L'imprenditore: "Rafforzare la posizione strategica dei porti del Mezzogiorno come hub energetici"
"È arrivato il momento di fare davvero squadra perché non è mai stato conveniente come adesso investire al Sud". Lo dice, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Gabriele Menotti Lippolis presidente di Confindustria Brindisi e delegato per l'energia di Confindustria Puglia.
"Il Mezzogiorno - spiega - vanta un trend decennale che, per quanto concerne le medie imprese che vi operano, è estremamente interessante: le medie imprese del Sud, infatti, negli ultimi 10 anni hanno fatto meglio in termini di crescita di forza lavoro, produttività e fatturato rispetto a quelle del Centro-Nord. Ciò, nonostante il livello di tassazione risulti più alto per via delle maggiori aliquote Irap applicate dalle regioni del Mezzogiorno alle prese con piani di rientro sanitario".
"E' stato studiato - sottolinea - che investire 100 euro nel manifatturiero meridionale genera un impatto economico sul Paese pari a 493 euro, a fronte di un dato medio nazionale di 375 euro. Il problema, allora, risiede nella scarsa densità di imprese e nel nanismo diffuso. L’industria e gli imprenditori vanno guardati come una grande risorsa per far crescere il territorio".
"In Puglia - afferma Lippolis - le aziende possono candidarsi per crediti d’imposta zes, decontribuzione, agevolazioni di Puglia Sviluppo (la quale ha gestito investimenti per oltre 7 miliardi di euro che hanno coinvolto 17.000 imprese e che hanno rappresentato un fattore di attrazione per investimenti esteri per circa 1 miliardo di euro), misure come Resto al Sud, fondi europei e Pnrr".
"Come Confindustria Brindisi - ricorda - guardiamo al futuro consapevoli che si stanno schiudendo per il territorio opportunità che da tempo non si profilavano: finalmente, dopo tanti anni di stagnazione, torneremo ad ospitare nel capoluogo una nuova, importante impresa come Act Blade, al passo con i tempi e in linea con le nuove esigenze dato che si occupa di produrre pale eoliche".
"Ma questa - avverte - se la politica locale farà la sua parte, sarà solo la prima di una serie di grandi occasioni per la città, perché importanti investimenti si intravedono anche nel settore della nautica e della cantieristica navale, in ambito portuale, nel settore energetico come Edison. Il 2023 dovrà essere l’anno in cui si porranno concretamente le basi per lo sviluppo come il nuovo Piano regolatore portuale, l’avvio dei lavori delle infrastrutture portuali e il decollo delle Zes con la contestuale, attesa riperimetrazione dell’area Sin. Da qui passa il domani".
"I discorsi sull’idrogeno - sottolinea - riguardano l’oggi, ma è importante attrezzarsi da subito, quindi plaudo alla tempestività e all’attivismo della Regione Puglia su questo settore. Su Brindisi è previsto un primo, importante progetto di Edison, Alboran e Saipem: come presidente di Confindustria Brindisi e come Confindustria Puglia stiamo lavorando affinché, a valle di questi investimenti, si produca occupazione, magari tramite la realizzazione di fabbriche per la componentistica; penso alla produzione in loco di elettrolizzatori".
"Accanto a questo - aggiunge - assieme alla politica locale dovremmo anticipare i tempi e reclamare infrastrutture che possano rafforzare la posizione strategica dei porti pugliesi come hub energetici del Mediterraneo. Molti dei nuovi carburanti verranno da sud e riguarderanno l’idrogeno e suoi derivati, che richiederanno appositi impianti per lo stoccaggio. Ecco, sarebbe opportuno che Brindisi si candidasse seriamente ad accogliere rigassificatori ibridi, come già fatto dalla Germania, che oggi permettono di rigassificare il gnl e che domani consentiranno di rigassificare l’idrogeno. I porti che avranno i rigassificatori saranno avanti nella transizione energetica e si collocheranno in una posizione di leadership nell’attrarre questo nuovo traffico. Confindustria Brindisi, grazie anche al supporto del Presidente del Gruppo tecnico energia nazionale Aurelio Regina, continuerà ad attivare i suoi canali di relazioni con il sistema produttivo confindustriale, per attrarre ulteriori investimenti".
Per Gabriele Menotti Lippolis, presidente di Confindustria Brindisi e delegato per l’energia di Confindustria Puglia "Il 2023 sarà un anno difficile, in cui si dovranno stringere i denti. Le previsioni parlano infatti di una recessione (-0,5%) per la Puglia determinata dall’inflazione e dall’aumento dei tassi, che comporterà un aggravio degli oneri sui prestiti delle imprese. I sistemi produttivi del Mezzogiorno, d’altronde, soffrono maggiormente gli shock perché composti da imprese più piccole che fanno meno uso di economie di scala. Inoltre c’è una grande presenza di settori energivori, i quali pagano inevitabilmente pegno in un periodo come questo. Tuttavia, i tanti strumenti di incentivazione prima richiamati e la spesa dei fondi del Pnrr potranno bilanciare almeno parzialmente gli effetti negativi".
"A tal proposito - sottolinea - si vede come anche evidenziato dal ministro per gli Affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto che esistano criticità sull’effettiva capacità di spesa dei soggetti attuatori. Basti pensare che alcuni Comuni del Mezzogiorno, a causa dei tagli e del blocco decennale dei turn over, per rimpolpare piante organiche coperte solo per metà e con età media over 55 sono addirittura costretti ad incrementare l’addizionale Irpef. Tra l’altro - avverte - le normative vigenti sono un complesso mastodontico, spesso di difficile applicazione, soggetto a continue modifiche, che rende difficile l’opera delle stazioni appaltanti. Inoltre, troppo spesso accade che si attivino veti incrociati e che nelle conferenze di servizi la burocrazia difensiva (a volte al servizio di approcci ideologici) di un ufficio di un ente locale alimenti quella di altri uffici".
"Occorre attuare - suggerisce - una seria revisione di tali autorizzazioni e adoperarsi per una semplificazione radicale delle normative, confidando anche in un cambio di mentalità dei burocrati. Nel brindisino - ricorda - sono previsti investimenti di importanti aziende associate a Confindustria Brindisi per un totale di 3,5 miliardi di euro nei prossimi anni. Le aziende in prima linea che avranno un ruolo chiave nello sviluppo del territorio sono realtà come Enel, Eni, A2A, GE Avio, Edison, Jindall, Chemgas-Sapio, Falck Renewables ed altri".
"Nonostante l’evidente sforzo del governo nella Finanziaria - commenta Gabriele Menotti Lippolis, presidente di Confindustria Brindisi e delegato per l’energia di Confindustria Puglia - le aziende rischiano di pagare i costi della crisi energetica più che in altri paesi europei".
"Dopo la decisione del governo tedesco - afferma - di intervenire a sostegno delle imprese con 200 miliardi di euro per contrastare aumento dei costi, ci aspettavamo un intervento altrettanto deciso da parte del governo italiano. Politiche del genere rischiano di mettere le aziende italiane in condizione di non poter competere con i nostri concorrenti tedeschi. Come più volte ribadito dal nostro presidente di Confindustria Carlo Bonomi, questa crisi comporterà per le imprese un extra costo di molte decine di miliardi di euro. Come già denunciato negli ultimi mesi le imprese stanno già subendo in modo estremamente pesante gli effetti della crisi energetica, con una perdita di competitività che rischia di diventare irreversibile".