"Con questo provvedimento diamo la possibilità, nel triennio 2019-2021, a un milione di persone, di cui 350mila donne, di poter andare in pensione con 62 anni e 38 di contributi, 5 anni prima di quanto avveniva in precedenza. E non si tratta di un provvedimento assistenzialistico ma piuttosto di un intervento che punta a un ricambio generazionale nel mercato del lavoro". Così il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, è intervenuto oggi alla Camera a una conferenza stampa organizzata dalla Lega per presentare il provvedimento di 'quota 100' per le pensioni.
Durigon ha sottolineato che il provvedimento prevede il "divieto di cumulo di reddito, appunto perché vogliamo favorire il ricambio generazionale". Secondo Durigon, "il provvedimento prevede delle finestre per l'uscita dei lavoratori perché l'impatto che si attende nei prossimi giorni è altissimo, quindi c'è bisogno che l'Inps possa gestire tutto al meglio". "Ci saranno finestre trimestrali per i privati e semestrali per il pubblico. Questa differenza dipende dal fatto che nel pubblico per il ricambio generazionale abbiamo necessità dei concorsi e quindi diventa più difficile la gestione, e quindi abbiamo fatto una finestra leggermente più lunga", ha detto.
Durigon ha ricordato che nel provvedimento "c'è la conferma di 'opzione donna' che è un altro strumento che permetterà di andare in pensione alle donne che al 31 dicembre 2018 hanno 58 anni di età se lavoratrici dipendenti e 59 anni di età se autonome con 35 anni di contributi", con una previsione di 32mila donne che andranno in pensione prima nel triennio 2019-2021. E Durigon non ha dimenticato "l'apporto dell'Ape sociale per dare respiro alle situazioni di crisi".