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10 Corso Como presenta nuovo concept e mostra Talia Chetrit

In occasione della fashion week donna, lo store svelerà il progetto ideato dall’agenzia 2050+ secondo la visione di Tiziana Fausti

10 Corso Como presenta nuovo concept e mostra Talia Chetrit
19 luglio 2024 | 10.15
LETTURA: 3 minuti

10 Corso Como annuncia una nuova fase del progetto 'Ripensare 10 Corso Como': a settembre l’iconica destinazione milanese svela il concept del negozio, ideato dall’agenzia multidisciplinare 2050+, secondo la visione di Tiziana Fausti. Dopo il successo della mostra 'Yohji Yamamoto. Letter to the Future' che ha visto una straordinaria affluenza di pubblico sopra le aspettative, riparte in occasione della settimana della moda donna la programmazione dedicata alle arti visive con la mostra dell’artista statunitense Talia Chetrit, allestita presso la Galleria situata al primo piano. Prosegue così il nuovo capitolo di 10 Corso Como, sostenuto da un progetto architettonico pensato per ridisegnarne gli spazi come una Wunderkammer contemporanea. Secondo il rinnovato concept, l’area donna al piano terra è concepita come una macchina teatrale flessibile e coerente nelle intenzioni e nelle soluzioni architettoniche con gli spazi del primo piano, la Project Room e la Galleria, inaugurati lo scorso febbraio.

Lo store è ripensato come un ingranaggio industriale capace di trasformarsi in modo fluido, riconfigurando la sua identità e adattandosi organicamente alla varietà di esperienze ed eventi che accoglie. Lo spazio è abitato da dispositivi allestitivi mobili e componibili: una nuova versione dei tavoli-pantografo e una serie di rack appendiabiti connessi ad argani, in grado di muoversi verticalmente e orizzontalmente fino a sparire completamente tra le travi del soffitto. Di particolare rilievo, le opere site-specific di artisti internazionali che come un coro armonioso di interventi dialogano nello spazio del nuovo 10 Corso Como concepito come una piattaforma di scambio.

Il progetto ripensa inoltre i percorsi dell’intera location, rendendo gli ambienti di collegamento i protagonisti del racconto architettonico e consentendo il movimento osmotico attraverso i diversi piani. La nuova scala interna, interamente rivestita in acciaio, collega la nuova area donna alla Project Room e alla Galleria, manifestando la ridefinizione dei flussi sia orizzontalmente su ciascun piano, che verticalmente attraverso l’edificio e contribuendo a un vasto repertorio di possibili usi e occupazioni. Durante i lavori di ristrutturazione dell’area vendita al piano terra, previsti per il mese di agosto, la selezione moda di 10 Corso Como sarà esposta e disponibile nella Galleria al primo piano, e su 10corsocomo.com.

Quanto alla personale dell’artista statunitense Talia Chetrit, dal 18 settembre nella Galleria saranno riunite opere realizzate nell’arco di trent’anni, dal 1994 al 2023, ponendo in dialogo tra loro immagini che rappresentano momenti differenti della sua ricerca artistica e della sua vita. Scatti recenti si affiancano a fotografie realizzate a metà degli anni Novanta - come Logo (1996/2017) e Face #1 (1994/2017) - in cui Chetrit, allora adolescente, ritrae le sue amiche d’infanzia. Un’altra opera degli esordi, Murder Picture #3 (1997/2017), raffigura un’amica dell’artista mentre posa come vittima di un omicidio in quello che sembra essere un vagone della metropolitana.

Le relazioni famigliari hanno un ruolo centrale nella mostra, che include ritratti di ciascun membro della famiglia dell’artista: la madre - in opere come Mom (Ball) del 2022 e Ash (2021) -, il padre in Dad/Mesh (2021), il compagno e il figlio, che vediamo colti in scene anticonvenzionali - come in Untitled (Family #2) del 2021 - o ritratti individualmente, come in Cat Boot Baby (2021) e Back (2016). Sebbene Chetrit abbia realizzato svariate campagne fotografiche per marchi di moda come Celine, Phoebe Philo e Acne Studio, è fondamentale osservare come, nei suoi scatti artistici, la moda emerga in filigrana, come uno dei tanti elementi che permettono all’artista di esplorare la formazione dell’identità individuale e delle convenzioni sociali. L’esposizione è a cura di Alessandro Rabottini e Anna Castelli.

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