con riferimento alle misure del Pnrr affidate al ministero della Cultura. “Delle 793 istanze presentate per la valorizzazione dei piccoli enti - ha detto - solo un centinaio proposte sono state scartate per verifiche di ammissibilità. Il 70% delle istanze pervenute ha superato il punteggio minimo fissato. Abbiamo potuto finanziare solo una parte di questi ma i Comuni hanno dato prova di uno sforzo enorme e hanno prodotto proposte di qualità. Il Ministero verificherà nell’ambito del parco progetti che si è individuato di verificare con piano di sviluppo e coesione o altri strumenti se c’è possibilità di indirizzare i fondi per finanziare questi progetti”.
L’amministratore delegato di Csel, Nicola Tonveronachi, ha lanciato la proposta di "liberare la spesa destinata dagli enti locali alla cultura dagli equilibri di bilancio per dare un maggiore impulso a queste iniziative. L'invito è quello di riflettere sul fatto che gli strumenti per agevolare gli investimenti in ambito culturale ci sono e potremmo quindi fare molto di più di ciò che stiamo facendo attualmente. Se vogliamo realmente invitare gli enti locali a occuparsi del nostro patrimonio culturale, potrebbero esserci anche misure di agevolazione che vadano oltre il partenariato pubblico privato. Ci sarebbero strumenti normativi per consentire di rendere più attrattivo l’intervento dei privati. Se volessimo intervenire per promuovere la spinta da parte degli enti locali al pil cultura, attualmente fermo al 6.2%, sarebbe sufficiente, ad esempio, far sì che quella spesa sia tolta dagli equilibri di bilancio”.
“Il servizio che offriamo - ha detto Tommaso Savi, responsabile Finanziamenti Regione ed altri Enti Pubblici Cassa Depositi e Prestiti - è di interesse economico generale. Cassa depositi e prestiti offre mutui alle stesse condizioni per ogni ente. I tassi di finanziamento cambiano solo in base a durata e caratteristica di prodotto. È un servizio particolarmente legato al territorio. Come Cdp finanziamo più di 2000 operazioni annuali. Abbiamo movimentato oltre 7 miliardi di euro. supportiamo enti sia nel mondo del Pnrr che in iniziative standard”.
“Abbiamo sviluppato – ha proseguito - prodotti di supporto agli enti locali sia in fase di esecuzione che in quella di progettazione. Come Cdp abbiamo prodotti di finanziamento standard: prestito ordinario con durata fino a 30 anni con tasso fisso o variabile; abbiamo poi prodotto Fondo rotativo per progettualità. Questo permette all'ente pubblico di finanziare spese di progettazione a tasso zero. L’ente può fare debito a 5 anni e il tasso viene pagato dal Mef e man mano che l’ente riceve contributi del Pnrr relativi a progettazione può estinguere il mutuo quando vuole e senza altri costi”.
“Il Pnrr - ha osservato Andrea Mazzillo, economista ed esperto di finanza locale presso la sezione Autonomie della Corte dei conti - ha una sua storia e vita a sé stante. È stato oggetto di approvazione comune di tutte le forze politiche. È chiaro che le ricette possono cambiare, ma gli obiettivi sono e saranno gli stessi. I temi faranno parte dell'agenda di tutti i partiti politici. Per ottenere il massimo dall’Europa abbiamo negoziato milestones e target sfidanti, ma nulla di critico. Dobbiamo cercare di essere puntuali nella realizzazione degli obiettivi. Il controllo è soltanto sui risultati e punta alla performance. Gli enti possono rendicontare semplicemente il loro risultato. Anche la stessa spesa se può risultare inferiore, quelle risorse possono essere destinate perfino ad altre iniziative”.
“Andando sul territorio abbiamo capito che nel mondo della cultura manca molto spesso la capacità di progettazione. Progettare vuol dire guardare nel medio-lungo periodo. Ci stiamo attrezzando come collettori di competenze per costruire progetti culturali insieme a imprenditore pubblico e privato”. È quanto evidenziato da Andrea de Rita - responsabile advisory Cultura Istituto per il Credito Sportivo (Ics).
Edoardo Gugliotta, responsabile Servizio gestione fondi speciali Istituto per il credito sportivo, ha evidenziato come Ics stia replicando nel settore della cultura la tradizionale attività applicata all’ambito sportivo: finanziamenti assistiti da agevolazioni.
“Lo scorso anno - ha ricordato Gugliotta - abbiamo attivato anche nel settore cultura un avviso pubblico per concessione di contributi in conto interesse. Abbiamo finanziato 57 interventi in ambito cultura per 50 milioni di euro che hanno attivato oltre 80 milioni di euro di investimenti”.