La posizione della leader sindacale
“Abbiamo la responsabilità di dare voce a chi non l’ha e anche la contrattazione rappresenta il mezzo per definire i diritti in generale, soprattutto quelli delle donne che rappresentano il 12 per cento della forza lavoro e, purtroppo, anche meno in molti settori manifatturieri. In tal senso siamo poche per orientare un cambiamento di vera e propria emancipazione, ma questa svolta è possibile, nella consapevolezza che la libertà è una conquista fragile da rafforzare quotidianamente. Lo ha detto Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec, che oggi ha concluso i lavori del seminario, tenuti nella sede nazionale del sindacato stesso e moderati dal segretario organizzativo Andrea Bottaro, 'La Libertà delle Donne', in occasione della Giornata internazionale della donna.
All’evento hanno partecipato Sonia Ostrica ed Elena Dejas, rispettivamente coordinatrici del dipartimento Pari Opportunità della Uil confederale e della Uiltec nazionale. Ostrica ha ribadito che in questo giorno le donne prediligono “più che fiori, uomini perbene” e che “la necessità normativa presenta un unico volto per le pari opportunità, ovvero l’uguaglianza tra le persone” in una società che rimane “fortemente patriarcale e maschilista”.
Dejas ha letto il messaggio inviato da Shahrzad Sholeh, Presidente dell’Associazione Donne democratiche iraniane in Italia, che ha ribadito come in Iran “le donne non siano sole nella loro rivolta contro il potere della Repubblica Islamica, ma affiancate da mariti, figli, studenti, perché la lotta per i diritti riguarda tutti”. Dello stesso tenore la testimonianza di Yuliya Kaspiarovich, attivista della comunità bielorussa a Roma ed impegnata nell’accoglienza dei rifugiati ucraini e bielorussi: “Continuiamo a sostenere il popolo ucraino portando la nostra bandiera bianco-rossa- bianca. Partecipiamo anche a manifestazioni di altre diaspore. E ne condividiamo il dolore. Perché sappiamo cosa porta la repressione delle proteste”.
In Bielorussia tante donne, anche sindacaliste, risultano imprigionate. “”Ognuno di noi -ha continuato Kaspiarovich- che si trova fuori dalla Bielorussia e assume una posizione attiva contro il regime di Lukashenko, deve tener conto dei rischi e delle possibili conseguenze. Ad oggi non possiamo tornare a casa per trovare i nostri cari e amici; I nostri nomi sono nella lista nera e le famiglie di alcuni di noi ricevono visite e minacce. E crediamo che preso la Bielorussia sarà libera”. Daniela Piras ha condiviso questa convinzione come quella relativa al futuro dell’Iran, “dove donne e uomini muovono insieme contro la dittatura espressa dalla Repubblica Islamica”.
In chiusura della manifestazione è stato distribuito ai presenti un quaderno con le pagine in bianco: “Abbiamo un anno per riempirlo – ha sottolineato la leader della Uiltec- con le storie che raccoglieremo nelle fabbriche; testimonianze di persone che si sono sentite discriminate e che non hanno avuto la forza di denunciare l’accaduto; esperienze da trascrivere garantendo l’anonimato per rappresentare anche quello che il sindacato non è riuscito a fare a favore della tutela delle pari opportunità. Il prossimo 8 marzo quel quaderno diverrà un libro bianco, giusto monito per garantire a tutti e a ciascuno pari diritti. A partire dalle donne che devono avere la libertà di una vita al sicuro dove la natura femminile possa convivere con chi non la esprime” .