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Influencer e social media le nuove frontiere dei professionisti del marketing

Il presidente Aism Massimo Giordani: "Il Paese è in ritardo a livello di formazione e di supporto alle startup

Massimo Giordani presidente Aism
Massimo Giordani presidente Aism
26 gennaio 2024 | 13.11
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"Negli ultimi anni anche con l'intervento dell'intelligenza artificiale e con lo sviluppo del mondo virtuale sono nate professioni legate al marketing. Pensiamo solo all'intelligenza generale generativa che ha aperto degli scenari estremamente interessanti". A dirlo, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Massimo Giordani, presidente Aism, Associazione italiana sviluppo marketing, prima associazione italiana dedicata al marketing, fondatore di Time & Mind e docente all'Università di Torino e Luiss business school.

"Il web marketing - spiega - è lo zoccolo duro del settore, infatti qui la richiesta supera l'offerta e offre molte possibilità di lavoro anche come free lance. Interessante è anche la crescita attesa del marketing influencer manager, professionisti che lavorano virtualmente per brand importanti che le persone fisiche non raggiungeranno mai. C'è poi tutto il mondo del game, un'area dove il marketing ha conquistato spazi enormi".

"Una nuova frontiera del marketing - fa notare - è anche la possibilità di creare eventi on line durante. Tutto questo si lega a doppio filo con la parte social che vede il proliferare del social media marketing manager. Quest'ultimo però non può operare su tutti i canali social che ormai sono diventati tantissimi, ma viene richiesta un'ulteriore specializzazione del settore. Troviamo infatti persone specializzate in social media marketing su Tik Tok, su Linkedin, su Instagram".

"Nei prossimi anni - continua il presidente Aism Giordani - si svilupperà il filone dei social media decentralizzati basati sui blockchain, tutto un mondo in crescita e sviluppo che richiede ulteriori competenze assolutamente specialistiche. Il marketing sta vivendo anni di forte crescita e sviluppo, di grande professionalizzazione su tantissimi filoni diversi. E' una professione stimolante soprattutto perché non ci si può mai fermare, ma bisogna sempre studiare, sperimentare, capire e soprattutto concretizzare quello che si studia e si sperimenta nel mondo dell'impresa".

"In Aism - sottolinea - abbiamo seguito la nascita e l'evoluzione che la disciplina del marketing ha portato a vedere nel corso degli anni. Le imprese hanno bisogno di persone che capiscano come integrare l'intelligenza artificiale e le sue opportunità nella lavorazione dei dati all'interno dei processi di marketing".

"I master - commenta - si adeguano più velocemente rispetto a un corso di studi tradizionale, tuttavia vedo i giovani che sono estremamente affascinati dal mondo del marketing contemporaneo. C'è molta passione, curiosità e voglia di sperimentare perché oggi è indispensabile imparare sulla propria pelle le opportunità offerte dai nuovi strumenti, altrimenti si fa fatica a capirne le possibili ricadute".

Un altro aspettato affrontato da Giordani è il riflesso dell'intelligenza artificiale applicata al marketing sul mercato del lavoro. "Si dice - riferisce - che l'intelligenza artificiale toglierà posti di lavoro e probabilmente questo accadrà, ma accadrà soprattutto per quelle persone che non la usano, perché oggi si stanno aprendo degli orizzonti molto interessanti. Certo sono professioni nuove e molte di quelle che conosciamo spariranno e diminuiranno il numero di addetti. E' un tema complesso su cui credo ci sia la necessità di un dibattito politico, cosa sulla quale vedo una certa carenza".

"In Italia - osserva - le imprese oggettivamente hanno dei ritardi e lo abbiamo visto con tutto quello che è l'utilizzo degli strumenti digitali. Purtroppo il nostro Paese sul tema dell'innovazione in generale registra ritardi non indifferenti e siamo sempre alla rincorsa di quello che fanno i Paesi tecnologicamente attenti. Da un altro punto di vista però ci sono i giovani che sono molto aperti a questo tipo di innovazione che vorrebbero tradurre in competenze per poi trasportarle in opportunità di lavoro importanti".

"Infatti - afferma - in Italia negli ultimi anni sono nate moltissime startup, seppur con limiti di finanziamenti importanti. Assistiamo poi al fenomeni dei giovani che vanno a lavorare all'estero, così come le imprese che una volta decollate vengono acquisite da realtà internazionali. C'è quindi molto da fare e con un sistema Paese più stimolato e supportato nei processi innovativi avremo delle grandi carte da giocare".

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