Una lettera, con richiesta d’incontro, al leader del Pd, Matteo Renzi, per parlare di previdenza e denunciare le innumerevoli ‘fake news’ in circolazione su immaginarie pensioni ‘d’oro’ e ‘d’argento’, su indimostrabili privilegi, su diritti acquisiti ma calpestabili, sulla messa alla berlina di intere categorie di professionisti. E’ l’iniziativa presa da Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, la confederazione di manager e alte professionalità pubbliche e private, dopo "l’ennesimo episodio di attacco scomposto ai percettori di redditi da pensione medi e medio-alti".
"Ho scritto al leader del Pd e mi auguro di incontrarlo -ha detto Ambrogioni- per esprimergli apprezzamento per la recente presa di posizione in tema di ‘pensioni d’oro’. Siamo abituati ad essere fatti oggetto di attacchi pregiudiziali e gratuiti, ma ormai si è arrivati a escalation mai viste, a minacce concrete espresse da autorevoli e ambiziosi esponenti di partiti rappresentati in Parlamento. Confidiamo che oltre a Renzi altri leader politici intervengano sulla delicata questione previdenziale senza strappi e con la necessaria competenza".
“Come rappresentante -ha ricordato- di una categoria, quella dei dirigenti e delle alte professionalità, che ha studiato e lavorato a lungo per guadagnare ogni centesimo della pensione che percepisce (o che è in procinto di percepire) è intollerabile assistere a un quotidiano massacro mediatico che ci addita come una categoria di privilegiati o di insensibili egoisti".
"In realtà -ha aggiunto- manager e quadri da anni stanno subendo pesanti penalizzazioni sulle loro pensioni, sotto forma di ripetuti contributi di solidarietà, blocchi perequativi, sentenze discutibili. Non solo si mette in discussione la certezza del diritto e si crea un forte senso di disagio sulle legittime aspettative di chi ha lavorato per anni con elevati livelli di professionalità, ma si fomenta un sentimento di conflitto sociale fra le diverse generazioni".
"E’ la mancanza o la scarsità di lavoro -ha chiarito Ambrogioni- a minare i futuri trattamenti pensionistici, non il livello retributivo di chi in pensione c’è già. E’ questa la sintetica risposta alle ‘balle’ in circolazione e pretendiamo dalla politica una precisa presa di posizione in merito. Sarà questo il terreno di confronto sul quale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato misureranno i programmi elettorali in vista della prossima legislatura".