"Nel medio periodo l'intendimento del governo è di giungere ad un'unica infrastruttura informatica al fine di garantire il rispetto del principio di unicità dell'invio dei dati, tenendo conto delle peculiarità del sistema ReGiS che, grazie alla sua architettura modulare, è disegnato in linea con i processi amministrativi di programmazione, attuazione, gestione contabile, rendicontazione e controllo". Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione davanti alla commissione Bilancio al Senato sul Piano di ripresa e resilienza, spiegando che "il sistema ReGiS è inter-operabile con le principali banche dati nazionali e si è affiancato a quelle già operanti nel nostro sistema come il monitoraggio delle opere pubbliche e la banca dati sui fondi strutturali".
Un sistema informativo unico di monitoraggio - spiega Giorgetti - "consentirà di effettuare le verifiche sul rispetto del principio di complementarità e sinergia con gli ambiti di intervento del Pnrr". Diverse amministrazioni, riferisce, "hanno già manifestato l'interesse ad avvalersi del sistema ReGiS per la gestione dei loro programmi cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei (6 Programmi nazionali e 7 Programmi regionali) per il periodo 2021-2027, mentre altre hanno rappresentato la disponibilità a valutare soluzioni di interoperabilità con i propri sistemi".
Un ampio uso di ReGiS permetterà "di ridurre gli oneri a carico delle singole amministrazioni, le quali avranno il vantaggio di inserire una sola volta i dati di avanzamento dei progetti finanziati e di fornire al Governo un patrimonio informativo tale da orientare in maniera più consapevole le politiche pubbliche in materia di investimenti", spiega il ministro.
"In questi giorni sono in elaborazione i dati da inserire nella Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr che sarà presentata al termine dell’assessment della terza tranche di pagamenti e, comunque, non oltre la presentazione del Documento di economia e finanza" continua il ministro dell'Economia.
"Sul piano si gioca la capacità di ripresa e crescita del paese" sottolinea Giorgetti davanti ai senatori "tutta la disponibilità" da parte del Mef "per affrontare questa sfida". "Che un aggiornamento rispetto alle condizioni date sia necessario credo sia indubbio da parte di tutti".
Sull'ipotesi di estendere il Piano oltra a 2026, il ministro aggiunge: "questo non lo so, dico soltanto che rispetto al momento in cui questi Piani sono stati redatti, è successo qualcosa che ha mandato un po' in tilt l'intero sistema economico e non solo a livello europeo, e quindi non dovrebbe violare nessun tabù parlarne". Ad ogni modo, sottolinea "ad oggi noi abbiamo l'impegno di rispettare tutti gli obiettivi che ci siamo dati". "Noi - prosegue - abbiamo una serie di difficoltà oggettive che ci impongono una riflessione onesta, che non è partigiana, e ne stiamo parlando anche in ambito europeo".