A due anni dal primo caso di Covid nella Regione.
A due anni dal primo caso di Covid in Emilia-Romagna - il 22 febbraio 2020, preso in carico a Piacenza - la Regione mette basi solide per il rafforzamento del sistema sanitario pubblico, guardando al futuro e programmando investimenti per oltre mezzo miliardo di euro. Per una sanità sempre più territoriale e vicina alle persone, grazie alla telemedicina, nuove case di comunità, ospedali moderni e sicuri, infrastrutture tecnologiche e digitali all’avanguardia.
L’Emilia-Romagna è infatti pronta a partire con la 'Missione salute' del Piano nazionale di ripresa e resilienza: a disposizione ci sono risorse per più di 500 milioni di euro, già ripartiti tra le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale, che serviranno a finanziare centinaia di interventi su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini. Con un calendario certo per l’esecuzione delle opere: entro il 2023 dovranno essere completate tutte le gare per l’affidamento dei lavori, che andranno ultimati entro il 2026.
In particolare, da sottolineare come le Case di comunità ricalchino il modello delle case della salute dell’Emilia-Romagna, 127 quelle già attive qui e prese a modello nel Pnrr da replicare a livello nazionale.
Con l’approvazione, ieri in giunta, degli interventi finanziabili e la relativa assegnazione delle risorse sul territorio, dove gli interventi sono stati decisi e condivisi nelle conferenze socio-sanitarie, si apre una nuova era per la sanità emiliano-romagnola, che porterà a realizzare 84 nuove case della comunità (124,6 milioni di euro), 45 centrali operative territoriali (15,3 milioni) - con la funzione di coordinamento della presa in carico del paziente e di raccordo tra i professionisti coinvolti - e 27 ospedali di comunità (68 milioni). E ancora, la sostituzione di 232 apparecchiature ad alto contenuto tecnologico ma con più di 5 anni (80,8 milioni), 20 interventi per la transizione digitale degli ospedali (98,6 milioni) e 14 per il miglioramento e l’adeguamento sismico delle strutture ospedaliere (43,4 milioni con fondi Pnrr e 98,6 con il Piano nazionale complementare-Pnc). Il Piano viene presentato oggi all’Assemblea legislativa regionale.
Complessivamente, dunque, l’Emilia-Romagna può contare su 529 milioni di euro (di cui 431 di finanziamenti Pnrr e 98 previsti dal Pnc): fondi che attengono appunto alla Missione Salute (la numero 6) del Pnrr, componente 1 'Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale' e Componente 2 'Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale'.
“In Emilia-Romagna - sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - grazie a un lavoro capillare fatto molto rapidamente insieme ai territori, siamo pronti a dare concreta attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza per la parte salute, una opportunità unica di crescita e rafforzamento del nostro servizio sanitario regionale. La pandemia ha confermato il valore universale della salute e la forza di un sistema capace di non lasciare indietro nessuno e di prendersi cura di tutti. Ora vogliamo fare ancora di più: attraverso soprattutto il potenziamento dei servizi territoriali, il rafforzamento dell'assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi sociosanitari. L’obiettivo è chiaro: rendere la sanità più vicina ai cittadini e portarla nelle comunità locali, per intercettare da subito nuove fragilità e bisogni. Ringraziamo tutti coloro che, dalle Conferenze territoriali sociosanitarie alle Aziende sanitarie e ospedaliere, dagli Irccs ai servizi della Regione, hanno lavorato presto e bene per definire un programma di interventi che non ha precedenti: l’Emilia-Romagna è pronta a fare un nuovo passo avanti. E farlo insieme”.
Per l’attuazione degli investimenti, la giunta ha provveduto ad assegnare sul territorio i 529 milioni attribuiti alla Regione Emilia-Romagna: all’ausl di Piacenza sono destinati 23.364.417 euro (di cui 13.325.447 per la componente 1 e 10.038.970 per la componente 2); ausl Parma 26.088.063 (21.152.918 componente 1 e 4.935.144 componente 2); ausl Reggio Emilia 55.492.023 (24.736.271 componente 1 e 30.755.751 componente 2); ausl Modena 45.556.177 (32.950.539 componente 1 e 12.605.638 componente 2); ausl Bologna 71.593.485 (41.285.140 componente 1 e 30.308.344 componente 2); ausl Imola 13.106.305 (6.220.914 componente 1 e 6.885.391 componente 2); ausl Ferrara 32.848.483 (16.005.638 componente 1 e 16.842.844 componente 2); ausl Romagna 133.879 (52.336.781 componente 1 e 81.543.200 componente 2).
