47 le opere pubbliche finanziate da dl Aiuti per contribuire a obiettivi, a Roma 39% risorse
Riqualificazione delle cosiddette 'Case dei puffi' di Scampia, realizzazione di una nuova biblioteca a Torino e di una nuova banchina per l’attracco dei battelli turistici nel porticciolo di Nervi, costruzione di un nuovo impianto di selezione e valorizzazione dei rifiuti da raccolta differenziata nel palermitano, installazione di nuovi ascensori nelle fermate della metropolitana milanese. Dove non arriva il Pnrr, arriva in soccorso il Viminale.
Con il decreto del 31 agosto, pubblicato il 2 settembre scorso, è stato reso pubblico l’elenco delle 47 opere pubbliche sulle quali saranno convogliate le risorse del fondo finalizzato a rafforzare gli interventi del Pnrr da parte dei Comuni con popolazione superiore a 500mila abitanti. Questo fondo, con dotazione 665 milioni, è stato istituito in applicazione di una norma prevista dal 'decreto Aiuti'. A evidenziarlo un focus di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, basato sui dati del Viminale.
Oltre a introdurre tutta una serie di misure per rispondere all’aumento dei prezzi energetici derivanti anche dalla crisi ucraina, il dl 50 del 2022 aveva infatti dato il via libera, con l’articolo 42, allo stanziamento di 325 milioni di euro per il 2023, 220 milioni per il 2024, 70 milioni per il 2025 e 50 milioni per il 2026, per rafforzare gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza da parte dei Comuni con popolazione superiore a 500.000 abitanti. Si tratta di una serie di opere che non sono rientrate nelle graduatorie del Pnrr ma la cui realizzazione, almeno secondo il governo, contribuirebbe al conseguimento degli obiettivi fissati dal Piano stesso.
In un primo momento, la soglia per accedere a queste ingenti risorse era stata fissata a 600mila abitanti. In sede di conversione, il limite è stato poi abbassato in maniera tale da poter ricomprendere anche Genova, che conta 566.410 abitanti e alla quale sono stati assegnati 53 milioni di euro.
Posto che la dotazione del fondo non è stata aumentata, questa estensione ha portato un ridimensionamento delle somme destinate agli altri Comuni. Torino è passata così da 87 a 80 milioni, Milano da 139 a 129; Roma ha dovuto rinunciare a 20 milioni di euro, passando da 278 a 258; Napoli da 94 a 85 e Palermo da 67 a 60 milioni.
Come emerge dal focus di Csel, la maggiore 'azionista' di questo fondo sarà la Capitale. Il criterio di riparto individuato, proporzionalità rispetto alla popolazione residente, ha infatti premiato soprattutto Roma che di abitanti, al 1° gennaio 2021, ne contava 2.770.226 e che ha così assorbito il 39% delle somme disponibili. A Milano andrà il 19%, a Napoli il 13%, a Torino il 12%, a Palermo il 9% e a Genova l'8%.