Lo stilista del brand, Angelo Cruciani: "Manifesto di ciò che serve attraverso un linguaggio fatto di tessuti e creatività".
Hanno sfilato a Milano lunedì scorso, durante la manifestazione per la Palestina, i modelli di Yezael, che contro "l'attuale fashion system che sembra completamente staccato dai fatti geo-politici, culturali e umani, ha deciso quindi di prendere una direzione completamente diversa attraverso una collezione che vuole vestire i giovani con messaggi positivi e incoraggianti. Peace 2.0 è un isola utopica dove immaginare un mondo senza violenza, dove vince la Fratellanza sulla speculazione economica".
Questa collezione, spiega lo stilista del brand, Angelo Cruciani, "è un manifesto di ciò che serve attraverso un linguaggio fatto di tessuti e creatività. Noi siamo le nostre scelte,non è vera eleganza se non parte dal cuore”. Abiti completamente ricamati con il famoso simbolo di un uomo a braccia aperte, colori militari impolverati e applicazioni floreali che richiamano il mondo Partigiano e quello dei figli dei fiori puntellano la collezione, ispirata "da tutti quei giovani che si impegnano ogni giorno per cambiare la consapevolezza di una generazione assuefatta e incantata da realtà virtuali e futili beni di consumo".
Il linguaggio Grunge di Yezael sposa la sartorialità e le lavorazioni artigianali: spille ispirate alla famosa colomba di Picasso, i bottoni abbandonati, ironia ricamata sul concetto di sicurezza: armarsi di nuove idee che permettano di aprire gli occhi sulla storia e sul futuro. La collezione è stata messa a disposizione degli addetti dei lavori moda per portare alle sfilate "un messaggio che rompa l'ipocrisia del silenzio". Giornalisti, influencers, artisti e modelli indosseranno durante la Milano Fashion Week questa collezione "che fugge dal piedistallo per cercare la verità".