Con il Pnrr non mancheranno le risorse per compiere l'ultimo miglio di una transizione digitale che significherà reti di prossimità, facilità di accesso ai servizi, niente code e niente pesanti faldoni
La pandemia ha fatto sperimentare agli italiani i servizi sanitari digitali: dalla prenotazione delle prestazioni al ritiro dei referti, dall'intensificazione delle comunicazioni on line con il proprio medico di base o lo specialista alla ricetta elettronica, diventata finalmente uno standard. Una salto di anni luce rispetto alle code e alla burocrazia cartacea. Ma, rilevano analisti attenti come l'Osservatorio per l'Innovazione digitale in sanità della School of Management del Policlinico di Milano o il Centro Studi Enti Locali, a questo salto l'Italia era in realtà pronta perchè da anni anche nella sanità si lavora per la dematerializzazione delle procedure e per la remotizzazione dei servizi.
Ora con il Pnrr non mancheranno le risorse per compiere l'ultimo miglio di una transizione digitale in sanità, per il decollo. Che significherà reti di prossimità, facilità di accesso ai servizi, niente code e niente pesanti faldoni da portarsi appresso, con la libertà di spostarsi e delocalizzare esami e cure. E per la scienza, accesso a dati certificati.
Ma per compiere questo ultimo miglio servono due fattori essenziali: l'interoperabilità dei sistemi che devono dialogare tra di loro, e la formazione, per reperire quelle competenze non solo tecniche, ma anche di governance dei processi che possano realmente snellire ed efficientare il sistema.