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Ucraina, G7: "Russia fermi subito guerra e paghi per i danni inflitti"

"Inammissibili minacce di Mosca su uso armi nucleari"

Giorgia Meloni, Volodymyr Zelensky e Ursula von der Leyen (Fotogramma)
Giorgia Meloni, Volodymyr Zelensky e Ursula von der Leyen (Fotogramma)
24 febbraio 2024 | 19.49
LETTURA: 6 minuti

La guerra tra l'Ucraina e la Russia al centro del G7 di oggi a Kiev, dove si è tenuto simbolicamente il primo summit a guida italiana. I leader del G7 chiedono "alla Russia di cessare immediatamente e totalmente la sua guerra di aggressione e di ritirare incondizionatamente le sue forze militari dal territorio internazionalmente riconosciuto dell'Ucraina". Nel documento finale del vertice si rivolgono, inoltre, "a tutti i Paesi", chiedendo, "di rispettare il diritto internazionale e di non convalidare o condonare in alcun modo i tentativi della Russia di acquisire territorio attraverso la forza". "Non riconosceremo mai - si legge ancora - le cosiddette 'elezioni', passate e future, tenute dalla Russia nei territori dell'Ucraina, né i loro risultati. L’intenzione dichiarata della Russia di far svolgere il voto per le elezioni presidenziali nelle regioni ucraine è un'oltraggiosa violazione della sovranità dell’Ucraina". "Non sta alla Russia - affermano ancora i leader - decidere se e quando pagare per i danni inflitti in Ucraina. Secondo i dati della Banca Mondiale questi danni superano ora i 486 miliardi di dollari. Gli obblighi della Russia ai sensi del diritto internazionale di pagare per i danni che sta causando sono chiari".

Nell'ambito dei lavori del G7, a quanto si apprende, il presidente Meloni ha inviato i saluti al presidente francese Emmanuel Macron, assente perché impegnato con una "difficile giornata". Al suo posto, come è stato "comunicato in anticipo" ha partecipato il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourne.

"Inammissibili minacce di Mosca su uso armi nucleari"

"L'irresponsabile retorica nucleare della Russia, il suo atteggiamento di intimidazione strategica e l'azione volta ad indebolire i regimi di controllo degli armamenti è inaccettabile" si legge nel documento finale del vertice. "Minacce da parte della Russia di far uso di armi nucleari, per non parlare di qualsiasi uso di armi nucleari da parte della Russia, nel contesto della guerra di aggressione contro l’Ucraina, sono inammissibili", affermano ancora.

"Continuiamo a supportare l'Ucraina e ci impegnamo a sostenere una pace globale, giusta e duratura, coerente con i principi della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e rispettosa della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina" si legge nella dichiarazione congiunta in cui si ribadisce "mentre l’Ucraina entra nel terzo anno di questa guerra implacabile, il suo governo e il suo popolo possono contare sul sostegno del G7 per tutto il tempo necessario".

I leader del G7 si sono riuniti oggi con il presidente ucraino Zelenskyy per "riaffermare" il "fermo sostegno" all'Ucraina" e "ancora una volta" per un tributo "al coraggio e alla resilienza del popolo ucraino che lotta instancabilmente per la libertà e il futuro democratico dell'Ucraina". Gli ucraini "hanno resistito per due anni all'invasione illegale, ingiustificabile e non provocata della Russia che costituisce una violazione palese della Carta delle Nazioni Unite - afferma la dichiarazione finale del vertice in videocollegamento -. Hanno dimostrato la loro volontà di sconfiggere la macchina da guerra del presidente Putin, ripristinare l'integrità territoriale della loro Nazione e difendere la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina". Putin "non ha raggiunto il suo obiettivo strategico di soggiogare l'Ucraina". Il presidente russo "invece sta costringendo la sua stessa gente a pagare ogni giorno un prezzo pesante per le azioni sconsiderate del suo governo. Ha prosciugato le risorse della Russia per finanziare una guerra non necessaria, ha diviso famiglie russe e causato centinaia di migliaia di vittime russe", prosegue la dichiarazione. "Rimaniamo convinti - si legge - di poter garantire che la popolazione dell'Ucraina prevalga nella battaglia per il suo futuro e per contribuire a stabilire una pace globale, giusta e duratura".