Ulteriori fondi sono destinati alle aziende ospedaliero universitarie e Irccs, e riguardano chiaramente solo la linea di finanziamento per la componente 2: azienda ospedaliero universitaria Parma 35.694.440; Aou Modena 27.449.256; Irccs Aou Bologna (Policlinico Sant’Orsola) 33.488.022; Aou Ferrara 9.640.702; Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli 21.337.812.
La Regione Emilia-Romagna parte da un contesto di strutture sanitarie territoriali già consolidato, in quanto può contare su 127 case della salute operative. La programmazione nazionale prevede che la regione debba realizzare 84 nuovi interventi, finanziati con 124 milioni 671mila euro: in totale 6 a Piacenza, 8 a Parma, 10 a Reggio Emilia, 13 a Modena, 17 a Bologna, 3 a Imola, 6 a Ferrara e 21 in Romagna.
Le case della comunità consentiranno di potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio migliorandone la qualità, diventando lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici. Vi opererà (come avviene già nelle case della salute) un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e anche assistenti sociali, per una maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.
Il Pnrr ha introdotto per la sanità territoriale il modello organizzativo della centrale operativa territoriale che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra i servizi coinvolti nell’assistenza - attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie - dialogando con la rete dell’emergenza-urgenza. Previsto il potenziamento dell’utilizzo della telemedicina per supportare al meglio i pazienti, in particolare con malattie croniche e/o non autosufficienti.
La regione dovrà realizzare 45 centrali operative territoriali finanziate con 15 milioni 338mila euro: 3 a Piacenza, 5 a Parma, 5 a Reggio Emilia, 7 a Modena, 9 a Bologna, 1 a Imola, 4 a Ferrara e 11 in Romagna.
L’investimento mira al potenziamento dell’offerta dell’assistenza intermedia al livello territoriale attraverso l’attivazione dell’Ospedale di Comunità, struttura sanitaria a ricovero breve destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Queste strutture determinano una riduzione di accessi impropri ai servizi sanitari, come ad esempio quelli al pronto soccorso o ad altre strutture di ricovero ospedaliero, o il ricorso ad altre prestazioni specialistiche. L’Ospedale di Comunità potrà anche facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio, consentendo alle famiglie di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più adatto alle esigenze di cura dei pazienti.
In Emilia-Romagna sono già presenti 32 Ospedali di Comunità; la programmazione nazionale prevede la realizzazione di ulteriori 27 strutture, per un investimento da 68 milioni di euro: 2 a Piacenza, 3 a Parma, 3 a Reggio Emilia, 4 a Modena, 5 a Bologna, 1 a Imola, 2 a Ferrara e 7 in Romagna.
Per ospedali sempre più proiettati nel futuro, la Regione ha previsto un investimento in infrastrutture tecnologiche e digitali ospedaliere tramite la sostituzione di 232 apparecchiature ad alto contenuto tecnologico che abbiano più di 5 anni. Gli interventi sono finanziati per 80, 8 milioni di euro; i principali riguardano 26 tomografi computerizzati, 12 tomografi a risonanza magnetica 1,5 Tesla, 2 acceleratori lineari, 1 gamma camera, 6 gamma camera/CT, 2 Pet Tc TC e 36 mammografi con tomosintesi.
Precisamente, degli 80.865.967 milioni di euro che il Pnrr destina per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, 69.659.762 sono già assegnati alle aziende sanitarie. Per la restante parte le aziende dovranno fare, di concerto con il ministero, la programmazione per l’acquisizione delle tecnologie.
Per quanto riguarda la 'transizione digitale' delle strutture ospedaliere, l’ammodernamento degli asset tecnologici, la digitalizzazione dei processi clinico-assistenziali ospedalieri delle strutture Dea (Dipartimenti di emergenza e accettazione) di I e II livello sono previsti 20 interventi su tutto il territorio regionale finanziati con 98,6 milioni di euro.
Nel corso del 2021 la Regione Emilia-Romagna ha individuato 14 interventi per il miglioramento o l’adeguamento sismico delle strutture ospedaliere, finanziati con 142 milioni di euro (4 interventi, per 43,4 milioni, con fondi Pnrr e 10 interventi, per 98,6 milioni, con il Fondo complementare). Gli interventi principali riguardano l’ospedale Maggiore di Parma, l’ospedale di Guastalla e Castelnuovo ne’ Monti (Re), il Policlinico di Modena, l’ospedale Bellaria, il Policlinico Sant’Orsola e l’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, l’ospedale di Argenta (Fe), l’ospedale di Forlì e l’ospedale degli Infermi di Rimini.