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Ucraina-Russia, Nato: no armi nucleari in Polonia

Stoltenberg frena dopo l'apertura del presidente polacco

Jens Stoltenberg
Jens Stoltenberg
24 aprile 2024 | 00.04
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La Nato non ha intenzione di posizionare armi nucleari in Polonia. Ad affermarlo è il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg nel corso della sua visita a Varsavia in compagnia del premier britannico Rishi Sunak. "Non ci sono piani per espandere l'attuale accordo di condivisione nucleare", ha detto Stoltenberg durante un'apparizione congiunta con Sunak davanti ai soldati britannici di stanza in Polonia.

Le parole di Stoltenberg chiudono, almeno per ora, il caso aperto dalle dichiarazioni del presidente polacco Andrzej Duda. "Se i nostri alleati decidessero di posizionare armi nucleari sul nostro territorio come parte della condivisione nucleare per rafforzare la sicurezza del fianco orientale della Nato, siamo pronti a farlo", ha detto il presidente in un'intervista al giornale polacco 'Fakt'. Sia Duda che il suo consigliere per la sicurezza avevano già espresso simili considerazioni in passato. La Polonia, paese dell’Ue e della Nato, è uno dei più stretti alleati militari dell’Ucraina, che viene attaccata dalla Russia. L'ipotesi di dispiegare armi nucleari in Polonia ha alzato ulteriormente la tensione tra l'Occidente e la Russia.

Londra aumenta le spese per la difesa

La frenata di Stoltenberg, in un certo senso, viene compensata dall'accelerazione britannica annunciata da Sunak. Il premier ha ufficializzato l'aumento record del bilancio per la difesa, al 2,5 per cento del pil entro il 2030, dal 2,32 di adesso, con la spesa che sarà messa, spiegano fonti di Downing Street, "sul piede di guerra", una delle tre priorità per la difesa.

"Ci troviamo nel mondo più pericoloso dalla fine della guerra fredda e a un punto di svolta della sicurezza in Europa", ha affermato Sunak in Polonia. Il bilancio quindi aumenterà gradualmente a 87 miliardi di sterline entro sei anni, nel "maggior rafforzamento della nostra difesa nazionale in una generazione": questo significa che in questo periodo Londra investirà in difesa 75 miliardi di sterline più di quanto non avrebbe fatto mantenendo la situazione attuale.

"Una delle lezioni cruciali della guerra in Ucraina è che abbiamo bisogno di riserve più importanti di munizioni e che l'industria sia in grado di rifornirle più velocemente", ha affermato, dopo aver anticipato lo stanziamento di dieci miliardi di sterline, per i prossimi dieci anni, per il sostegno a questo comparto in modo che l'industria abbia certezza dei finanziamenti a lungo termine, sostenuti da contratti a lungo termine, in modo che si possa produrre più, che si sia pronti per un aumento delle capacità, e per passare a una produzione a ciclo continuo quando sarà necessario. Con tale stanziamento sarà aperta anche una agenzia per l'innovazione. Alla ricerca e sviluppo andrà almeno il cinque per cento delle spese per la difesa.

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