Il volume firmato dalla manager ligure, ceo di illycaffè
"Non avrei mai pensato di scrivere un libro, però mi sono resa conto che molto spesso, troppo spesso, il punto di partenza determina chi sei o chi puoi diventare. Troppo spesso l'essere nata donna piuttosto che uomo, l'essere nata da una famiglia ricca piuttosto che da una famiglia povera, l'essere nata in provincia piuttosto che in una grande città, influenza molto le possibilità che hai di raggiungere i tuoi sogni. Però io credo che il punto di partenza non debba definire chi sei o chi vuoi diventare. Vale sempre la pena di provarci". Così Cristina Scocchia, ad di illycaffè, racconta ad Adnkronos/Labitalia le ragioni che l'hanno spinta a scrivere 'Il coraggio di provarci. Una storia controvento', edito da Sperling & Kupfer, e scritto insieme alla giornalista del 'Corriere della Sera' Francesca Gambarini.
Scocchia, nata in un piccolo paese della Liguria, ha costruito prima la sua carriera all’estero in Procter & Gamble, per poi essere scelta alla guida di L’Oréal Italia, nel 2017 al vertice di Kiko e oggi è ceo di Illycaffè e componente del consiglio di amministrazione di EssilorLuxottica e di Fincantieri. E adesso in questo libro-autobiografia racconta la sua storia controvento. " Credo valga sempre la pena di provare a raggiungere i propri sogni con passione, determinazione, coraggio e qualche sacrificio, perché ci vuole anche quello. E credo -sottolinea- che poi alla fine non sia importante vincere a tutti i costi. L'importante è provare ad avere il coraggio di scendere nell'arena, poi si può cadere, si può anche non riuscire a realizzare i propri obiettivi, però l'averci provato credo che sia fondamentale", ribadisce.
Un messaggio forte e chiaro quello di Scocchia. "Vale per le persone, vale per i giovani. Ragazze e ragazzi senza distinzione, ma vale in generale per le aziende e per il Paese. Siamo in un momento di grande difficoltà macroeconomica, siamo in un periodo di grandi tensioni geopolitiche e per le aziende mantenere la barra dritta, continuare ad avere il coraggio di investire, di crescere, di dare il massimo è un atto di coraggio necessario che di solito ripaga", sottolinea. E per la manager lo sguardo va alle nuove generazioni. "Io credo che essere giovani non sia facile, è un periodo difficile e complesso della vita, è un periodo in cui senti forte la pressione di capire chi sei, chi vuoi diventare, senti forte le pressioni sociali, come dicevamo, del punto di partenza", sottolinea.
Per Scocchia "i giovani di oggi sono migliori di come spesso vengono descritti, io ho un figlio di 15 anni e li vedo profondi, desiderosi di cambiare il mondo per il meglio, per fortuna anche più evoluti di noi in tante tematiche. E' ovvio che però non tutti partono nella stessa condizione. Tutti invece io mi auguro che trovino dentro di sé il coraggio di provare a raggiungere i propri obiettivi, qualunque siano, perché l'obiettivo non deve essere per forza, e questo lo scrivo molto chiaramente nel libro, quello di fare carriera o di raggiungere determinati traguardi professionali. L'importante è capire qual è il proprio sogno, e provare a realizzare chi si vuole essere", ribadisce la manager.
Scocchia chiarisce un altro aspetto relativo al libro. "Questo non vuole essere un manuale di management , ma in questo libro ho cercato di raccontare i principi di leadership in cui credo. Credo che la leadership non sia potere, ma sia responsabilità, sia prendersi cura in maniera etica delle persone che lavorano insieme a noi nell'azienda, ma anche delle comunità nelle quali siamo inseriti", sottolinea.
E per Scocchia il libro è una 'raccolta' degli episodi che l'hanno portata ad essere quella che è oggi. "Ho usato gli episodi della mia vita -racconta- per cercare anche di dar voce a quelle che sono le lezioni di leadership che ho imparato nel corso della mia carriera, perché la carriera è fatta come le maratone di 42 km, ogni tanto corri veloce, ogni tanto cadi, ogni tanto inciampi, ogni tanto ti devi rialzare e da ognuna di queste tappe della vita impari qualcosa, non solo a livello personale, ma anche a livello manageriale. Quindi alla fine il libro, senza la pretesa di essere un trattato di leadership per carità, vuole offrire anche qualche 'pillola' di quello che ho imparato sul gestire un team, su gestire un'azienda e su essere un leader meritocratico e responsabile", conclude.