Spending review e riforma dell'amministrazione fiscale. Sono i primi due obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che il ministero dell'Economia dovrà centrare entro i primi 6 mesi 2022. Nelle tabelle che illustrano i 'compiti' dei diversi dicasteri, presentate nel corso del Consiglio dei ministri, si spiega che il primo tassello del puzzle che compone il Pnrr è la riforma del quadro di revisione della spesa pubblica, che dovranno portare all'adozione degli ''obiettivi di risparmio per le spending review relative agli anni 2023-2025''. La spending review, si spiega, ''è diretta a migliorarne l'efficacia, anche rafforzando il ruolo del ministero dell'Economia e il processo di valutazione ex-post dei risultati, ottimizzando la pratica del bilancio di genere e il green budgeting''.
Si prevede anche ''l'impegno a intraprendere, sulla base del quadro giuridico esistente, una revisione annuale della spesa nel periodo 2023-2025, che consenta risparmi di bilancio diretti a sostenere le finanze pubbliche e/o a finanziare una riforma fiscale o riforme della spesa pubblica favorevoli alla crescita'', si spiega. Il secondo piano che dovrà essere portato a termine entro il 30 giugno punta alla riforma dell'amministrazione fiscale. In particolare si prevede l'entrata in vigore di ''atti di diritto primario e derivato e delle disposizioni regolamentari e completamento delle procedure amministrative per incoraggiare il rispetto degli obblighi fiscali (tax compliance) e migliorare gli audit e i controlli''. Saranno prese ''diverse misure per incoraggiare l'adempimento degli obblighi fiscali e migliorare l'efficacia degli audit e dei controlli mirati'', si legge nel documento presentato a palazzo Chigi.
E' prevista la creazione della banca dati e dell'infrastruttura informatica dedicata per il rilascio della dichiarazione precompilata iva, insieme al miglioramento della qualità della banca dati per le comunicazioni per l'adempimento spontaneo. Inoltre si dovrà procedere alla riforma dell'attuale legislazione per ''garantire sanzioni amministrative effettive contro gli esercenti privati che rifiutino il pagamento elettronico''. E infine dovrà essere completato il processo di ''pseudonimizzazione e analisi dei big data nell'intento di rendere più efficaci l'analisi del rischio inerente alle selezioni dei contribuenti da sottoporre a controllo''.