"La ricostruzione dell'Ucraina resta una priorità"

"La ricostruzione dell'Ucraina, a partire dalle misure iniziali di ripresa, resta una priorità" per i leader del G7 che continueranno a "lavorare, con le autorità ucraine e con le istituzioni finanziarie internazionali attraverso la piattaforma multiagenzia di coordinamento dei donatori", facendo leva su investimenti privati. La dichiarazione congiunta al termine della riunione del G7 in video conferenza plaude all'allargamento della piattaforma a Corea del Sud, Norvegia, Svezia e Olanda, nell'attesa delle Conferenze che si terranno quest'anno a Berlino e nel 2025 a Roma sulla ricostruzione.

"Beni russi restano congelati"

Il G7 "ribadisce che, in linea con i nostri rispettivi sistemi giuridici, i beni sovrani della Russia nelle nostre giurisdizioni rimarranno immobilizzati" finché Mosca "non risarcirà i danni causati all'Ucraina". Nel documento "si accoglie con favore l'adozione degli atti giuridici dell'Ue riguardanti i ricavi straordinari" derivati dagli asset russi congelati "si incoraggiano ulteriori passi per consentirne l'utilizzo, in linea con gli obblighi contrattuali applicabili e in conformità con le leggi". I membri del G7 chiedono "ai nostri ministri di continuare il loro lavoro e aggiornare prima del vertice della Puglia su tutte le possibili strade attraverso le quali i beni sovrani russi immobilizzati potrebbero essere utilizzati per sostenere l’Ucraina".

La condanna delle armi alla Russia

I leader del G7 condannano con forza "le esportazioni della Corea del Nord e l'acquisizione russa di missili balistici della Corea del Nord in diretta violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite" e chiedono lo stop "immediato di queste attività". La richiesta all'Iran è di "fermare l'assistenza ai militari russi e alla loro guerra in Ucraina". "Preoccupazione" viene espressa nella dichiarazione al termine della riunione in videoconferenza del G7 "per i trasferimenti alla Russia da aziende nella Repubblica popolare cinese di materiali dual-use e componenti per armi ed equipaggiamento per la produzione militare". "Continueremo ad agire contro attori di Paesi terzi che sostengono materialmente la guerra della Russia, anche imponendo ulteriori misure", si legge nel testo con la sollecitazione alle istituzioni finanziarie ad astenersi dal "sostenere la macchina da guerra russa". "Le istituzioni finanziarie e altre entità che facilitano l'acquisizione da parte della Russia di prodotti o equipaggiamento per la sua base industriale della difesa sostengono - prosegue la dichiarazione - azioni che minano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina".

Il messaggio al Congresso Usa

Il G7, dopo avere ricordato tutte le misure economiche di sostegno adottate nei confronti di Kiev, dall'Unione Europea a Giappone e Canada, "sollecita l’approvazione di un sostegno aggiuntivo per colmare il restante gap di bilancio dell’Ucraina per il 2024". Si tratta di un implicito messaggio al Congresso Usa, dove i repubblica bloccano nuovi interventi di sostegno all'Ucraina, quello che si legge nella dichiarazione ufficiale del G7.

"Mosca chiarisca circostanze morte di Navalny"

I leader del G7 chiedono "al governo russo di chiarire completamente le circostanze della morte" dell'oppositore russo Alexei Navalny, deceduto in carcere in Russia all'età di 47 anni. La morte è stata annunciata il 16 febbraio scorso, ma la salma di Navalny è stata restituita solo oggi alla madre dell'oppositore, come annunciato da Kyra Yarmish che per anni è stata la portavoce di Navalny. "Chiediamo allo stesso modo al governo russo di liberare tutti i prigionieri ingiustamente detenuti e di fermare le persecuzioni dell'opposizione politica e la repressione sistematica dei diritti e delle libertà dei russi", si legge nella dichiarazione finale che rende omaggio "al coraggio straordinario di Alexei Navalny" e assicura vicinanza alla "moglie, ai suoi figli e ai suoi cari".

"Ha sacrificato la sua vita combattendo contro la corruzione del Cremlino e per elezioni libere e giuste in Russia - affermano -. Chiameremo a rispondere i responsabili della morte di Navalny, anche continuando a imporre misure restrittive in risposta alle violazioni dei diritti umani e degli abusi in Russia e con altre azioni".

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