Il commento ai dati sulle entrate fiscali 2017
"I dati fornitici dal Centro studi e Ricerche Itinerari Previdenziali dimostrano che il 12% dei contribuenti italiani versa quasi il 58% dell'Irpef nazionale: in quella percentuale vi sono dirigenti, professionisti, manager privati e pubblici, in servizio e in pensione, circa 2 milioni di lavoratori preparati e qualificati che hanno sempre fatto il loro dovere di contribuenti, ma sui quali si accanisce una campagna mediatica che li dipinge come dei privilegiati e sui quali si concentrano sempre nuovi interventi legislativi di riduzione del reddito". A dirlo Mario Mantovani, presidente Cida, commentando i dati sulle entrate fiscali 2017 resi noti oggi.
"E' il caso - spiega - delle pensioni di importo medio-alto, con il mancato adeguamento all’inflazione e il cosiddetto contributo di solidarietà, ma anche di proposte che puntano a ridurre deduzioni e detrazioni fiscali per i percettori di redditi medi".
"Le cifre contenute nell’Osservatorio - osserva - devono far riflettere: la progressività del nostro sistema fiscale è molto accentuata e crea un’evidente sperequazione fra i troppo pochi che versano al fisco e i tanti che non lo fanno affatto o solo per cifre irrisorie".
"Su queste basi - chiarisce Mario Mantovani - il nostro sistema di welfare rischia di diventare insostenibile. Alimentare l’idea che possa esistere una 'riserva' di redditi poco tassati, in capo a ricchi privilegiati, è una grave distorsione dei fatti, genera invidia sociale e non contribuisce a trovare soluzioni".
Le spese sociali, "in particolare quella sanitaria, vanno a finire solo sulle spalle di chi le tasse le ha sempre pagate, con un aggravio crescente - avverte - in termini di riduzione del reddito disponibile, di potere d’acquisto, di depressione dei consumi e di dinamismo imprenditoriale". "Stiamo assistendo a un graduale, ma costante rallentamento nella crescita dei redditi appena superiori alla fascia bassa", aggiunge.
"Gli scarsi investimenti - conclude il presidente Cida - in tecnologie, organizzazione e competenze, oltre a una generalizzata avversione verso chi per merito e competenze guadagna più della media, hanno portato a valori medi dei redditi di lavoro indegni di un paese sviluppato, che esprime leadership in molti settori".