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Welfare: Fondo Fass ottiene iscrizione all’Anagrafe dei fondi sanitari

Codeluppi: “Cresciuti nelle aree più avanzate del Paese"

Vittorio Codeluppi
Vittorio Codeluppi
15 ottobre 2020 | 16.18
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Il Fondo Fass, il fondo di assistenza integrativa nato da Sistema Impresa e Confsal, ha ottenuto il via libera dal ministero della Salute per iscriversi all’Anagrafe dei fondi sanitari. Il Fondo Fass opera prevalentemente nel settore terziario anche se l’adesione è aperta alle aziende di ogni dimensione e specializzazione produttiva. In due anni ha raggiunto tutti gli obiettivi richiesti dal progetto originario di una start-up che punta a coinvolgere 20mila lavoratori in tre anni. All’Anagrafe possono avere accesso i fondi sanitari integrativi del servizio sanitario nazionale o gli enti, le casse e le società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale. Ma soprattutto, ed è questo il vantaggio più rilevante per le imprese e i dipendenti, l’iscrizione all’Anagrafe del ministero permette di beneficiare di importanti agevolazioni fiscali da parte delle aziende e dei lavoratori.

Una tappa decisiva, come sottolinea il presidente Vittorio Codeluppi: “L’istruttoria ha avuto un esito positivo e si tratta, oggettivamente, di un punto di approdo indispensabile per il nostro percorso di crescita che dimostra la solidità del progetto inaugurato e voluto dalle parti sociali, la competenza e l’impegno della nostra struttura, l’efficacia della nostra alleanza con Unisalute. Tutti elementi che ci hanno consentito di costruire un nuovo fondo sanitario integrativo destinato ad affermarsi in un mercato saturo e complesso. Oggi possiamo estendere alle aziende iscritte e ai loro dipendenti i vantaggi contributivi e fiscali autorizzati dalla normativa in vigore”.

Continua Codeluppi: “Se ci concentriamo sugli aspetti positivi che interessano segnatamente il datore di lavoro, dal punto di vista contributivo, in riferimento al costo dei programmi sanitari, di vita e degli infortuni il versamento all’Inps si riduce al 10%. Un onere che si qualifica come un contributo di solidarietà e che sostituisce l’aliquota prevista dalla contribuzione ordinaria. Per quanto riguarda l’aspetto fiscale i costi sono deducibili dal reddito d’impresa”.

“Anche per il dipendente - spiega il presidente del fondo - viene prescritto un trattamento di vantaggio. La contribuzione è già stata assolta con il versamento da parte dell’azienda del contributo di solidarietà. Sul piano fiscale i versamenti indirizzati ad un fondo sanitario integrativo non concorrono a formare il reddito imponibile fino a 3.615,20 euro. È un regime che viene concesso dal legislatore unicamente per i contributi versati dal datore di lavoro alle casse o agli enti aventi un fine esclusivamente assistenziale”.

“Naturalmente esistono obblighi per i fondi che intendono ottenere l’iscrizione all’Anagrafe. Il più stringente riguarda la stesura di un nomenclatore che definisce tariffe e prestazioni nell’ambito socio-sanitario. In collaborazione con Unisalute è stato condotto un percorso che ha consentito di elaborare un catalogo estremamente aggiornato, competitivo e valido per tutti i comparti”, aggiunge.

“Siamo attivi in tutto il territorio nazionale - conclude il presidente del Fondo Fass - anche se abbiamo tracciato un percorso di crescita che ha come interlocutore privilegiato il mondo produttivo del Nord-Ovest. Il momento è critico per il Paese a causa della pandemia. I nostri servizi contribuiscono a rinsaldare il patto di alleanza tra datori di lavoro e lavoratori ottenendo la coesione che rappresenta un fattore imprescindibile per superare la fase dell’emergenza”.

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