"Da usare per la controffensiva"
"Ci servono 300 o 500 tank ora". E' quanto ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista a Sky News Uk. Da usare, aggiunge, "per portare avanti un'offensiva sul nostro territorio, la nostra terra. Servono veicoli corazzati per proteggere la nostra gente". Zelensky ha ringraziato i Paesi che hanno fornito i tank, ma ha ricordato che qualche volta ci vogliono "mesi" per l'arrivo delle armi promesse. "Non do la colpa a nessuno, ma io mi sento sollevato solo quando le armi, dateci dagli alleati, sono effettivamente usate dal nostro esercito", ha spiegato.
RUSSIA - Per arrivare alla fine della guerra in Ucraina "molto rapidamente" è sufficiente che il presidente americano Joe Biden "dia istruzioni" in tal senso a Kiev, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando le parole di Donald Trump. Certo, "non è questione di un giorno, o neanche di due", ma quello che fa il regime di Kiev "è in larga misura nelle mani di Washington", ha affermato. Ma in questo momento è chiaro che il presidente americano "non vuole usare la sua influenza" sull'Ucraina per arrivare alla fine del conflitto, ma al contrario ha scelto la strada dell'invio di altre armi all'Ucraina".
GERMANIA - "Noi sosteniamo l'Ucraina, ma non siamo in guerra" ha detto la vice portavoce del governo tedesco Christiane Hoffmann replicando alle critiche di Mosca per le parole della ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, che, nel mezzo delle tensioni interne alla Nato per la vicenda dei carri armati, aveva detto "stiamo combattendo una guerra con la Russia, non tra di noi". "La Nato e la Germania non sono parti belligeranti in questa guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina", ha aggiunto la portavoce, sottolineando che, dal punto di vista del diritto internazionale, la Germania non è parte del conflitto.
Le dichiarazioni arrivano dopo che la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha chiesto all'ambasciatore tedesco in Russia di chiarire la posizione di Berlino in merito al conflitto in Ucraina, sottolineando la "contraddizione" tra le parole della ministra degli Esteri e la posizione ufficiale di Berlino.
POLONIA - Da Varsavia arriveranno a Kiev anche 60 carri armati PT-91 oltre ai Leopard di fabbricazione tedesca. Lo ha annunciato il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, in un post su Telegram: "La Polonia invierà all'Ucraina 60 carri armati PT-91 Twardy, oltre ai quattordici Leopard 2 precedentemente annunciati. Grazie ai nostri alleati. Schiacceremo il nemico". Yermak ha poi ricordato su twitter le vittime della Shoah nel giorno della memoria: "Quella tragedia avrebbe dovuto servire da monito per prevenire ulteriori crimini contro l'umanità, ma oggi, nel centro dell'Europa, è in atto un genocidio di ucraini. Non perdoneremo né dimenticheremo mai nulla", ha ribadito.
IL FRONTE DEL DONETSK - "La situazione al fronte, e in particolare nella regione di Donetsk, vicino a Bakhmut e Vuhledar, rimane estremamente grave" ha dichiarato nel suo consueto messaggio serale il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "Gli occupanti non stanno solo prendendo d'assalto le nostre posizioni, stanno deliberatamente e metodicamente distruggendo queste città ed i villaggi intorno. Artiglieria, aviazione, missili. L'esercito russo non ha carenza di mezzi di distruzione. E può essere fermato solo con la forza".
ATTACCO A KHERSON - Le forze russe hanno nuovamente bombardato Kherson e l'area circostante, uccidendo due civili e ferendone tre. Lo rende noto l'amministarzione militare della regione di Kherson, citata da Ukrainska Pravda. Nel quartiere di Suvorosky a Kherson, è stata colpita un'automobile dove viaggiava una coppia. La donna è morta sul colpo, mentre l'uomo è rimasto ferito. Nel villaggio di Komyshany, un bombardamento russo ha ucciso una donna di 25 anni e ferito altre due persone.