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Pnrr, monito Accademia Lincei e Nobel Parisi: "No a cattedrali nel deserto"

L'Accademia sprona il Governo: "Vigilare affinché questa grande occasione non si trasformi in una indiscriminata corsa ai finanziamenti"

Il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi (Foto di Francesca Maiolino)
Il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi (Foto di Francesca Maiolino)
18 febbraio 2022 | 15.27
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Mentre si procede verso i bandi del Pnrr per la Ricerca e le infrastrutture scientifiche, arriva oggi un monito chiaro e forte dal Nobel per la Fisica Giorgio Parisi e dalla storica Accademia dei Lincei affinché nelle gare ci "siano misure antitrust" e soprattuto con gli investimenti miliardari in arrivo per nuovi lab "non si facciano cattedrali nel deserto". La Commissione Ricerca dell’Accademia Nazionale dei Lincei, "nell’apprezzamento per l’azione del Governo di sostegno e valorizzazione del sistema di ricerca del Paese con l’investimento di 6,9 miliardi di euro in 4 anni", chiede infatti che "si ponga la massima attenzione al rischio di finanziamenti diffusi e poco fruttuosi". "Occorre vigilare - dice - affinché questa grande occasione non si trasformi in una indiscriminata corsa ai finanziamenti, soprattutto per quanto riguarda i bandi dei Partenariati Estesi e delle Infrastrutture di Ricerca, e che si faccia attenzione alla scelta di temi di ricerca di base e applicata realmente innovativi, lungimiranti e volti allo sviluppo del Paese" si legge nel documento diffuso oggi dalla prestigiosa accademia di via della Lungara. "Le infrastrutture di ricerca - laboratori, banche dati, apparecchiature e grandi attrezzature - oltre a essere costituite per ben precise finalità scientifiche, dovranno essere un’impalcatura a sostegno e a disposizione dell’intera comunità scientifica nazionale anche dopo la chiusura del Pnrr: purtroppo non è quello che in molti settori si sta verificando" è l'allarme lanciato dalla Commissione Ricerca dell’Accademia dei Lincei.

A scendere in campo è anche il professore Giorgio Parisi, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei e premio Nobel per la Fisica 2021 che ritiene "fondamentale che le scelte" dei progetti che dovranno accedere ai fondi del Pnrr "siano fatte confrontando progetti diversi e selezionando i migliori". "Entro la fine del mese usciranno i bandi per i partenariati: è assolutamente necessario che i bandi siano scritti con estrema attenzione in maniera da non trovarsi davanti a un numero limitatissimo di maxiprogetti per i quali la scelta diventa obbligata" avverte. "Nutro fiducia che nei bandi ci saranno le opportune misure ‘antitrust'" afferma lo scienziato autore della "folle intuizione" che lo ha portato alla teoria da Nobel che permette di comprendere i segreti della complessità.

Dunque, a fronte dei 30 miliardi del Pnrr per la ricerca e l'istruzione, anche il presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Roberto Antonelli, lanciato un preciso avvertimento: "E' importante un piano che preveda una continuità dei finanziamenti anche a fine Pnrr. Non possiamo edificare cattedrali nel deserto poi abbandonate all’interrompersi del finanziamento pubblico, sarebbe una strategia perdente". Il filologo e accademico italiano ritiene inoltre che, a fronte di investimenti miliardari, "bisogna pensare a fondi per l’assunzione di ricercatori non a termine, affinché il loro numero sia messo in linea con quello dei dottori di ricerca, come ha detto anche la ministra Messa nel suo intervento al Cnr per la presentazione della relazione sulla ricerca e l’innovazione". Nel secco documento rilasciato dalla Commissione Ricerca dell’Accademia Nazionale dei Lincei si suggerisce anche che "il personale a tempo determinato che sarà assunto per i progetti del Pnrr" debba "essere selezionato con cura affinché possa costituire un serbatoio di ricercatrici e di ricercatori che potranno potenzialmente entrare nelle Università e negli Enti pubblici di ricerca, ma anche - attraverso le sinergie pubblico-privato - nelle aziende". "I fondi per la ricerca sono importanti, ma il patrimonio più importante da creare e custodire sono i ricercatori e le loro competenze e doti scientifiche" è l'altro forte monito che arriva dalla prestigiosa istituzione scientifica italiana, una delle più antiche d'Europa.

(di Andreana d'Aquino)

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