Il fondatore di Flavour of Italy Group, che da anni vive in Irlanda: "Il problema immigrazione non è pressante ma la rivolta di poche persone ha creato un danno di immagine, mentre il Paese è con il fiato sospeso e vicino alle famiglie colpite"
"Questo episodio ha sconvolto letteralmente tutta la nazione, e in particolare Dublino. Un attacco ai bambini, in quel modo, è una cosa che ha scosso un po' tutti; in questo momento sia la maestra sia la bambina stanno lottando per rimanere in vita, hanno subito anche delle operazioni in ospedale, e tutta l'Irlanda è in apprensione per loro. Sicuramente è un episodio isolato, si tratta di una persona con una malattia mentale che era stata già curata più volte per i suoi problemi psichici e quindi non possiamo considerarlo assolutamente un attentato ma un episodio isolato di una persona con evidenti problemi mentali. Ma poi ci sono state le speculazioni". E' la testimonianza, con Adnkronos/Labitalia, di Marco Giannantonio, imprenditore di origine molisana trapiantato da anni a Dublino, dove ha fondato il Gruppo Flavour of Italy, che opera nel settore della ristorazione, con due locali ('Pinocchio', uno nella centralissima Temple Bar e uno in zona residenziale) e una frequentatissima scuola di cucina italiana che offre corsi non solo agli appassionati ma anche ai dipendenti delle grandi multinazionali della 'Tech Valley' come attività di team building.
"Un episodio che poteva succedere in qualsiasi altra parte del mondo, rispetto al quale - afferma il founder & Ceo di Flavour of Italy Group - tutta la nazione si è stretta intorno alla scuola, ai bambini, alla maestra, che avano subito questo attacco sconsiderato. La cosa sarebbe finita lì, con l'Irlanda col fiato sospeso per avere notizie positive dall'ospedale. Quello che invece è successo ieri sera è stato davvero un fulmine a ciel sereno. La maggior parte delle persone ha capito subito che si trattava di un episodio isolato, però, come succede in questi casi, ci sono delle speculazioni e, appena è trapelata la notizia che l'autore dell'attacco era di nazionalità algerina, quella piccolissima parte di persone che qui sono contro l'immigrazione ci ha speculato sopra approfittando del momento".
"Qui il fenomeno della xenofobia - spiega - è molto marginale, non c'è neanche una rappresentanza politica di estrema destra. Negli ultimi anni c'è uno sparuto gruppo di persone che ogni tanto fa qualche manifestazione, ma sono sempre non più di 30-40 e vengono sempre isolate. Ma fanno comunque queste manifestazioni, perché negli ultimi anni, con l'arrivo di rifugiati politici dalla Siria e ultimamente dall'Ucraina, c'è stato un po' di malcontento. Ma, appunto, queste persone rappresentano davvero una minoranza in tutta l'Irlanda, che non è assolutamente razzista: è un paese che ha fatto dell'accoglienza il suo marchio di fabbrica, anche perché la sua storia ci insegna che, avendo avuto la dominazione degli inglesi per otto secoli, difficile e violenta, gli irlandesi hanno dovuto lasciare il loro paese ed emigrare in tutto il mondo. Hanno subito la discriminazione e per loro è vivo questo ricordo e si oppongono assolutamente al fatto che possano essere etichettati come razzisti".
"Quindi l'episodio è, come dicevo, isolato - ribadisce Giannantonio - e quello che resta nella percezione della gente invece è quello che è successo ieri sera: un gruppetto di persone di estrema destra, insieme a persone disagiate ma anche vandali, hanno approfittato di questa situazione speculandoci per fare questa rivolta, mettendo a soqquadro la città, con macchine della polizia e autobus incendiati, ci sono state cariche della polizia. Insomma, è stata una serata molto difficile per Dublino e i cittadini hanno preso distanza da quello che è successo; basti vedere che oggi anche i quotidiani più importanti hanno non solo condannato quello che è successo ma l'hanno definita come una delle pagine più buie della storia di Dublino, perché non era mai successa una cosa del genere. E c'è un danno di reputazione e di immagine a livello mondiale, perché il messaggio che passa all'estero è che ci sia stata una protesta contro l'immigrazione a seguito di quanto era successo; invece non è stato assolutamente così, è stato semplicemente un ritrovo di teppisti che hanno assalito i negozi per poi andare a rubare le scarpe".
"Il problema immigrazione in Irlanda - sottolinea - non è ancora così pressante come in altri paesi e nelle grandi città italiane. Qui, tutto sommato, per l'essenza multiculturale soprattutto di Dublino, sono abituati da tempo ad avere gente da tutto il mondo e le persone che vengono da fuori quasi tutte fondamentalmente vengono per lavorare e lavorano, non per delinquere. Se c'è un minimo di delinquenza, è piuttosto locale e non di immigrati, quindi quello dell'immigrazione non è un vero problema. Quello che è successo, ripeto, è stato un episodio veramente lunatico in cui una frangia ristrettissima di persone ha saputo sfruttare un momento di caos per montare la protesta e fare quello che hanno fatto. Teppisti che sono stati comunque isolati dal resto delle persone, che invece ieri erano in centro città e avrebbero voluto fare una fiaccolata per essere vicine alle famiglie dei bambini colpiti. Non mi meraviglierei se in questi giorni ci fosse una risposta diametralmente opposta a quello che è successo ieri, da parte dei dublinesi, per prendere le distanze ma soprattutto per dare solidarietà a chi in questo momento è in ospedale e da chi è stato colpito da questo spiacevole episodio".
"Tutto questo ha creato un grosso fastidio per i dublinesi ma anche per noi che viviamo qui da tempo; sono immagini che turbano non poco perché vederle qui a Dublino è sembrato più un film che la realtà. Ma mi sento assolutamente di consigliare ancora sia Dublino sia l'Irlanda per venire tanto a studiare quanto a lavorare, perché comunque, nonostante alcune cose anche negative che il boom economico ha portato, quali un maggiore materialismo e individualismo, di massima la gente mantiene quell'accoglienza proverbiale per cui gli irlandesi si sono costruiti una reputazione in tutto il mondo. Quindi, venire qui significa sentirsi accolti. Il problema, piuttosto, ora è il costo della vita, che è diventato abbastanza preoccupante; trovare una camera da affittare è diventato molto più difficile, il costo degli hotel è proibitivo e in generale il costo della vita sta diventando un problema. E questo sicuramente è stato il prezzo da pagare per il benessere economico degli ultimi anni", conclude.